venerdì 25 giugno 2021

CICLOTOUR DELLE ALPI FRANCESI 19/6/2021 GIORNO 1

 NOVARA - PRE ST. DIDIER

L'ansia di un nuovo giro in bici dopo un anno di lock-down mi sveglia presto, faccio colazione, preparo le ultime cose, scendo in garage a prendere la bici e riesco, comunque, a partire alle 5,20.

Non è ancora completamente chiaro, il cielo è quasi coperto, il clima ideale per viaggiare, tanto più che oggi si prevedono temperature oltre i trenta gradi. Il percorso si snoda verso Vercelli tra i campi allagati e e coperti dal verde tenero della spazzola che le giovani piante di riso formano. Gli immancabili uccelli di risaia cacciano con le zampe nell'acqua, aironi, gazzette, ibis molti altri frugano il fondo fangoso a caccia di rane che, incuranti del pericolo, cantano la colonna sonora del mio viaggio.

Ho fatto pochi km quando il sole spunta alle mie spalle e trovando spazio tra le nubi copre tutto di riflessi arancio. Passo Vercelli ancora addormentata e continuo verso Santhià, da qui è un percorso nuovo che ho tracciato con Komoot, un'applicazione molto utilizzata dai cicloturisti. Ho trasferito la traccia al gps così posso seguirla senza tenere il telefono sempre on-line consumando un sacco di batteria e di dati.

Avvicinandomi al lago di Viverone si vede la linea diritta della Serrra che un cartello stradale chiama "morena del neozoico", definizione che mi ha sempre affascinato, di fatto è una collina lunga chilometri con la cresta perfettamente lineare tutta coperta di boschi. Ai tempi dell'ultima glaciazione il ghiacciaio ha portato a valle un sacco di materiale, scorrendo come una paletta sulla sabbia che lascia ai lati un bordo uniforme, praticamente la natura che, come un bimbo, gioca a costruire la pista per le biglie.

Alle sue pendici si vedono castelli, ricordo di un'epoca un po' meno antica ma più burrascosa, il tracciato mi porta su una sterrata che costeggia il lato sud del lago, purtroppo senza panorama perché immersa nei boschi dove le zanzare la fanno da padrone, scopro con disappunto.

Attraverso Ivrea e arrivo ad imboccare la Valle d'Aosta che m'incanta sempre col suo panorama particolare del tratto più basso, i fianchi alti coperti da boschi interrotti da pareti rocciose rosate, verso il basso casolari di pietra costruiti tra enormi massi erratici arrivati, a volte, fino ai prati, mentre tutto intorno, a riempire, vigneti che avvolgono il terreno strappato alla montagna creando terrazze sorrette da muri di pietra. Mi fa pensare a delle fatiche immense per strappare alla natura una sopravvivenza stentata. 

A Carema mi concedo una pausa per la colazione di mezza mattina; comincia il balletto di: parcheggia la bici, togli lo zainetto, trova la mascherina e indossala, fai l'ordinazione, estrai la busta impermeabile col portafoglio, con tutte le cose in mano portati la colazione al tavolo e finalmente ti siedi a goderti il cappuccino; francamente lo trovo più noioso di dover pedalare tutto il giorno, ma ci si fa l'abitudine, i gesti diventano meccanici e non te ne accorgi più.

Una telefonata ad Adriana, la mamma di Gigi, un collega che non è più tra noi, e organizzo per andare a salutarla, non ci vediamo da un pezzo con la pandemia che ci ha bloccati. Ovviamente la sua gentilezza mi obbliga a restare a pranzo, è bello parlare di tempi andati e rivedere persone del passato e anche del futuro, visto che Niki, la sorella di Gigi, ha due splendidi bimbi. 

Riprendo il viaggio tagliando una serie di tracciati alternativi alla strada principale che l'applicazione mi propone, a volte presentano pendenze scomode che evito se non necessarie. Il castello di Bard, costruito su una collina che ostruisce la valle, incombe minaccioso e domina lo stretto passaggio obbligato.

                                                                                                                                                                                                

                          

                                                                    (foto tratte dal web)

I numerosi castelli della valle ed il casinò di St. Vincent mi guardano sfilare mentre arrivo ad Aosta dove le montagne si fanno più alte ed il monte Emilius ha ancora tracce di neve.

Continuo verso Courmayeur e poco prima di arrivarci sono a Pré St. Didier, che dà accesso alla valle di La Thuille. 

Sono a corto d'acqua e un'area camper all'ingresso del paese mi attira, pensando di trovare un rubinetto la esploro, non c'è acqua disponibile ma trovo una situazione favorevole al campeggio libero. Proseguo in paese dove riesco a riempire le borracce e individuo un altro buon posto per piazzare la tenda, ma, considerato che è nel centro abitato e molto vicino ad una cascata, onde evitare il frastuono ed il passaggio continuo di gente che passeggia col cane mi sposto nell'area camper. Ho a disposizione un tavolo da picnic e un prato dove sistemarmi, sono ragionevolmente nascosto alla vista quindi le condizioni sono ottimali.


Mi lavo, cucino e infine piazzo la tenda, ecco conclusa la prima tappa del giro.

Oggi 180 km                    ore 9,20'                    dislivello positivo 1628m



Nessun commento:

Posta un commento