lunedì 27 aprile 2015

giorno 15 ST. JEAN PIED DE PORTE - RONCISVALLE

Sveglia nella camerata di cui avevo solo intuito il letto al buio. Due si alzano alle 5 e vanno, io aspetto le sei dato che il padrone mi ha avvisato che la prima luce è alle 7.
In camera c'è una coppia di tedeschi e una coppia di inglesi tutti giovani. Facciamo due chiacchiere al volo vestendoci.
Metto il timbro e pago.  Esco con i tedeschi e dietro indicazioni dell'albergatore faccio la via alta (di Napoleone) che mi ha assicurato possibile. Salto in panetteria per baguette e croissant e all'attacco.
A tratti è veramente ripido ma asfaltato, dieci minuti e piove forte e di più ma ogni tanto mi fa respirare. Il vento sulle mani e le scarpe fradice mi fa perdere la sensibilità nella prima mezz'ora.


Dopo un po' mi ritrovo con uno spagnolo, Isidro, un tipo originale e forte, che marcia di buona lena e ce la raccontiamo in spagnolo, il mio primo contatto con la lingua. Mi racconta che la moglie, che ha avuto la polio, lo segue in auto e si incontrano a fine tappa, è una cosa carina.
Nella parte più alta, dopo il rifugio Orisson siamo esposti a un vento terribile che mi congela bagnato come sono. Il percorso scorre sotto le mie gambe fluido, il piede mi dà un po fastidio ma funziona. Ogni tanto Isidro grida o fa delle uscite un po folli ma il tempo passa. Incrociamo un furgone bianco, l'autoambulanza, mi dice e lasciamo l'asfalto. Il primo pezzo mi preoccupa ma riesco a cavarmela. Ci sono tratti boscosi di faggi enormi, prato inglese di alta montagna, cespugli di ginestra su crinali suggestivi, peccato essere immersi nelle nubi e vedere il panorama solo a tratti e per piccoli tratti.
La discesa mi dà fastidio al piede, e anche parecchio, dove è ripido. Ci sono tratti fangosi ad altri con mezzo metro di foglie secche.
Finalmente la discesa si addolcisce e arriviamo al passo di Ibañeta, alla chiesetta di San Salvador dove c'è una comitiva di giapponesi? stranamente schiamazzanti che cominciano a farmi foto, penso per il carrello. Gli faccio anch'io una foto e un selfie con Isidro.





In poco tempo siamo a Roncisvalle e mi accompagna all'informazioni per trovare l'albergue poi ci separiamo. 




Il sito di Roncisvalle è suggestivo con chiese e costruzioni imponenti ma io non ne posso più dal freddo alle mani e mi imbuco nell'ostello che è molto industriale e superorganizzato. Ci metto un'ora a recuperare la sensibilità alle mani e riempire il modulo del check-in.
Mi fanno mettere il carrello nel ricovero bici, lasciare le scarpe fradicie nell'apposito locale e salire al mio letto.
Doccia magnifica ma solo dopo aver mangiato perché col freddo non ci siamo fermati un istante.
Spero che smetta di piovere per visitare qualcosa.
Per pura combinazione, mentre sto aggiornando il blog nella hall, mi imbatto in una guida che raccoglie turisti per una visita guidata. E' stata una fortuna, perché sta ancora piovendo e solo non ci sarei andato. Mi fodero i piedi di carta di giornale e con le scarpe ancora umide mi avvio.















Ne è valsa la pena, è stato interessante.
Prima tappa da 26 km e salita sulla via alta che potevo evitare, dato che le nubi e la nebbia hanno impedito la visibilità per tutto il giorno.

4 commenti:

  1. Bravo Pablo!! Ti devi prendere il tuo tempo! Non affaticarti troppo, per la tua gamba non è il massimo.
    Sei forte!! Un abbraccio.

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  2. Dai Paolo, sono cambiati i mezzi di trasporto ma la meta si avvicina!

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