giovedì 18 ottobre 2018

ISLANDA GIORNO 30 - 10 giugno '18

ISLANDA GIORNO 30 - 10 giugno '18


Ha piovuto per buona parte della notte, nel dormiveglia sento ticchettare le gocce sui vetri della serra e dentro di me ridevo assopendomi.
Ho appeso le borse col cibo alle tubazioni per proteggere i miei preziosi viveri dai topi e lo stratagemma ha funzionato, faccio colazione con calma  e mi preparo a partire.
Fa uno strano effetto vivere qui dentro, vedo le auto passare a poca distanza e mi sembra di essere in uno di quegli spettacoli live in cui vivi in vetrina e tutti possono curiosare ogni momento della tua vita, ma ora lo show è finito.
Sotto un cielo coperto che minaccia pioggia lascio la mia enorme tana di cristallo.
Per un tratto devo tornare verso Reykholt, una mandria di cavalli passa in senso inverso sulla ciclabile guidata da cowboys&cowgirls verso Geysir, probabilmente si apre la stagione estiva e si stanno preparando per il turismo con una transumanza di massa.




Prendo a sinistra per Reykholt e incomincia a piovere, un'oretta sotto l'acqua per non perdere l'abitudine, al bivio successivo dovrei andare ancora a sinistra per Flúđir, ma mancano solo due km a Reykholt e decido di andare a vedere. 


Pessima decisione, non c'è veramente nulla di interessante, tornando vedo una tenda e due bici in un campeggio sulla strada e mi fermo a curiosare. Victor e Sergio, due ragazzi di Madrid, come me hanno i piani stravolti dalla f35 chiusa, loro, però, hanno poco tempo a disposizione e mi chiedono qualche consiglio su quello che ho già visto.
Spero di essergli stato d'aiuto, dopo un un po' di chiacchiere ci salutiamo e riprendo la strada.
Arrivato a Flúđir passo accanto al campeggio e mi fermo per una ricognizione, è caro e come gli altri senza un locale caldo dove poter stare, alla reception la ragazza argentina è molto simpatica e disponibile, mi spiega un po' di cose e come trovare i luoghi d'interesse, la saluto e proseguo.


Si attraversa un fiume e dall'altro lato del ponte, dopo una bella salita c'è il centro abitato, faccio tappa al piccolo supermarket per un po' di viveri e scopro che è estremamente più caro di Bonus e Netto oltre ad offrire molta meno scelta.



Prossima tappa la Secret Lagoon, pare il più antico centro termale sfruttato in Islanda, avvicinandomi vedo colonne di fumo sollevarsi dalla vegetazione, poi appare il torrente in cui viene scaricato il surplus d'acqua, l'area recintata delle piscine termali e sull'altro lato del torrente una serie di serre sicuramente scaldate dalla geotermia.





Una struttura con bar, tavoli e area di riposo dà l'accesso al comprensorio della piscina fumante in cui i turisti si godono il tepore, tutto intorno una collinetta con prati e rocce da cui sgorga l'acqua in piccole pozze e scorre in ruscelli fumiganti, qua e la cartelli di avviso: "acqua a 100°C pericolo". 







L'ambiente è molto caratteristico ma la visita è molto veloce, siccome non pago l'accesso alla piscina mi riposo ad un tavolo sorseggiando il mio solito caffè.



Ricevo un messaggio da Benjamin, il francese incontrato al lago Myvatn, dice che mi raggiungerà questa sera, appuntamento al campeggio, bene, si prospetta qualche giorno di viaggio in compagnia.
Non avevo ancora deciso dove sostare questa sera ed ecco risolto il problema.



Per passare il pomeriggio vado alla ricerca di un hot pot a qualche km da qui, il barista mi dà qualche indicazione e mi avvio su una sterrata dove sono assalito da uccelli bianchi e grigi con la coda di rondine, probabilmente hanno il nido nei dintorni. 


Scampato al pericolo da giallo di Hitchcock continuo fino alla chiesetta che mi hanno indicato e svolto risalendo una valletta di morbidi declivi verdi solcati da un rigagnolo. 



Arrampicata su un ripido pendio erboso e qui devo lasciare la bici, con costume da bagno e asciugamano attraverso il ruscello e risalgo la china.







Una piccola costruzione con tavole di legno scolpite  fa da spogliatoio a Hrunalaug, il tetto è coperto di zolle erbose e ci sono due pozze accanto. 






Una piccola e più naturale mentre dall'altro lato una sorta di canale con sponde si pietra a secco forma una vasca più grande. 






Ci sono già parecchie persone che si riposano in acqua, in pochi secondi mi aggiungo a loro. E' la sorgente più caratteristica che ho visitato fino ad ora ed è popolata in maniera variegata, un gruppo di russe sordomute gesticola con fluida eleganza conversando nel silenzio assoluto, spagnoli, un italiano, dei panamensi.
Una mezz'ora di relax e tante foto poi mi asciugo e riparto verso il campeggio.




La Teresa, là in fondo, mi aspetta paziente.


Bei cavalli vicino alla chiesa e ritorno alla minaccia degli uccelli lungo lo sterrato.




Quando arrivo al camping Ben è già lì ad attendermi, giusto il tempo di montare le tende ed inizia a piovere.


Ci trasferiamo nei bagni a cenare, nessuno dei due ha mangiato nulla da questa mattina, e a parlare,  viaggeremo insieme per un paio di giorni.
Anche per oggi la giornata è finita, ci rintaniamo in tenda a dormire.

Oggi 35 km



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