domenica 2 luglio 2017

Giro d'Italia giorno 18 METAPONTO-SILA

Giro d'Italia giorno 18 METAPONTO-SILA

 





                                                      

Il buon giorno, invece che dall’usuale canto degli uccelli, viene dal gracidare delle rane.
Mangio qualche biscotto e comincio a ripiegare la tenda bagnata dalla abbondante rugiada, qui non c’è un albero sotto cui ripararsi.
Metto via tutto e torno di nuovo a Metaponto, in stazione mi informo su come procedere, mi consigliano di andare fino a Sibari perché prima non troverei una strada percorribile.


Devo aspettare quasi due ore, inganno la noia facendo colazione e ciaccherando col barista e un avventore, questo mi dice che la Basilicata, nonostante le risorse: gas e petrolio, l’agricoltura fiorente dai tempi della Magna Grecia e i resti archeologici, si trova in enormi difficoltà, non ci sono stanziamenti per incrementare i posti di lavoro e i proventi delle attività non restano nella regione. Quello che se ne ricava è l’immagine costante di un paese schiacciato dall’apparato politico parassita ed inefficiente che ingrassa a discapito di chi produce e ha bisogno di sostegno e investimenti. I giovani, sostiene, qui sono sottopagati e se ne vanno in cerca di trattamento equo, non per mancanza di volontà, rimangono le manovalanze immigrate che hanno ancora meno scelta e probabilmente sono abituate ad una vita più dura e misera.
Passo un po’ di tempo a leggere seduto sul bordo di una fontana in attesa del treno, mentre un paio di neri accanto a me probabilmente aspettano l’arrivo dei caporali per l’ingaggio giornaliero nei campi. Un gruppo di ragazzi in partenza per la gita scolastica a Roma gioca a pallone nella piazza, sotto l’occhio vigile delle insegnanti che, strano, hanno l’accento piemontese, mentre in Piemonte spesso ce l’hanno del Sud, le meraviglie di come motivare chi lavora al futuro della nazione.
Tra lettuta e osservazioni il tempo passa ed arriva il mio treno, scopro che c’è una meravigliosa rampa per far accedere ai binari i disabili e...le bici, salire sul vagone è un operazione più complessa visto il “dolce peso” della Teresa. Biglietteria chiusa e distributore automatico guasto, compro il biglietto a bordo, il controllore mi dice che non potrei salire con la bici su questo treno ma evidentemente conosce la situazione, chiude un occhio e mi fa il biglietto.




Arrivato a Sibari il vento contro è lì ad aspettarmi, proseguo un poco sulla costa e verso Corigliano inizia la salita verso la Sila, proprio accanto ad una vecchia fattoria fortificata in stato di abbandono.


Dapprima dolce lungo una valletta, la pendenza va accentuandosi verso San Cosimo degli Albanesi.
Sosto a mangiare qualcosa e a far seccare la tenda appena prima del paese e poi visito il santuario di S. Cosma e Damiano, che scopro essere di confessione greco ortodossa, mi spiega il parroco che nella zona c’è un enclave Albanese e Greca (anche i nomi dei paesi circostanti lo sottolineano) che da secoli vive qui conservando lingua e religione.






Lasciando il paese on posso credere ai miei occhi, la pendenza della strada già accentuata si fa ostica, chiedo  mi dicono ce prosegue così per sei km poi c’è la possibilità di un’alternativa meno erta. Mi rassegno e pedalo a testa bassa, sudando copiosamente sotto il sole sperando in qualche nuvola, ad una velocità al limite dell’equilibrio e facendo anche qualche zig zag nei punti più ripidi.



Finalmente arriva il bivio per la frazione Sant’Angelo e posso tornare a pendenze umane con addirittura qualche tratto i discesa. Sono sotto al paese di Acri, ancora uno strappo, quando un signore gentile che sta raccogliendo le ciliegie nel giardino mi rivolge la parola e mi offre un po’ di frutti, parliamo un poco, lo ringrazio e continuo fino al valico in paese, mi sembra di aver conquistato il Krak dei cavalieri Templari di Agri.
Mi fermo a mangiare pane e cioccolato per recuperare un po’ di energia quindi attacco la salita verso l’altopiano della Sila.









La sommità collinare è tutta prati verdi e ondulati macchiati da enormi boscaglie di ginestre in fiore, è  una vista mozzafiato, gli occhi sono rapiti da questo panorama bellissimo.





Abbiamo fatto le sei di sera, sono stravolto dalle salite, nonostante la distanza percorsa non sia molta, trovo una bella terrazza panoramica erbosa tra i larici e le ginestre all’interno di un tornante e mi ci installo senza indugi.





La quota e il vento mi inducono a vestirmi di più, sistemo le mie cose e mi siedo in contemplazione della natura col sole che tramonta di fronte a me.

Oggi 69 km pedalando 5h 28' dislivello +2088m

Totale 2181 km in 117h 05’ dislivello +20622m

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