Giro d'Italia giorno 9 ROMA-SEZZE via Francigena del Sud
Mi sono messo a letto
tardi, non avevo sonno ed ho parlato col ragazzo che dipinge il grande disegno
sul muro della hall, un pellegrino artista, resta per completare la carta
d’Europa con i cammini da Santiago a Gerusalemme. Il mattino mi sveglio
comunque presto e alle cinque sono col telefono in mano a preparare le tappe
successive. La colazione è scarsa, mi rimangono solo pane e cioccolato, appena
qualcuno apre il cancello approfitto e sono nella Roma quasi fantasma delle sei
e mezza, seguo a naso le viuzze di Trastevere e sono sul ponte di fronte alla
Bocca della Verità.
Costeggio il Circo
Massimo, le terme di Caracalla e sono all’inizio della via Appia Antica.
E’ un
contesto molto bello con villoni importanti tra i resti romani e i colli, ma il
fondo, con i resti del basolato che si alternano ai cubi di porfido è
terribile, cerco di viaggiare sui sentieri dei runners che corrono nella
banchina erbosa ai lati.
Un maligno vento contrario
mi complica la vita e oggi non si scappa, l’Appia è dritta come una spada,
supero la via di Fioranello, dove andavo a correre ai tempi di Ciampino, S.
Maria delle Mole e Frattocchie, dove lascio la via romana dopo una colazione al
bar.
Il cammino verso Castel
Gandolfo e poi Rocca di Papa è un’impresa, su stradelle ripidissime,
indicazioni scarse e un ventaccio ora teso.
Costeggio il vulcanico
lago di Albano stando alto sul ciglio del cratere e non si può percorrere la
strada pedonale perché interrotta per frane.
Questa mattina ho il
record di lentezza, in tre ore ho percorso solo 30 km, ma mi sembra siano stati
tutti di dislivello e ho guardato il navigatore ad ogni bivio.
Bel tratto boscoso fino al
lago di Nemi, incrocio una ragazza sulla sedia a rotelle in evidente
pellegrinaggio verso Roma accompagnata da sostenitori e ambulanza, le grido il
mio incoraggiamento e la mia ammirazione, meno entusiasti gli automobilisti in
coda dietro.
Queste circostanze ti
fanno riflettere sulla nullità e la pochezza delle cose che facciamo, a volte
ci sentiamo fenomeni, quando c’è chi vive eroismi quotidiani, di cui nessuno si
accorge, anche solo per sopravvivere.
La strada scende fino al
lago di Nemi per poi risalire, visto che lo conosco decido di risparmiarmi una
salita restando in alto. Discesa fino a Velletri e sosta supermercato, la mia
cambusa è completamente vuota.
Seguire il tracciato della
via Francigena qui è sempre più complicato e invece di guardare il panorama ho
sempre gli occhi sullo schermo, ho quasi deciso di seguire la statale per
Terracina quando il diavoletto seduto sulla mia spalla mi convince ad andare
verso Sermoneta e iniziare la scalata.
Arrivato al borgo antico proseguo su
sterrate abbandonate e mi perdo un paio di volte, seguendo le indicazioni di un
contadino trovo una strada che attraverso Bassiano mi porta a Sezze, ma a
prezzo di un dislivello notevole e un sacco di fatica. Fortunatamente dopo 7 Km
un’anima pia ha segnato sull’asfalto 500 m al colle, mi ha ridato la speranza.
Sono piuttosto sfinito, mi
vesto un po’ e mi abbandono alla discesa, ogni tanto un piccolo strappo in
salita mi costa molto.
Finalmente a Sezze scendo a Sezze Scalo, viaggio un po’
verso Priverno finchè non mi do per vinto, trovo un orto fuori mano con un
albero e una sedia all’ombra e decido che sarà la mia dimora.
Giornata durissima, due
colli da superare e il vento implacabile, mangio e crollo.
Oggi121 km pedalando 7h 57'
Totale 1044 km in 58h 54’
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