Lunedì 13 novembre 2017 Giorno 24
Tangeri
È l’ultimo giorno, da oggi resto solo di nuovo, sveglia presto smonto la due secondi di Patou e trasferisco le mie cose nella piccola Ferrino monoposto .
Già a colazione si percepisce la tristezza, ammanta tutti e il cielo che si rannuvola non aiuta. Dopo i consueti saluti alle 7,30 resto solo e desolato in piedi nel campeggio vuoto a salutare i tre fuoristrada che partono per affrontare un ritorno su ruote da Gibilterra.
Quando viaggio da solo non è un problema, ma separarsi è sempre un po’ deprimente. Giornata ventosa e cielo coperto, poco si presta al turismo, mi rimbocco le maniche e parto con la ricerca guasto sulla moto, forse poi avrò i fari funzionanti. Smonto la carena, levo le camere d’aria di riserva fissate dietro e sono arrivato al fascio di fili elettrici avvolti nel nastro isolante e poi coperti di gomma.
Toccando qua e là individuo la zona del falso contatto, una coppia di fast-on con i fili che sfuggono. Li ripristino e dopo un po’ do prove sigillo e richiudo tutto. Sono sollevato, arrivando in Italia a mezzanotte le luci saranno indispensabili. Spendo il resto della mattina tra la terrazza panoramica sul mare della Grotta d’Ercole e a leggere il libro che Dom mi ha lasciato.
Mangio qualcosa al volo e, visto che il meteo sembra migliorare, vinco la pigrizia e vado ad una stazione di servizio a lavare la moto. Il viale che serpeggia tra le colline verso Tangeri è una passeggiata perfetta, fiancheggiato da enormi marciapiedi con elaborati lampioni bianchi, costruzioni nuove, ville con giardini, il nuovo modernissimo centro congressi.
Al lavaggio con due € fanno un lavoro egregio, spruzzano, insaponano sciacquano, asciugano a mano, torno con un gioiello splendente tra le gambe.
Moto sistemata, luci ok e cielo ormai sereno. È tempo di spiaggia, passo un po’ di tempo a leggere seduto su una barchetta adagiata sulla sabbia finche delle nubi maligne mi rovinano la festa.
Non mi testa che tornare e farmi una doccia calda, lusso a cui ho perso l’abitudine.
Si è fatta l’ora di cena, sono ormai cliente fisso del ristorante alle grotte, guado la folla di turisti che lascia il luogo e mi siedo sulla terrazza davanti ad uno spettacolare tramonto sul mare. La piazza colonnata, il cielo tutto color porpora e un treno di nubi violacee due dita sopra l’orizzonte danno un colpo d’occhio splendido.
Un fritto con orata, sogliola, pesciolini, calamari e gamberi , patatine e coca cola mi allieta anche lo stomaco.
Purtroppo scopro di non avere l’appoggio per dormire a Genova, pazienza, viaggerò di notte gelandomi le chiappe.
Mentre leggo al bar seguo con un occhio l’Italia che non riesce a qualificarsi per i mondiali giocando contro la Svezia (da non credere). Alle dieci mi arrendo al sonno.
Oggi 0 km
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