sabato 23 giugno 2018

ISLANDA GIORNO 01 - 12 maggio 18


CASA - KEFLAVIK  GIORNO 1


Dopo parecchi giorni di ansia per la paura di non riuscire a prendere l’aereo e imbarcare il bagaglio, aver combattuto con il sovrappeso bagaglio, avere ottenuto l’autorizzazione  su tutte le tratte eccoci finalmente a caricare il cartone nel bagagliaio. Questa volta temo che si apra e vadano pezzi dappertutto.

Riusciamo ad entrare in auto tutti e tre, zaino e zainetto sono nel cofano, io sono con le scarpe da bici così guida la Lella e il Luca è sepolto parzialmente sotto la bici.
Traffico inesistente il sabato mattina, i miei pensieri sono sfumati, ormai o parto o resto.
In mezz’ora siamo a Malpensa, ripensiamo alle volte precedenti, ad alcune felici felici alcune meno.


Ho scoperto che si paga l’uso dei carrelli per le valige, trasbordo tutti i bagagli e via ad affrontare il check-in, dopo aver avvolto la bici in uno strato di plastica verde.
Il soggetto che mi imbarca scartabella un’ora per capire se devo pagare un sovrapprezzo per l’eccesso di carico, risolve, mi fa il conto ed è contento perché non ho fatto storie, ma del resto lo sapevo già.
Il bagaglio fuori misura si consegna in un nastro apposito, in un attimo faccio e andiamo a berci un caffè al bar. 

Come sempre alle partenze c’è un clima un po’ indeciso che fluttua tra la tristezza di chi resta e l’impazienza di chi parte.
Arriva il momento fatidico e ci avviciniamo al gate, baci e abbracci di commiato, la Vale già salutata questa mattina a casa, solite raccomandazioni di rito al demente che va allo sbaraglio nella terra del Nord.

Al controllo svuoto le tasche, mi levo la ferraglia e le scarpe e infilo tutto nel nastro per i raggi X, i chiodi che ho addosso non suonano... è già un passo avanti. 
Solo uno, mi fanno smontare tutto il sacco per vedere un tubo di pasta di Fissan, balsamo per le chiappe.
Ovviamente non è finita, lo zainetto contiene i ferri per montare la bici e parecchi pezzi, con la scusa di vedere una chiave inglese, piccola, smontano tutto, dischi dei freni, pedali, viti, banana, brioche...
In una mezz’ora ricostruisco il casino che mi hanno fatto e ringrazio pure, perché la chiave inglese, arma pericolosissima di 10cm, non sarebbe autorizzata.

Con questo piccolo aiuto si è fatta l’ora dell’imbarco, accipicchia, sono all’ultima fila di sedili, ancora un po’ e mi tocca stare dietro col personale di servizio a confezionare i pasti.
Accanto a me c’è una ragazza inglese piuttosto malconcia, sta già male ancora prima di accendere i motori, la hostess, gentile, le appioppa una banana e un bicchiere di coca, sarà una buona idea se sta già male di stomaco???




Volo tranquillo, arrivo a Kopenhagen senza problemi ed  essere coperto di vomito, cielo coperto e temperatura buona, adesso altre sei ore d’attesa per la coincideza verso Rejkyavik.







Piano piano le sei ore passano, dopo aver dilapidato 8,50 € per un panino. Spero tanto che la mia bicicletta sia imbarcata sull’aereo giusto e poi finalmente imbarcano anche i passeggeri.
Ancora due ore e 45 di volo passate vedendo un film e abbioccandomi, purtroppo seduto su una poltrona del corridoio che non mi permette di vedere nulla, poi finalmente si atterra.




Il cielo è sereno, si vedono nuvole intorno, il sole è alto come da noi alle 16, ma qui sono le 21, non c’è vento, cosa che mi piace e spero che duri.
La bici arriva praticamente insieme a me, carico il carrello e vado a farmi mangiare la carta di credito da uno sportello automatico, fortuna che è aperta la banca e me lo restituiscono.
Anche il telefono fa i capricci e non trova la rete, ma alla fine mette giudizio.

Con una manata di corone islandesi mi imbarco nella navetta, razziato dal pilota perché non ho avvisato del carico ingombrante.
A The Base hostel devo combattere con la receptionist che, nonostante una ricevuta di booking con PAGATO stampigliato a caratteri cubitali dice che non c'è il pagamento, finché arriva la collega che ne capisce e le mostra che è pagato. Pago subito per il deposito in magazzino del cartone della bici durante il viaggio, e me ne vado un po' a letto, domattina sveglia presto per assemblare bici e bagagli.

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