giovedì 4 ottobre 2018

ISLANDA GIORNO 27 - 7 giugno '18

ISLANDA GIORNO 27 - 7 giugno '18


Notte piacevole ma come sempre troppo corta, mi piacerebbe dormire, per una volta qualche, ora in più ma evidentemente sono costruito per sonni brevi.
Dopo la colazione un lusso estremo, bagno bollente circondato dall'aria frizzante del mattino, nudo come un verme, cullato dal canto degli uccelli mentre sogno nella pozza fumante.
Terminata l'interpretazione del ricco ecco entrare in azione la personalità dello schiavo, smonta il campo, impacchetta tutto carica la bici, scendi dal sentiero a piedi, scarica i bagagli, portali sulla strada, fai passare la Teresa sopra al cancello, ricarica e ... la terza personalità prende vita.



Il viaggiatore sognante che si meraviglia per ogni spettacolo si risveglia al contatto con la sella, sotto le ruote scorre la strada sterrata che si snoda nella valle, giusto il tempo di scaldare i muscoli e la strada comincia a salire verso il passo, il cielo è coperto ma non piove.


Ci sono strappi fastidiosi dove la ruota slitta sulla ghiaia cedevole ma per il resto il panorama ripaga ampiamente della fatica, ancora una volta cedo alla vanità dell'autoscatto e perdo un sacco di tempo per realizzare le inquadrature, peccato che il cielo grigio appiattisce un po' le immagini e non viene nulla di esaltante.



Un bel lago sulla destra della strada mi spinge ad arrampicare lungo la piccola deviazione, sarebbe anche panoramico ma il meteo non aiuta.



Sul pannello orientativo ... tutto quello che non vedo :-(


Ancora poco e sono quasi in cima, sulla sinistra un paio di baracche in lamiera ondulata e legno attirano la mia attenzione e, curioso come un bambino, vado a esplorare pensando possa essere il rifugio indicato sulla cartina. 


Giro attorno alla costruzione e una porta aperta mostra una serie di letti a castello dai materassi ampiamente rosicchiati dai topi e un tavolo, sopra la porta un teschio di capra.



Metto dentro la testa per vedere meglio e compare una mountain bike arancio, uno zaino, un mucchio di vestiti e su un letto un sacco a pelo da cui spunta una testa.


E' Tristan, un ragazzo americano dello Utah, si alza, si veste, carica la bici e diventiamo subito amici.



Anche lui è diretto a þingvellir, lo aspetto e ci avviamo insieme verso l'ultimo breve tratto di salita, poi si plana per un tratto fino al bivio, noi prendiamo a destra, qualche centinaio di metri verso sinistra si vede il bivacco arancione, sicuramente quello marcato dalla cartina.
Davanti a noi un panorama spettacolare che fissiamo con un occhio alle buche della strada e chiacchieriamo ininterrottamente come solo due viaggiatori sanno fare dopo qualche giorno di solitudine.
Per me è interessante sentire i suoi racconti sui parchi nazionali dello Utah dove fa la guida MTB e rafting per pagarsi gli studi, ha lasciato la famiglia, di rigorosa fede Mormone, per vivere in libertà nel suo van vicino all'università dove studia geologia.
Mi racconta un sacco di cose che non conoscevo sulla religione e gli obblighi che impone, anche lui si è cucito da solo le borse per la bici e scopriamo di avere in comune molte passioni, è ancora più giovane del SIMON, il mio Luca.
La discesa ci porta a costeggiare un lago e la strada diventa asfaltata, mentre il cielo lotta disperatamente per schiarirsi.



Al termine del lago una cresta si staglia di fronte a noi e la strada sale diretta per tagliarla in due, con una sudata notevole siamo in cima e di fronte a noi si apre la spianata di þingvellir (þ si legge come la th inglese in this) parco naturale e sito storico islandese. 


L'area ha ospitato il primo Parlamento in Europa, sede di ritrovo delle popolazioni locali in estate dal 930 d.C. che si riunivano per legiferare, tenere processi e stipulare accordi, contratti e matrimoni. 


La spianata si trova ed è geologicamente originata  dalla faglia tra la placca tettonica Atlantico/Americana e la placca Europea, il continuo allontanamento delle due placche ha generato questo pianoro che si abbassa di un mm all'anno. 


Il panorama è molto particolare, un catino quasi piatto dal fondo di roccia è solcato interamente da una lunga spaccatura tipo canyon e circondato da una chiostra di monti, il suolo è coperto da prati, laghetti, corsi d'acqua e boschetti, materassi di muschio e rocce frastagliate appaiono qua e la, alcune costruzioni caratteristiche e una chiesetta testimoniano la presenza recente dell'uomo insieme alle tre aree di campeggio.










Mille stradine, sentieri e ponticelli si intrecciano nella natura dove gli uccelli acquatici sono i padroni incontrastati.





Decidiamo di piazzare il campo e andare in bici a visitare i dintorni senza bagagli.
Girovaghiamo senza posa un po' a piedi lungo il canyon e accanto alla cascata su fino al centro visitatori e in bici lungo le rive di rigagnoli e laghetti, un guanto smarrito mi costringe a ripercorrere tutto una seconda volta, ma è magnifico, c'è addirittura un centro diving per esplorare le acque e le grotte del parco.








Ormai il cielo si è rasserenato ed il pomeriggio è finito (secondo l'orologio, perché la luce è ancora diurna) così torniamo al campeggio a fare la doccia e a cenare.


Tristan lavora un po' al freno posteriore della bici che cigola senza posa e quindi ci spostiamo al bar del centro visitatori a scaldarci guardando i souvenir e bevendo un caffè, sistemo le foto di oggi e si torna in tenda a dormire.
E' stata una giornata molto interessante, ho imparato un sacco di cose sulla storia dell'Islanda , sullo Utah e sui costumi dei mormoni, in più la compagnia è stata molto piacevole.

Oggi solo 45 km ma giornata super.



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