MAROCCO E SAHARA OCC. 2014 2^parte
SAB 25 OTTOBRE
Questa
mattina alle 7,30 tre auto partono verso l’eroporto, mentre io vado a fare una
corsa risalendo la valle oltre Alma. La strada in certi punti è parecchio
ripida e risale la valletta stretta e tortuosa ma molto suggestiva. Dopo un’oretta ritorno, mi
sistemo e faccio colazione al bar del campeggio. A metà mattina arriva un
messaggio, ci informano che l’aereo è in ritardo per nebbia ad Agadir.
Finalmente a mezzogiorno arrivano i nostri eroi, comincia la frenetica attività
di preparazione e distribuzione dei bagagli, estrazione dell’equipaggiamento da
moto, e, quando tutto è pronto andiamo a fare onore al pesce alla griglia con
insalata marocchina preparato al ristorante.
Dopo
mangiato partiamo, la mia moto con la benzina si avvia, la battria è morta ma
almeno col pedale si risolve; risaliamo la valle sino ad Alma, svoltiamo a
destra su una strada che risale il fianco della valle, dopo poco la lasciamo
per una serrata che in breve si rivela chiusa. Torniamo all’asfalto e risaliamo
ancora un pezzo per provare un’altra sterrata, questa è parecchio accidentata e
più lunga ma arriviamo in un punto franato non abbastanza largo per le auto, si
ritorna ancora, ma solo in parte sino a un bivio, tentiamo l’altra. Anche
questa volta si avanza abbastanza fino a trovarci bloccati da una frana che
impedisce il passaggio anche alle
moto. Siamo piuttosto scazzati, io anche
preoccupato perché la mia moto diventa sempre più difficile da accendere.
Torniamo
un pezzo e ci fermiamo per bivaccare, siamo tutti un po’ scassati dalla
mulattiera a tratti impegnativa tra le pietre, il primo giorno senza
allenamento è un colpo basso; io sono sfondato dalla fatica degli avviamenti,
Nick ha preso un colpo sulle costole in un capitombolo,
quindi è male in arnese e impasticcato come un cavallo.
Oggi
il bilancio è piuttosto negativo.
JF
dopo aver montato la tenda si avventa sull’interruttore off/on della mia moto,
è convinto che l’impianto ha una perdita di corrente da qualche parte, lavora
di tester, sembra che ci sia un falso contatto, arrivano Otmar con le sue
ipotesi in lingua incomprensibile, Patou e Bernie non molto convinti
sull’origine del problema finchè Bernard
candido se ne esce:” Ma io ho una batteria nuova in macchina, la mia era un po’
scarsa così ne ho portata un’altra...”
Accidenti
a te, ma dillo subito che non mi esaurivo tutto il giorno a pedalare come un
pazzo!!!
“Prendila
poi vediamo...” con la batteria nuova la bestia funziona...evviva!
Festeggio
con aperitivo selvaggio (il mio Pastis è da atleta, ha solo l’odore di anice
per quanto è leggero).
Questa
sera pasta al ragù fatta dall’italiano, grande leccornia per questi cisalpini!
Insalata di pomodori e...meraviglia estraggono dal cilindro una tavoletta di
cioccolato che ci dividiamo a quadrettoni.
Questa
sera grande lusso, Bernard mette il bricco sul fuoco e fa un the berbero che ci
beviamo volentieri. La sera non è mai freddo come nel deserto continentale, la
tempertatura è gradevole e non si pela di freddo, molta meno escursione
termica.
OGGI circa 40 KM moto TOT 260 KM
DOM 26 OTTOBRE
Otmar
è il primo ad alzarsi e quando esco dalla tenda ha già acceso il fuoco, dorme
sulla branda pur avendo anche la tenda, nessuno lo capisce, ogni mattina il
sacco a pelo è fradicio d’umidità ed è una battaglia fare asciugare tutto.
Io
ho male ad una chiappa, ieri sulla mulattiera, facendo inversione mi sono messo
in testa la moto da fermo e devo aver picchiato bene.
Dopo
colazione si parte, riscendiamo verso l’asfalto e risaliamo la Valle delle
Meraviglie, è uno stretto canyon solcato da un piccolo ruscello che forma
scivoli sulle tavole di roccia e pozze qua e la, ci sono delle palme e del
verde ed è veramente pittoresca. La strada è piena di ragazzi in bicicletta che
fanno escursioni.
Anticipiamo
la sosta pranzo alle 11 e da un ennesimo controllo si nota che il differenziale
posteriore continua a prendere gioco, pur con una perdita d’olio esigua.
Bernard decide che non è sicuro proseguire il viaggio con l’auto in queste
condizioni, quindi si ferma con Michel sulla costa e ci diamo appuntamento per
incontrarci al ritorno.
C’è un tratto franato che non consente il passaggio
alle auto, ritorniamo e ad un bivio prendiamo dall’altro lato. Tre moto si
separano sulla pista errata e perdiamo quasi un’ora per riunirci. Ormai è
l’imbrunire e viaggio senza luci , ho lasciato tutto scollegato per risparmiare
la batteria, fortunatamente arriviamo all’asfalto prima del buio completo. Ci
facciamo comunque una bella porzione d’asfalto con curve e tornanti che vivo
come una formazione acrobatica, incollato a Nick per vedere dove vado, alla
fine è fin divertente, ma anche molto stressante.
Sono
le 19.45 quando ritroviamo Bernard e Michel che si sono accampati su un tratto
sterrato parallelo alla strada. Mi accorgo tardi che devo girare così vado
lungo di qualche metro e rimanendo solo mi rendo conto che al buio non riesco
nemmeno a girare la moto, un incubo!
