Giro d'Italia 12/6/2017 giorno 41 SPINEDA(CR)-ORIO LITTA(PV)
La notte scorre al ticchettio suadente degli
irrigatori che nei campi ruotano incessanti con i loro getti d’acqua
lunghissimi.
Smonto la tenda al sorgere del sole e inizio un tratto di
navigazione complessa, non ci sono segnavia e passo il tempo al gps, colazione
in un paesino fantasma dove fortunatamente almeno un bar è aperto. 2,50€ latte
macchiato e cornetto, siamo lontani dai record del sud, dove si otteneva
l’equivalente a 1,80, ma il locale è carino, arredato da pub con tende alle
finestre composte con i dischi di pelle dei rullanti di una batteria.
La via Postumia mi conduce a Sabbioneta, un villaggio
agricolo cinto da una poderosa cerchia di mura, eredità di una discendenza
secondaria dei Gonzaga con bei palazzi monumentali nel borgo che è attraversato
dal 45° parallelo.
Proseguo per Casalmaggiore che non conoscevo ed è una
bella sorpresa, anche qui la storia ha lasciato la sua impronta
sull’urbanistica con palazzi e piazze notevoli.
Anche oggi il caldo è opprimente e in queste zone
umide si fa sentire ancora di più, di nuovo sull’alzaia senz’ombra mi avvicino
a Cremona in una miriade di meandri lungo il fiume.
Il centro storico è meraviglioso e nella piazza del
Comune: il Duomo, il Battistero, il Torrazzo, il palazzo del Comune e la Loggia
dei Militi ti svettano attorno lasciandoti a bocca aperta.
L’interno del Duomo ha pochi rivali e, mentre ammiro
fotografando, una signore mi avvicina e mi dice: “vuole fotografare qualcosa di
particolare?”, la seguo di fronte a due cappelle decorate con gruppi scultorei
in legno, ma finiti con una vernice che li fa sembrare di marmo, mi dice e poi
mi mostra l’organo “ha 1000 canne sa, molte non si vedono nascoste dalla prima
fila.” Insomma, una guida gentile e inaspettata mi fa scoprire curiosità che
solo leggendo una guida turistica avrei scoperto ma che purtroppo non si addice
ad un viaggio in bici.
Mi sedo i piazza a rimirare i monumenti mentre mangio
della frutta e mi colpiscono due biciclette da turismo con cambio Rohloff e
dinamo Sohn nel mozzo, due accessori che mi piacerebbe proprio montare sulla
Teresa, le superaccessoriate sono di una coppia svizzera con cui converso prima
di partire.
Il caldo è sempre più insistente e l’asfalto sembra
morbido sotto il sole, il tratto fino a Piacenza è infinito a causa del
percorso tortuoso, attraverso Monticelli d'Ongina un piccolo borgo con castello e una bella piazza.
In lontananza comincia a vedersi il nuovo ponte metallico con i cavi d'acciaio e i piloni azzurri.
Un gelato mi riporta ad una temperatura accettabile e
passati il ponte dell’autostrada, quello della ferrovia, finalmente appare
quello della statale, affiancato dalla ciclabile che fa molti ricami e
sottopassi per attraversare l’enorme svincolo. Qui lascio il percorso della via
Postumia per riprendere quello della Francigena verso Pavia.
Prima di Porto San Rocco incontro Roberto, di Varese
che, partito dal colle del San Bernardo, scende verso Roma, non so come faccia
a camminare sull’asfalto bollente, la sofferenza del pellegrino!
Ogni tanto sorseggio la borraccia che il barista mi
ha riempito di ghiaccio, questo piccolo lusso mi fa sentire un privilegiato e
mi aiuta a proseguire imperterrito, sono un po’ stufo del panorama e pedalo
forte per arrivare prima.
Finalmente sono in vista della maestosa villa
Litta-Carini e con ancora più foga spingo sui pedali, purtroppo la strada è
sinuosa e ci vuole ancora parecchio.
Sono in piazza di fronte all’ostello, sono
il solo cliente e siccome conosco tutti i segreti della struttura, essendomi
fermato all’andata, mi permettono di fare tutto da solo.
Deposito le mie cose e
vado al supermercato a fare spesa per una cena sontuosa, l’ultima del viaggio,
domani arrivo a casa, sono felice come un bambino, ormai ho completato il
progetto e l’idea di casa mi entusiasma.
Mi rendo conto di avere esagerato con gli alimentari,
antipasto di bruschetta e carciofini, pasta alla crudaiola con pomodorini,
mozzarella e basilico, anguria e gelato. Come previsto non riesco a mangiare
tutto, il gelato rimane in freezer.
Sono padrone della struttura, mi ero sistemato in
basso nello stanzone, ma le enormi finestre esposte al sole del pomeriggio
hanno surriscaldato l’ambiente, così mi sposto nella torretta in una stanza
molto carina e meno finestrata, la temperatura è un po’ meglio.
Mi addormento immediatamente, ma il calore mi sveglia
e all’una di notte scendo come un fantasma, prendo il gelato e sfidando le
zanzare mi siedo fuori su una panca a mangiarlo.
Oggi 148 km pedalando 7h 08'
dislivello +399m
Totale 5122 km in 265h 38’
dislivello +50542m
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