mercoledì 14 giugno 2017

Giro d'Italia giorno 1 NOVARA-ORIO LITTA

Giro d'Italia giorno 1 NOVARA-ORIO LITTA


















Come di consueto l'ansia della partenza complica il sonno, mi sveglio alle quattro e un quarto e guardo l'orologio, già mi ero svegliato due volte, il sonno non ritorna e alle sei meno un quarto mi decido ad uscire dal letto stanco di guardare il soffitto.
finisco di sistemare le ultime cose e preparo la colazione per me e anche per la Vale che si alza tra poco. Anche la Lella si alza a salutarmi, infilo nello zaino due cose da mangiare per il primo tratto di strada e dopo aver salutato tutti con il magone scendo in garage dove la Teresa (è la bici) mi aspetta già carica, tempo di sistemare e sono in strada, intanto ho il pubblico commosso che mi saluta dal balcone, non ci vedremo per almeno un mese e mezzo. Tempo di fare una foto e si dà inizio alle danze. Tanto per vedere com'ero all'inizio del viaggio.


Come sempre parto con i portafortuna della Lella, della Vale e del Luca, non sono superstizioso, è più un modo di averli vicini, un'abitudine vecchia di qualche anno. 
Sono vestito un po' troppo leggero forse, ancora la temperatura è piuttosto bassa e la giornata è nuvolosa, sicuramente non suderò troppo.

Il cielo bigio verso Mortara non promette niente di buono, solo qualche coriandolo d'azzurro verso ovest.
Filo veloce sulle strade percorse decine di volte per raggiungere il tracciato della via Francigena. Lasciando Mortara sono già su sterrate fangose e piene di pozzanghere enormi.



La media crolla decisamente, il terreno pesante e la ricerca continua dei segnavia o la consultazione del gps fanno perdere un sacco di tempo e purtroppo non fanno apprezzare molto il panorama.



Le risaie della Lomellina, appena allagate e senza ancora i germogli del riso sono una palestra d'ardimento per gli uccelli padani e non solo. Aironi, gazzette, cavalieri d'Italia, cornacchie, ibis sacri ed altri di cui non conosco il nome zampettano sugli specchi rettangolari a caccia di cibo. Anche sulla strada c'è vita, una moltitudine di conigli selvatici e mini lepri fugge al mio passaggio, una a momenti mi si infila tra i raggi.
Le nutrie, come dei vecchi maggiordomi inglesi, ti guardano con aria compassata dietro i loro baffoni e non fanno una piega, un fagiano scappa correndo e solo quando sono troppo vicino si decide a volare.
Il panorama umido della Padana, come solo il delta del Mekong può essere, scorre placido sotto le ruote della bici.
Dopo Tromello il percorso ritorna su stradine secondarie asfaltate, per fortuna, stavo caricandomi di fango sui bagagli e sulle gambe. 

Viaggio per la prima volta col carico anche sugli steli della forcella e devo dire che non dà fastidio, poco peso e bilanciato.
A Zerbolò pausa banana, sono le 10 e ho percorso 55 km, va bene.
Continuo fino a Pavia dove mi fermo solo per qualche foto e proseguo sugli sterrati, fortunatamente meno fangosi, che costeggiano il Ticino.






A Santa Margherita incontro il primo pellegrino, Luciano, di Firenze, stiamo affiancati a parlare per un tratto, mi racconta che fa solo una parte del cammino. A Belgioioso lo saluto e proseguo più veloce.


Ho un calo di zuccheri, mi va insieme la vista, mi fermo dove sono e accosciato mangio pane e cioccolato, e poi ancora e una nespola e una barretta di semi di chia, va meglio, posso proseguire senza mettermi la Teresa per cappello.



Eccomi all'argine del Po che ad un certo punto è interrotto per lavori e non si passa.
Con l'aiuto di Mapsme e del gps trovo un'alternativa, che meraviglia la tecnologia! Attraverso il lambro e di nuovo su una strada bianca ben tenuta e con i simboli del pellegrino a marcarla arrivo in vista del gigantesco e sorprendente palazzo Carini, sono ad Orio Litta.
Nell'ultimo quarto d'ora la pioggia si è fatta avanti e rinforza, ho già il telefono scarico per aver provato a  viaggiare con Strava in funzione (ho deciso che non lo utilizzerò più, costa troppo in termini di batteria, posso campare anche senza le tracce del percorso effettuato).




Mi fermo alla casa del Pellegrino ad Orio e faccio una ricerca telefonica per una sistemazione a Piacenza, mancano ancora 24 km e anche sotto la pioggia posso reggere, ma sistemarmi in tenda è troppo. Nel frattempo arriva una coppia belga un poco più anziana di me, Clodine e Alain, e al bar davanti ad un latte macchiato cerco anche per loro, purtroppo non trovo nulla a prezzo accettabile, così decido di fermarmi qui, ed anche loro fanno lo stesso.
Ci sistemiamo e poco dopo arriva un gruppo di sei francesi, è inutile, sulla via Francigena gli italiani sono una minoranza etnica.
I francesi vanno al ristorante, io ceno all'ostello con Clo e Alain che sono simpatici e molto affabili, chiacchieroni come me, non c'è un attimo di silenzio. 




Sistemato tutto alle nove e mezza siamo a letto, dividiamo una stanzetta molto carina e ben attrezzata.


Sicuramente domattina mi sveglierò ad un'ora barbara, buono il bilancio della prima giornata, non sono spezzato dalla fatica nonostante il fango e la pioggia.
Oggi 134 km pedalando 6h 34'

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