martedì 19 aprile 2016

Martedì 19.4.2016 giorno 018 Siviglia-El Real de la Jara

Martedì 19.4.2016 giorno 018
Siviglia-El Real de la Jara
Questa mattina sveglia presto come al solito, solo che essendo in albergo non devo preparare la bicicletta e ho un enormità di anticipo.  Penso che andrò alla  cattedrale per farmi mettere il timbro di partenza, solo che aprono alle 9,30.
Ho fatto una colazione interminabile per tirare un'ora decente non mi avanza comunque un sacco di tempo.






Alle 8:45 decido di andare comunque alla cattedrale, fortunatamente è aperta e c'è un guardiano che mi appone il timbro, quindi parto, attraverso il ponte di Triana cercando la strada mi accorgo di non avere le borracce, accidenti le ho dimenticate in frigorifero, poco male, torno all'hotel, riprendo le borracce e riparto.






Questa volta facendo una strada differente prendo una pista ciclabile che mi porta lungo il fiume che poi gli attraverso e mi dirigo a Camas, alla periferia verso Santiponce, dove c'è il monastero di Sant'Isidoro del Campo, che é chiuso, e le rovine della città romana Italica vedo l'anfiteatro e le terme di cui non rimane molto.






Arrivo a Guillena lungo la via asfaltata e incontro due gruppi di pellegrini spagnoli e tedeschi mi fermo a salutarli a chiacchierare un attimo e riparto da qui comincia il cammino sterrato, la prima parte non è male con una strada lunga e dritta tutta saliscendi.






Incrocio ancora un gruppo di spagnoli che mi fermo a salutare e poi incontro due signore tedesche con cui cammino un po', saranno gli ultimi incontri, il resto della tappa sarà solitaria sotto l'acqua. Arrivo in un tratto della pista estremamente fangosa dove le ruote e diventano delle enormi salsicce di fango che non passano nella forcella e sono costretto a scendere dalla bici per ripulire le gomme ogni 50 m.  Esco dalla pista e mi infilo nell'uliveto che c'è sul lato sinistro, va un pochino meglio solo che il fango appiccicato alle ruote raccoglie la sterpaglia, neanche così non va molto bene, alla fine sono costretto a levare il parafanghino di plastica della decathlon che, dalla disperazione getto, essendo una palla di mota.






Sono sudato come un cinghiale, spingo la bicicletta con una fatica incredibile su per la salita e penso che non ne uscirò mai, ma, piano piano, il terreno cambia e si fa un pochino più secco, senza il parafango riesco a montare in bicicletta e ad andare, anche se lentamente, fino ad arrivare in una zona più sassosa.
Qui è più difficoltoso procedere ma almeno non raccolgo il fango, arrivo in una zona collinare con prati e alberi sparsi, dove pascolano le mucche.



La pista si trasforma in un sentiero pietroso da enduro dove talvolta sono costretto a scendere dalla bici perché gli scalini di pietra sono troppo alti, le mie ruote che non sono artigliate dovere pattinano e sono costretto a pedalare lentamente per non farle scivolare. É una vera battaglia ma alla fine ne esco e prima di Castilblanco de los Arroyos arrivo di nuovo sull'asfalto, ho omesso di dire che sta piovendo già da un pezzo e sono contento come una Pasqua di essere di nuovo sulla strada.
Ormai  ho percorso quasi 50 chilometri, devo per forza mangiare qualcosa e scaldarmi così mi fermo in un bar per un cappuccino, hanno Internet e mi concedono addirittura di mangiare le mie cose, prendo un secondo cappuccino e rinfrancato riparto.
Questa volta, sempre sotto l'acqua, non se ne parla nemmeno di infilarsi sul sentiero, che peraltro corre accanto alla strada e decido di farmi due tappe di filato facendo 30 chilometri fino a Almaden de la Plata in un continuo saliscendi che spezza le reni e con la pioggia che non si arresta un attimo. Bagnato fino al midollo, la tuta in Gore-Tex almeno mi tiene al caldo. Ai lati della strada sempre le solite colline di prati e alberi dove pascolano talvolta pecore, talvolta branchi di maiali scuri, talvolta cavalli o mucche.



Finalmente arrivo a El Real de la Jara che ho deciso essere la tappa finale della giornata, vado a cercare un ostello che qui si chiama Alojiamiento del Peregrino e mi installo.





Mi fanno mettere la bicicletta in garage e mi assegnano un letto in una camera con due letti a castello, mi faccio un interminabile doccia calda e torno a sentirmi un essere umano. Mangio qualcosa e faccio i compiti.
In ostello sono quasi tutti tedeschi meno una coppia di francesi, si scambiano quattro parole e ci si racconta del proprio viaggio.
Cena con una coppia di francesi che mi offro anche un po' della loro pasta, sono bretoni al loro quarto cammino e sono anche molto simpatici.
Oggi 97km in 6h 26'
Totale 2492km in  133h 52' ai pedali.




Nessun commento:

Posta un commento