Il Soccorso aereo
Nell’ultimo post ho
raccontato in quattro parole un poco delle mie esperienze, soprattutto quelle
legate alla corsa e all’escalation che mi ha portato a concepire l’idea di
realizzare la “Grande Corsa” se considerata sotto il profilo sportivo,
semplicemente il “Pellegrinaggio” se vista sotto il profilo interiore.
Ho parlato anche del
mio lavoro che credo sia stato anche la mia grande passione, visto che mi
generava emozioni forti ed a volte contrastanti.
Faccio un esempio
che rende bene l’idea: per anni sono stato estremamente felice quando si
avvicinava il momento delle ferie, ma verso la fine della vacanza mi sentivo
altrettanto felice all’idea di ritornare a lavorare.
Devo riconoscere di
essere stato un “Eletto”. Ho vissuto con la stessa gioia e passione i momenti
di vacanza con la famiglia (che nella scala delle priorità è sempre stata al
posto numero uno), gli anni di lavoro e le vacanze esotiche e un po’
avventurose che mi sono architettato.
Tenuto conto che
nella vita nulla si ottiene gratis, va detto che per ognuna delle situazioni
citate sopra ho dedicato tempo, fatica e
intelletto ma ne ho ricavato gioia , soddisfazione ed orgoglio.
Nello specifico il
lavoro, tutto è iniziato con una passione d’infanzia che ha portato ad un titolo
di studio a indirizzo aeronautico, ad entrare in Aeronautica Militare come
pilota di complemento, diventare Pilota Militare (attraverso il corso teorico
in Accademia a Pozzuoli, il brevetto sugli aerei ad elica a Latina, la scuola
basica aviogetti a Lecce e la scuola avanzata aviogetti ad Amendola).
Ci sono voluti quasi
tre anni ad arrivare a questo punto, sono stato assegnato ad un Reparto di
Soccorso Aereo a Ciampino, l’85° Gruppo del 15° Stormo, dove, come un
neopatentato pericoloso ed inesperto ho iniziato a costruire l’esperienza.
Prima l’abilitazione
al volo su elicottero a Frosinone, e poi l’abilitazione alla macchina di
Reparto, l’HH3F, un elicotterone da 30 posti e 11 tonnellate di peso, il cui
equipaggio in una missione di soccorso era di 9 persone (2 piloti 4 tecnici 1
aerosoccorritore 1 medico ed 1 infermiere). Il lavoro era bello ed esaltante,
ma, purtroppo, il progresso addestrativo piuttosto lento soprattutto
all’inizio, troppi impegni e poche risorse disponibili, il continuo assillo
dell’Aeronautica. Da copilota a capo equipaggio sei anni di lavoro di
addestramento e soccorso prevalentemente in mare.
Dopo 10 anni di
Aeronautica Militare il trasferimento a Linate, vicino a casa, alle montagne
che ho sempre amato e soprattutto in un Reparto con una fulgida tradizione di
lavoro in montagna oltre ad una macchina adeguata: la Squadriglia Collegamenti
e Soccorso di Linate (il SAR Linate per gli addetti ai lavori) e l’AB 212 AMI
SAR (l’elicottero che mi ha stregato).
Ho trascorso gli
anni dal 1988 al 2008 ad imparare, costruirmi e immagazzinare esperienza nel
campo del soccorso aereo in montagna, con colleghi più anziani e più esperti,
compiendo centinaia di ore di volo in missioni di addestramento e di soccorso,
diventando nel tempo: uno dei colleghi più anziani e più esperti.
Per anni ho volato
scoprendo sempre nuovi piccoli dettagli e aggiungendo tasselli alla mia
esperienza, è un campo dove non sei mai arrivato, c’è sempre qualcosa in più da
scoprire e solo la pazienza e la modestia ti tengono al sicuro, l’arroganza
dell’osare va sempre dosata attentamente.
Dopo questo
polpettone da vecchio nostalgico, ecco qualche foto che mostra il lavoro che mi
ha reso felice alle lacrime, fatto gonfiare d’orgoglio come una mongolfiera,
legato in maniera molto particolare ai colleghi e straziato alla perdita di
qualcuno di loro.
Sette mesi di missione con Italair, la forza di pace delle Nazioni Unite in libano sono state altrettanto interessanti e di soddisfazione.
Complimenti
RispondiEliminabella avventura :)