domenica 21 ottobre 2018

ISLANDA GIORNO 31 - 11 giugno '18

                                               ISLANDA GIORNO 31 - 11 giugno '18



Nonostante mi sia addormentato abbastanza tardi la sveglia è alle 5 e mezza e come sempre non riesco più a dormire. Mi sono accordato con Ben per partire alle nove e mezza, quindi mi rimane un sacco di tempo da impegnare, faccio colazione e preparo le mie cose con calma nel tepore del bagno.
Il termosifone mi permette di asciugare il costume e nel frattempo si carica la batteria del telefono.
La pioggia della notte mi ha lasciato il telo della tenda bagnata, fortunatamente prima di partire asciuga e lo ripiego al meglio.
Ricomincia a gocciolare mentre smontiamo il campo,  è solo un attimo e poi smette.
Ci spostiamo verso la Secret Lagoon ma a quest'ora la struttura è ancora chiusa, Ben si accontenta di qualche foto dall'esterno, io l'ho già visitata ieri, quindi siamo soddisfatti e ci dirigiamo a Hrunalaug, la sorgente calda, per un bagno gratis.



Ormai conosco la strada e i quattro km di sterrato in compagnia scorrono veloci, passata la chiesetta in lontananza vediamo una tenda, è montata appena al di sopra del parcheggio proprio accanto al cartello: "divieto di campeggio", avvicinandoci dolcemente in salita ci chiediamo chi ha osato tanto.
La sorpresa mi lascia a bocca aperta, all'interno una signora acida con sedia e tavolino ci aggredisce dicendo che la sorgente è privata e se vogliamo andarci sono 1000Isk a persona, a me non interessa, ma Ben vorrebbe almeno vederla, anche senza fare il bagno. L'arpia è irremovibile, o paghi o niente, la cosa comica è che fino a ieri ci si andava gratis, la signora dice che c'è una cassetta per le offerte che tutti ignorano ed ora si è stancata, io la cassetta non l'ho vista. Piuttosto che dargliela vinta ce ne andiamo verso la strada che porta a Landmannalaugar, anche se sappiamo di non poterci arrivare.




Incrociamo due inglesi con mtb dalle ruotone plus, allestite bikepacking, vengono dalla zona dove vogliamo andare  e dicono che non è male, ci mostrano un percorso che, attraversando una diga, ci permette di risparmiare strada inutile, confermano che la strada per Landmannalaugar è impraticabile.
Proseguiamo fino al centro informazioni di Arnes, dove facciamo sosta al fast food accanto.
Il cielo è coperto e fa freddo, ma abbiamo un aiuto dal vento che oggi ci è amico, siamo in una vallata molto larga e si vedono molti piovaschi in lontananza, fortunatamente tutti sull'altro versante.
Il panorama si fa più interessante, ci scorrono ai lati cupe montagne di lava pezzate dal solito verde incredibile dell'erba islandese.


La strada comincia ad inerpicarsi dove la valle si stringe, noi abbandoniamo l'asfalto e seguiamo una pista che porta verso una dimora vichinga e una zona di cascate.




La valletta che stiamo percorrendo offre un magnifico panorama, ci sono coni neri di sabbia lavica adagiati tra l'erba dei prati, sullo sfondo una catena di monti scuri ed un crinale di terra in cui giallo ocra, rosso, bianco si miscelano in mille sfumature.




Qualche boschetto qua e la sulle rive del torrente sfoggia alberelli stenti ma tenaci per resistere a questo clima ingrato, incrociamo una comitiva di ragazzi a cavallo che si godono una gita guidata.


Dopo qualche tratto di pista veramente accidentato arriviamo al parcheggio, in una zona pittoresca con ponticello e tavoli da picnic piazzati su un bel tavolato di legno, di cui approfittiamo per pranzare.
La visita dell'antica abitazione vichinga è deludente, rimane solo uno scavo che mostra i pavimenti di terra battuta circondati da qualche tratto di muro di pietre a secco, tutto coperto da una enorme tettoia moderna. I cartelloni spiegano che c'erano una chiesa, un soggiorno, cucina, servizi e la stalla, ma non è facile immaginarli senza la spiegazione.




Seguiamo un sentiero per andare a visitare una grotta, si arrampica sulle colline tra alberelli fino a portarci di fronte ad una conca in cui rigagnoli e cascate precipitano da tutti i lati, la caverna è enorme ma molto corta e una grande roccia scura con un lato più ingiallito sembra un Moai, una testa dell'isola di Pasqua, che fa la guardia alla strettoia in cui confluisce l'acqua.







La conca, circondata da nere pareti di basalto che mostrano strutture a colonna, a stratificazioni ripiegate su sé stesse e a esagoni, raccoglie un campionari di cascate di ogni genere, non sono enormi ma il complesso è bellissimo.


Dopo una quantità enorme di foto ci avviamo verso il parcheggio dove ci attendono le bici, abbiamo deciso di bivaccare qui, un bel prato riparato dal vento ci offre anche un focolare già pronto, abbiamo anche un tavolo dove cucinare e cenare.




Ceniamo presto e dopo quattro chiacchiere ci rintaniamo nella tenda, è piuttosto freddo qui tra le montagne.
E' stato bello viaggiare in compagnia, questa volta ho viaggiato in francese, il tempo vola, non si sente la fatica e quattro occhi vedono molto di più, non sfugge niente delle curiosità del paesaggio.

Oggi 62 km




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