Giro d'Italia giorno 18
METAPONTO-SILA
Il buon giorno, invece che dall’usuale canto degli
uccelli, viene dal gracidare delle rane.
Mangio qualche biscotto e comincio a ripiegare la
tenda bagnata dalla abbondante rugiada, qui non c’è un albero sotto cui
ripararsi.
Metto via tutto e torno di nuovo a Metaponto, in
stazione mi informo su come procedere, mi consigliano di andare fino a Sibari
perché prima non troverei una strada percorribile.
Devo aspettare quasi due ore, inganno la noia facendo
colazione e ciaccherando col barista e un avventore, questo mi dice che la
Basilicata, nonostante le risorse: gas e petrolio, l’agricoltura fiorente dai
tempi della Magna Grecia e i resti archeologici, si trova in enormi difficoltà,
non ci sono stanziamenti per incrementare i posti di lavoro e i proventi delle
attività non restano nella regione. Quello che se ne ricava è l’immagine
costante di un paese schiacciato dall’apparato politico parassita ed
inefficiente che ingrassa a discapito di chi produce e ha bisogno di sostegno e
investimenti. I giovani, sostiene, qui sono sottopagati e se ne vanno in cerca
di trattamento equo, non per mancanza di volontà, rimangono le manovalanze immigrate
che hanno ancora meno scelta e probabilmente sono abituate ad una vita più dura
e misera.
Passo un po’ di tempo a leggere seduto sul bordo di
una fontana in attesa del treno, mentre un paio di neri accanto a me
probabilmente aspettano l’arrivo dei caporali per l’ingaggio giornaliero nei
campi. Un gruppo di ragazzi in partenza per la gita scolastica a Roma gioca a
pallone nella piazza, sotto l’occhio vigile delle insegnanti che, strano, hanno
l’accento piemontese, mentre in Piemonte spesso ce l’hanno del Sud, le
meraviglie di come motivare chi lavora al futuro della nazione.
Tra lettuta e osservazioni il tempo passa ed arriva
il mio treno, scopro che c’è una meravigliosa rampa per far accedere ai binari
i disabili e...le bici, salire sul vagone è un operazione più complessa visto
il “dolce peso” della Teresa. Biglietteria chiusa e distributore automatico
guasto, compro il biglietto a bordo, il controllore mi dice che non potrei
salire con la bici su questo treno ma evidentemente conosce la situazione, chiude
un occhio e mi fa il biglietto.
Arrivato a Sibari il vento contro è lì ad aspettarmi,
proseguo un poco sulla costa e verso Corigliano inizia la salita verso la Sila,
proprio accanto ad una vecchia fattoria fortificata in stato di abbandono.
Dapprima dolce lungo una valletta, la pendenza va
accentuandosi verso San Cosimo degli Albanesi.
Sosto a mangiare qualcosa e a far seccare la tenda
appena prima del paese e poi visito il santuario di S. Cosma e Damiano, che
scopro essere di confessione greco ortodossa, mi spiega il parroco che nella
zona c’è un enclave Albanese e Greca (anche i nomi dei paesi circostanti lo
sottolineano) che da secoli vive qui conservando lingua e religione.
Lasciando il paese on posso credere ai miei occhi, la
pendenza della strada già accentuata si fa ostica, chiedo mi dicono ce prosegue così per sei km poi c’è
la possibilità di un’alternativa meno erta. Mi rassegno e pedalo a testa bassa,
sudando copiosamente sotto il sole sperando in qualche nuvola, ad una velocità
al limite dell’equilibrio e facendo anche qualche zig zag nei punti più ripidi.
Finalmente arriva il bivio per la frazione
Sant’Angelo e posso tornare a pendenze umane con addirittura qualche tratto i
discesa. Sono sotto al paese di Acri, ancora uno strappo, quando un signore
gentile che sta raccogliendo le ciliegie nel giardino mi rivolge la parola e mi
offre un po’ di frutti, parliamo un poco, lo ringrazio e continuo fino al
valico in paese, mi sembra di aver conquistato il Krak dei cavalieri Templari
di Agri.
Mi fermo a mangiare pane e cioccolato per recuperare
un po’ di energia quindi attacco la salita verso l’altopiano della Sila.
La sommità collinare è tutta prati verdi e ondulati
macchiati da enormi boscaglie di ginestre in fiore, è una vista mozzafiato, gli occhi sono rapiti
da questo panorama bellissimo.
Abbiamo fatto le sei di sera, sono stravolto dalle
salite, nonostante la distanza percorsa non sia molta, trovo una bella terrazza
panoramica erbosa tra i larici e le ginestre all’interno di un tornante e mi ci
installo senza indugi.
La quota e il vento mi inducono a vestirmi di più,
sistemo le mie cose e mi siedo in contemplazione della natura col sole che
tramonta di fronte a me.
Oggi 69 km pedalando 5h 28'
dislivello +2088m
Totale 2181 km in 117h 05’
dislivello +20622m
Nessun commento:
Posta un commento