mercoledì 29 aprile 2015

giorno 17 ZURIAN IROTZ - PUENTE LA REINA/VAL DE MANERU

Oggi sveglia alle sei e mezza, l'interno della tenda è gocciolante, guardo fuori pensando alla pioggia ma il cielo è quasi sereno. Probabilmente ha fatto parecchio freddo e la mia umidità si è condensata all'interno. Colazione rapida e inizio a impacchettare. Passano due pellegrini che mi salutano e guardando stupiti. Lasciare il posto mi costringe, come per entrare, a sollevare di peso El Carrete per evitare che le ruote si forino sul filo spinato a terra.
Rimesso in pista si va, ma il primo tratto è molto ostico, tanto che in dei passaggi lo tengo come una carriola per dirigere le ruote con precisione tanto è stretto e costellato di sassoni.









Dopo la parte equilibristica si arriva a Irotz e al ponte prendo la pista ciclabile che segue il fiume per risparmiare il mio piede offeso (tanto poi c'è da arrampicarsi sull'Alto de Perdon).
Dieci km passano un po' lentamente perché sono solo, essendo partito da metà di una tappa.
Finalmente arrivo in vista di Pamplona con le sue chiese che stupidamente non fotografo in attesa dell'inquadratura migliore che non viene mai. Arrivo al ponte della Magdalena che dà accesso alla città con una ragazza neozelandese, cerca una posta per spedire a casa il sacco a pelo e alleggerire lo zaino. Attraverso la città da solo seguendo le conchiglie, con sosta in farmacia per un protettore gastrico visti tutti gli antinfiammatori che prendo.































Il centro, le mura antiche, la zona universitaria e sono fuori verso Cizur.
Ci sono campi di colza tutti gialli e campi di grano che fluttuano al vento sulle colline intorno. Sullo sfondo già si vede la cresta coi generatori eolici allineati dove mi aspetta il Perdon.







La strada è bella, bianca e serpeggiante tra le colline, incontro e chiacchiero con un brasiliano, una canadese e nell'ultimo tratto con un coreano con cui arrivo in cima. E' uno studente di medicina simpatico e solare, ci fotografiamo insieme. Peccato che non gli ho chiesto come si chiama .



























Il posto è spettacolare con le sagome di metallo dei viandanti e un panorama meraviglioso grazie anche alla bella giornata. Dopo un panino lascio il monumento per scendere con un poco di ansia visto come parte il sentiero e le descrizioni lette.




Ancora una volta lo guido come una carriola vista la pendenza esagerata e piano piano scendo in una pietraia che pare un torrente in secca. Finalmente il precipizio termina e la discesa si fa dolce con un fondo più facile. Arrivo ad Uterga con una coppia di francesi che perdo per strada e dopo un paio di paesini arrivo a Puente la Reina con un bel centro storico e molte chiese.







    







    









Timbro al primo albergue perché conto di fare campeggio anche questa sera. Spesa e via sul ponte che dà il nome al paese ed inizio la tappa successiva.
Mi dó tempo mezz'ora per allontanarmi dal paese e cercare un posto per campeggiare. Lo trovo quasi subito seguendo le strade bianche che entrano nella valle, prendo un sentierino e mi accampo un po' lontano dalla via. Col sole è magnifico: pini, macchia e arbusti fioriti intorno, panorama della vallata, uccelli che cantano.


Sistemo tutto e ceno sotto il sole al tramonto, pane camember e olive, yogurt e crema al cioccolato. Oggi è stata una giornata meravigliosa, ho conosciuto un sacco di gente e parlato tutte le lingue che conosco.
Altri 36 km del mio cammino.




6 commenti:

  1. Goditi la primavera! I posti sono bellissimi ma le strade un po impervie...
    Sei sempre sulle distanze della maratona, prendila comoda...
    Oggi è un pellegrinare. ;-)

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  2. Bella tappa quella di oggi! Buon riposo!

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  3. Ogni giorno i tuoi racconti mi regalano emozioni uniche...grazie

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  4. Dai Paolo anche la vita da pellegrino piuttosto che maratoneta ha i suoi vantaggi. Bei posti e belle foto. Aspettiamo aggiornamenti

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  5. Che bello leggerti, ci fai viaggiare. Tieni duro, noi ti seguiamo.

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  6. Dopo avventure in elicottero avventure col carrello...la crisi economica imperversa

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