mercoledì 2 gennaio 2019

Myanmar 7 Bagan

7 novembre 2018          Mercoledì            G7           Bagan  




Ieri sera ho gozzovigliato troppo e dormito poco, oggi è in programma la visita di una parte delle centinaia di templi dispersi nella valle.


Ci affidiamo alla Lonely Planet nella scelta dei monumenti più interessanti, ne vediamo di forme differenti con esterni dorati, bianchi, di pietra ocra, rossi di mattoni, ma tutti hanno in comune la presenza di innumerevoli statue del Budda. Una in particolare, in posizione sdraiata e dalle dimensioni enormi giace in una costruzione di mattoni che sembra un enorme tunnel, è veramente singolare.






Anche le persone che incontriamo sono tutte particolarmente attraenti per ritratti, una donna Kayan dagli anelli dorati al collo allungato, ragazze col viso truccato di giallo thanaka, bimbi che giocano inventando come da noi non sanno più fare, uomini intenti in lavori di artigianato.










Scegliamo uno dei laboratori dove producono oggetti laccati e ci immergiamo nella visita, col titolare che ci spiega e mostra le varie fasi di lavorazione realizzate da operai che lavorano seduti su soppalchi di bamboo a gambe incrociate. 







Gli essicatoi dove gli oggetti asciugano due settimane tra un trattamento e il successivo.
Bamboo intecciato costitusce la base, quindi laccato e carteggiato più volte, trattato con cenere, ambra, argilla e tinto nei colori tradizionali dopo essere stato inciso a mano uno strato alla volta.



Terminata la visita al laboratorio si finisce inevitabilmente nell’esposizione degli oggetti finiti, la moglie del padrone ci racconta di avere clienti in Italia, l’anno scorso è stata ad una fiera a Torino e conosce persino Novara.



La visita comprende anche templi enormi con parcheggi assiepati di autobus, carrozzelle a cavallo, tuk tuk, camioncini-taxi e innumerevoli ciclomotori elettrici a noleggio come il nostro, probabilmente più che da una coscienza ambientale l’elettrico e dettato dalla mancanza di stazioni di servizio vicine.









Particolare una pagoda a terrazzo sul fiume Irrawadi, il piazzale gremito di gente e di bancarelle, scorci caratteristici e una folta schiera di barche lungo la riva, accanto tettoie dove servono gamberi di fiume fritti e grigliati,  sotto l’ombra di alberi giganteschi un villaggio di capanne, probabilmente abitato da pescatori e barcaioli.







Cotti dal sole cerchiamo un locale dove pranzare e rimanere all’ombra per un po’, la scelta cade su una capanna con tettoia sopra un piccolo colle, pare più primitiva della media, dobbiamo faticare per far capire al ragazzo che vorremmo mangiare con delle posate, comunque non hanno coltelli. Il mio riso fritto con pollo e verdure è buono, la Lella con i gamberi al curry con verdure è meno fortunata, pagherà con dolori di stomaco tutta la notte e il giorno dopo.
Nel pomeriggio ricomincia il peregrinare alla ricerca dei templi più belli tra le indicazioni della guida e le mappe nel telefono, seguiamo sentieri sabbiosi tra sterpaglie, grandi alberi e stupa di pagode abbandonate e diroccate, piccoli villaggi dove la vita scorre incurante del progresso.







La Damazinka paya è bellissima con la sua cupola dorata e i giardini curatissimi, a breve distanza vediamo uno stupa già gremito di turisti sul terrazzo in attesa del tramonto.






E’ troppo presto, attendere un’ora non ci piace, continuiamo a vagare scoprendo un nuovo villaggio e un laghetto dominato da uno sbarramento di terra battuta, anche qui si stanno raccogliendo i turisti per il tramonto. Il punto è panoramico, ma non scenografico come l’altro, ci sono poche cupole intorno.




All’ultimo minuto decidiamo di tornare al precedente, ci arriviamo giusto in tempo per veder scendere il sole, attardati da una mandria di bovini che ci blocca la strada.





Lasciato lo scooter ci rendiamo conto che è lo stesso tempio da cui abbiamo visto l’alba il primo giorno, salire l’angusta scaletta di pietra affollata di venditori e turisti è veramente faticoso, ma riusciamo a guadagnarci lo spazio per ammirare il tramonto.






Lo spettacolo è sempre suggestivo, qui il cielo diventa un mantello arancio che fa da sfondo ai pinnacoli color ocra e agli alberi, il profilo va annerendosi con l’avanzare dell’ombra.


Ancora una volta impressionati dallo spettacolo della natura che si intreccia con l’opera dell’uomo lasciamo il sito soddisfatti delle emozioni provate.



...e mentre su Bagan calano le prime ombre della notte i nostri eroi vanno a rendere lo scooter a Mai Mai.
La giornata si chiude nel solito ristorante, è vicino, si mangia bene, perché cambiare?!?!
Razione doppia di nuvolette di drago per la Lella e gamberoni in agrodolce con verdure, un riso fritto con verdure servito in un’omelette a forma di fiore di loto per me, un gelato e ci godiamo per un po’ il fresco serale prima di chiudere l’ultima sera a Bagan. 



Domani ci aspetta il viaggio in battello sull’Irrawadi fino a Mandalay, una giornata di navigazione.

Nessun commento:

Posta un commento