Giro d'Italia 10/6/2017 giorno 39 SANSEPOLCRO-ARGENTA
Questa mattina ho sentito passare un cane col padrone
alle cinque e mezza, non so se abbiano visto la tenda acquattata insieme alla
bici sotto i rami bassi di un albero contro un muretto di contenimento. Senza
perdere tempo mi metto all’opera, in un’ora tutto è sistemato e sto salendo
verso il passo di Viamaggio, la strada è tranquilla e la campagna si stende sui
lati della valle, per la più parte adibita a pascolo o al taglio del foraggio,
nelle rare zone selvagge avvisto due volte i cervi, prima quattro e poi uno
solitario che brucano con circospezione.
Anche una grossa lepre attraversa di
corsa un campo con la coda a batuffolo bianca che risalta nel verde.
Il cielo è completamente coperto di nuvole, per me è
una fortuna, mi evita di surriscaldarmi fin dal mattino, in una pausa pane e
miele mi sorpassa un gruppo in bici da strada, viaggiano come missili al mio
confronto.
Finalmente sono al passo e qualche km dopo mi fermo a far colazione
in un bar, gentilmente mi riempiono le borracce e discendo la val Marecchia a
ritmo sostenuto, ormai l’orario è più comodo e incrocio molti pedalatori che
salgono.
Mi accodo a un gruppo e l’emulazione mi permette di mantenere
un’andatura elevata anche in pianura, alle 11 sono in centro a Rimini dove mi
riposo al vecchio mercato del pesce facendo una telefonata a casa.
La nostalgia e la domanda della Vale “Quando torni papi?” mi inducono a tagliare il percorso, già da un po’ ci pensavo, non andrò fino a Venezia ad intercettare la Via Postumia (antico percorso di pellegrini diretti a Genova e Santiago), la raggiungerò a Mantova.
La nostalgia e la domanda della Vale “Quando torni papi?” mi inducono a tagliare il percorso, già da un po’ ci pensavo, non andrò fino a Venezia ad intercettare la Via Postumia (antico percorso di pellegrini diretti a Genova e Santiago), la raggiungerò a Mantova.
Proseguo seguendo la costa verso Nord e a Cesenatico
mi imbatto in uno spettacolo bellissimo di imbarcazioni storiche dalle
variopinte vele latine in bella mostra nel canale, fotografandole incontro
Gaetano che lavora a Cervia al Reparto che fa manutenzione agli elicotteri
dell’Aeronautica Militare e scopro che abbiamo molte conoscenze comuni.
Arrivo a Ravenna che mi fermo a visitare, per
raggiungere il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di San Vitale e la Tomba di
Dante i cartelli turistici mi fanno fare chilometri.
Purtroppo il tratto successivo di strada non è
altrettanto suggestivo, anzi, è piuttosto noioso, piatto e con poca vegetazione
a parte le coltivazioni, Alfonsine e Argenta non offrono grandi attrattive, il
sole è ritornato e fa parecchio caldo.
Un bar mi permette di ristorarmi con una birra fresca
mentre guardo divertito un bimbo che gioca a salta senza posa, “Mimitri” mi
dice di chiamarsi, è il figlio della barista dell’Est e Dimitri è il nome.
Diventa problematico trovare dove sostare, tutto è
coltivato e ai bordi della strada una recinzione continua impedisce l’uscita,
finalmente dopo chilometri d’attesa trovo un angolino protetto da un campo di
mais e mi fermo dopo aver percorso la tappa più lunga del viaggio.
Le zanzare padane cercano di vampirizzarmi e sono
costretto a chiudermi in tenda molto prima del buio.
Oggi 210 km pedalando 9h 36'
dislivello +1472m
Totale 4793 km in 249h 52’
dislivello +49547m
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