martedì 5 marzo 2019

Myanmar 16 Nyaung Shwe

16 novembre 2018        Venerdì                   G16                          Nyaung Shwe


Questa mattina diamo un’occhiata al villaggio di Nyaung Shwe e facciamo una ricerca sui costi del prossimo spostamento verso Kalaw. All’agenzia ThuThu, consigliata dalla Lonely P., spuntiamo lo stesso prezzo proposto dalla reception dell’hotel, il trasferimento in taxi è un po’ più costoso del bus ma si risparmia un sacco di tempo.
Curiosiamo tra le bancarelle del mercato dove c’è grande profusione di frutta, verdura, pesce e tessuti oltre agli oggetti per turisti.
Ce ne andiamo con un avocado e qualche souvenir diretti al molo dove contrattiamo un’altra uscita in barca sul lago Inle. 
Ancora una volta le procacciatrici d’affari ci assalgono come mercanti assiri e inflessibili contrattano il prezzo, passandoci al barcaiolo per la gita. Queste donne ed il loro modo di fare sono l’unico punto in comune con la nostra civiltà, evidentemente il commercio non sempre libera il meglio delle persone, non che fossero cattive o sgarbate, ma mancavano del lato umano che qui è tanto evidente in ogni persona.
La giornata è bellissima e in barca si sta proprio bene, oggi niente mercato perché il villaggio in cui si tiene è all’estremità del lago, partendo alle 10 si arriva quando i mercanti se ne sono già andati.



Dopo il canale, dagli argini del quale i bufali d’acqua ci osservano pascolando, incrociamo di nuovo i pescatori equilibristi che meritano una raffica di fotografie.





Fortunatamente il nostro giovane piroga driver decide di navigare lungo il lato est del lago concedendoci un panorama nuovo sugli orti galleggianti, sul monastero in mezzo al bacino e su villaggi ancora sconosciuti.





Navighiamo tra le palafitte ancora una volta rapiti da questo modo di vivere così particolare, scivolando accanto a pali di bamboo galleggianti che delimitano il “cortile” d’acqua delle abitazioni.






Facciamo la prima sosta in un laboratorio di tessitura di seta e loto, la ragazza che ci accompagna a me pare una quindicenne ma si scopre che ha 24 anni e, come le donne di tutto il mondo, non nasconde la gioia di apparire più giovane.







La visita successiva è dedicata agli artigiani dell’argento che fondono, martellano e cesellano gioielli e oggetti seduti a gambe incrociate di fronte a tavolini minuscoli. Tutta la giornata curvi su un lavoro certosino frutta loro 3/400 US $ mentre la loro produzione viene venduta a prezzi occidentali.



Un problema all’elica della nostra imbarcazione ci ferma per una ventina di minuti che trascorriamo sulla terrazza del laboratorio osservando la vita nelle case attorno. 






Dà l’impressione di essere dei guardoni perché tutto si svolge sulle terrazze davanti all’acqua o nelle capanne dalle finestre completamente aperte, è così che assistiamo alla doccia di una famiglia che raccoglie l’acqua dal canale con un catino e si lava con i vestiti addosso. La cosa che lascia più stupiti è che pescano l’acqua con una tazza e la bevono come fosse di sorgente.
Sistemata la barca il nostro capitano ci porta a pranzo in una palafitta/ristorante dalla terrazza enorme ed ombreggiata dove una quantità di persone affolla i tavoli, ci sono anche molti locali.


Non possiamo farci mancare il pesce alla brace cotto in foglie di palma, che si rivela molto saporito e delizioso, insalata di patate e verdure fritte in una salsa speziata completano il pasto accompagnato da un frullato di frutta.


La visita prosegue alternando navigazione alla visita di un negozio di souvenir, il mercante mostra come attrattiva principale tre generazioni di donne della tribù Kayan (Paduang in lingua birmana) in costume tradizionale, con anelli d’ottone al collo e alle gambe, la più anziana lavora al telaio.





Sono quelle che vengono chiamate donne giraffa per l’effetto di allungamento del collo provocato dagli anelli d’ottone aggiunti progressivamente. Probabilmente è la caratteristica etnica più particolare nella zona, mette un po’ tristezza il fatto che vengano esposte come animali allo zoo sfruttando la loro necessità di sostentamento.
Banchi di foglie e fiori lilla scorrono nella lenta corrente dei canali attraversati dalle barche a motore e circumnavigati dalle canoe a pagaia, nello specchio del lago ci sono anche pescatori che stendono le reti con antichi gesti lenti e armoniosi.





Lunghe pinasse, che qui chiamano longtail per l'elica montata su un albero lungo 3 metri, sono stracariche di alghe pescate dal fondo, lasciando solo uno spazio angusto al raccoglitore al centro dello scafo, chissà se nutrono gli uomini o gli animali?!


Ormai siamo alla fine della visita e la barca volge verso nord costeggiando gli orti galleggianti e le canoe cariche di pomodori, attraversa tutto il lago ed il canale depositandoci al porto.



Rinnoviamo il rito pomeridiano con il pancake e ce ne torniamo in hotel con il naso rosso come un peperone grazie al sole implacabile di una giornata sull’acqua.
Doccia, diario di viaggio e, per cambiare, un film in televisione in cui Bruce Willis come al solito esce tutto scorticato e sanguinante dall’avventura a lieto fine.



Uscendo per cena i ragazzi della reception ci avvisano che questa sera, sulla terrazza dell’hotel, si terrà uno spettacolo folkloristico.
Al ritorno saliamo all’ultimo piano dove è allestito un buffet e un gruppo di persone chiacchiera allegramente sorseggiando drink colorati. Scopriamo che sono tutti italiani, hanno costituito il Geriatric Tour, ed ogni anno una coppia organizza un viaggio senza scopo di lucro a cui partecipano tutti gli amici che sono liberi. Quest’anno sono in venti, per lo più coppie, tutti pensionati vivaci e amanti del turismo.
Per loro l’hotel ha organizzato lo spettacolo, la cosa particolare è che tutti i cantanti e ballerini sono dipendenti della struttura, l’età media è veramente bassa, basti dire che il manager è il più anziano ed ha trent’anni, anch’egli coinvolto come presentatore introduce le varie esibizioni.



Tra crocchette, drink e tartine, accompagnati da un impianto del suono un po’ in difficoltà, spettacoli con le sciabole , danze e canti folkloristici ci vengono presentati con entusiasmo, nel romantico contesto della terrazza con panorama notturno delle pagode illuminate e del porto.
La serata termina con un trenino di attempati turisti un po’ brilli mischiati ai giovani dello staff che serpeggia intorno alle colonne, è stato bello trascorrere questi momenti goliardici che hanno spezzato il nostro ritmo di coppia solitaria.

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