giovedì 4 ottobre 2018

ISLANDA GIORNO 26 - 6 giugno '18

ISLANDA GIORNO 26 - 6 giugno '18


La notte in riva al lago scorre tranquilla, ma dura troppo poco, mi sono addormentato presto ed altrettanto presto è la sveglia. Sto imparando il vizio di poltrire nel sacco a pelo, solo alle sette riesco a convincere il mio corpo ad alzarsi e, alle 8,40, sotto una leggera pioggerella fine e noiosa che stilla da una densa copertura bassa, mi metto in movimento.


Torno verso Borgarnes a fare spesa, ma cambio percorso, scambiando il panoramico sterrato di ieri con vista sui monti innevati per una 508 asfaltata, che mi risparmia il fango e continuo costeggiando il fiordo sulla 50. Attraverso il lungo ponte e in un'oretta sono in città.
Prima di dedicarmi ai viveri decido di esplorare un po' la città, a parte qualche vecchia abitazione caratteristica non c'è molto da vedere, provo con il centro commerciale attorno al Netto, ma gran parte dei negozi è chiusa, di fronte un grosso store di souvenir e articoli da campeggio mi richiama e mi permette di curiosare un po'. 
Infine la scoperta che il supermercato Bonus apre alle 11 mi costringe ad un'attesa inaspettata al bar accanto di fronte a una brioche e caffè.


Comprati i viveri mi lancio verso il percorso suggeritomi da John, il ciclista dell'Alaska conosciuto tre giorni fa, un tratto d'asfalto seguito da un gradevole sterrato che attraversa una zona ondulata di colline attraversando praterie piene di cavalli.



A rendere interessante il percorso l'attraversamento di un paio di corsi d'acqua, uno sopra un lungo ed esile ponte arcuato che stimola la mia vena artistica.


Finalmente sono sulla 52, autentico tracciato gravel, segue una valletta che scorre parallela al lago dove ho dormito questa notte, un paio di km più a Nord. Come mi diceva John il fondo è un po' accidentato in un breve tratto, ma si percorre agilmente, il tempo va lentamente migliorando e anche la temperatura sale.




Dopo un lungo tratto pittoresco circondato da verdi pascoli come un nastro adagiato sul fondovalle solcato dal ruscello, paradiso per cavalli e pecore, la strada diventa asfaltata e il vento a favore mi fa correre come una saetta.





Una casetta piuttosto malconcia in riva al torrente ospita una pompa, scarica un flusso di acqua fumante che lascia una scia di zolfo e calcare sul suo percorso verso il torrente, mi fermo per curiosare e approfitto per un spuntino. 




Un uccellino bianco e nero, goloso ed impertinente in cerca di briciole mi saltella intorno senza paura sulla ghiaia dello spiazzo.



Un tubone ruggine e biforcuto, avanzo di qualche lavoro idraulico, mi ricorda uno scarico per moto "due in uno", sono tentato di modificare la Teresa in un bolide a vapore!


La valle proseguendo si restringe e i suoi fianchi diventano più impervi, sono ormai alla prima delle due sorgenti calde, quella a destra della strada, Englandshverir. Una stradina perpendicolare parte attraversando il ruscello e si arrampica diritta sul pendio verso una fattoria che pare abbandonata. 


Il fondo di sassi smossi e la forte pendenza rendono difficile avanzare, ma con fatica e pazienza sono accanto al casale diroccato, con una svolta secca lo stradino piega a sinistra arrampicando in diagonale in una zona di prati acquitrinosi, il fondo si tramuta il due profonde guide fangose invase dall'acqua e scavate dai trattori. Il dubbio si insinua nella mente dell'esploratore. Controllo sul gps e scopro che ancora un km e mezzo di percorso a mezza costa mi separa dalla sorgente, decido che un percorso di guerra simile non vale la pena. 
Torno sui miei passi scendendo come un proiettile sulla ghiaia smossa e volando sopra il ponticello fino alla strada principale. Quattro km mi separano dalla seconda sorgente, Krosslaug, questa è proprio vicino al tracciato della strada, sulla sinistra.



In lontananza un'area verdeggiane di alberi sul pendio rocioso della valle attira lo sguardo, avvicinandomi scopro che è recintata, latifoglie e qualche abete ricoprono una piccola area, come sempre non sono grandi, per resistere al vento ed al freddo. Un cancello e un tornello interrompono  la recinzione, mentre arrivo una coppia lascia il sito e se ne va sull'unica auto parcheggiata.


Pensavo di pernottare accanto alla sorgente ma la recinzione e la catena sul cancello complicano le cose, ma non per molto, scarico tutti i bagagli e faccio passare la bici al di sopra del cancello, ricarico e la spingo su per il sentiero dissestato, in un paio di minuti sono arrivato.
Due belle pozze fumanti sono di fronte a me, la prima non molto grande di acqua sorgiva accanto ad una roccia e la seconda qualche metro più a valle formata dal ruscello che scarica la prima.


Poso la bici e in n attimo sono a mollo, sto sognando questo momento da tutta la giornata e il fiasco della sorgente precedente ha acuito il desiderio, mi guardo intorno beato tra i fumi di vapore, nascosto dalla vegetazione e cullato dal canto degli uccellini.


E' molto caldo e non resisto molto, mi rivesto e cerco un posto per accamparmi.




Una piccola radura in piano offre giusto lo spazio per tenda bici e cucina, subito un bel the, seguito da pasta con fagioli e bacon, con lo stomaco pieno, soddisfatto passo al montaggio del campo.



Dopo un secondo bagno provo a telefonare e con grande meraviglia scopro che c'è segnale nonostante  sia in una zona molto isolata.
Terminato anche il diario sono assalito da un attacco di gola che placo con i biscotti al "sukkuladi" come li chiamano qui e questo chiude la giornata.

Oggi 64 km prevalentemente sterrati.



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