OGGI 240 KM moto TOT 500 KM
LUN 27 OTTOBRE
Oggi
alla sveglia abbiamo spettatori, c’è un piccolo centro abitato accanto, i
ragazzi che vanno a scuola e le persone che vanno al lavoro arrivano alla
strada per imbarcarsi sui taxi collettivi e mentre aspettano si godono le
nostre attività mattutine. Questa è la mattina della separazione e dopo
colazione dividiamo materiale bagagli e vettovaglie per proseguire su due
differenti itinerari. Alle 8,30 salutiamo Bernard e Michel e ci avviamo a fare
il giro previsto. La mia moto gira irregolare, ho toccato un pomello pensando
di regolare il minimo invece ho scombinato la miscela. Il primo tratto è
asfaltato e risaliamo una valle dai fianchi stratificati con affioramenti di
rocce tondeggianti e nere, il valico passa i 1800m.
In cima si vede la vallata con un villaggio e
sul centro di una valletta una sorta di scoglio cubico, non ho capito se fosse
una roccia o una torre. Qui in alto c’è una sorta di altopiano con dell’erba
rada e qualche coltivazione stentata.
Scendendo
dall’altro lato si incontra un villaggio arroccato su uno sperone con un
castello al centro, ancora un po’ e l’asfalto finisce. Imbocchiamo un pistone
liscio che probabilmente presto vedrà l’asfalto e poi a destra verso le
montagne dove la mulattiera si fa pittoresca tra cime aspre e strade scavate
con sostegni di pietra.
Sprofondiamo con qualche tornante strettissimo in un
canyon altrettanto angusto dove in uno slargo si annida un paesino, per le case
c’è posto solo da un lato.
La
pista è generalmente a sassi di fiume con tratti sabbiosi. Arriviamo in un
punto dove c’è una sorgente e magicamente compare la vegetazione: palme,
melograni e alberi vari. Questo è quel che ci vuole per la sosta di pranzo!
Proseguendo
arriviamo alla fine del tortuoso percorso che si allarga e sulle pendici sopra
di noi ci sono alcune case tra cui una enorme, ben tenuta con un’imponente
recinzione e un traboccare di alberi e fiori. Sul fondovalle c’è una cisterna
per l’acqua grande come una piscina.
Un
po’ di collegamento su asfalto con un castello diroccato e poi di nuovo pista,
questa volta scorrevole e divertente, mi lascio prendere la mano e sbaglio
strada, andando verso la miniera d’oro.
La
pista segue il letto di uno oued che spesso faocita la traccia e bisogna andare a caccia tra i sassoni grandi come
palloni, è piuttosto usurante per pilota e moto, l’unica soddisfazione è quella
del trapper che trova la strada.
Con
le vibrazioni mi si allentano le viti del manubrio che in in attimo sono
riavvitate, ma siamo all’inconveniente n°2.
Ci
fermiamo per il campo4 in un posto un po’ sfigato, troppo in basso, speriamo
che non piova altrimenti andiamo a valle con l’acqua (prudentemente metto la
tenda su una piccola duna, almeno ho un metro di quota in più).
A
cena insalata di cetrioli, riso al tonno
e composta di frutta, noto con piacere che anno dopo anno ci sono più
dolci.
OGGI 157 KM moto TOT 657 KM
MAR 28 OTTOBRE
Notte
allegra, a mezzanotte una raffica di vento molto forte quanto improvvisa
sveglia e preoccupa tutti, qualche goccia di pioggia e poi...nulla. Anche Otmar che faceva il galletto si alza e
monta la tenda, io, che non intendo perdere tutto se scende l’acqua dallo oued,
ritiro tutto nelle borse, pronto ad un’evacuazione lampo.
Fortunatamente
sono tutte preoccupazioni inutili. Alla mattina tutto è dimenticato e si fa
colazione tranquillamente.
Riprendiamo
la cacccia alla pista, che, inghiottita ogni 500 m dal letto del fiume,
scompare e magicamente riappare dall’altro lato della valle oppure in mezzo
dopo un tratto invisibile.
Dopo
25 km ritroviamo l’asfalto ed un villaggio dove facciamo riparare pa ruota
bucata del pickup e riempiamo i serbatoi al distributore.
Poco
asfalto e di nuovo una pista lungo una valle, a tratti scorrevole e a tratti
pietrosa, fino a raggiungere un ampio pianoro. Sostiamo per il pranzo accanto
ad un pozzo, che ci offre la possibilità di una doccia senza risparmio d’acqua.
Mi accorgo che dondola il serbatoio, accidenti la pietratia mi ha allentato
anche queste viti...problema n°3, stringiamole!
Siamo
nei pressi di Assa, uno di quei centri segnati sulla carta perché è l’unico con
più di 4 case in zona. Nick, che, oltre
alle costole ammaccate ha dolore ad un ginocchio, saccheggia la farmacia del
paese in crca di un po’ di sollievo.
Riforniamo
di nuovo i serbatoi e, dopo aver seguito sul GPS la PISTA7 e poi la PISTA X
ASSA, ci apprestiamo a percorrere la pista VECCHIA PARIS-DAKAR, 450 km senza
benzina.
La
sosta prende un po’ di tempo, dobbiamo rifornirci d’acqua che è sempre
un’avventura, visto che non troviamo mai un tubo, quindi siamo costretti ad una
catena di bottiglie e ciotole. Va da sé che l’operazione è piuttosto lenta,
anche perché i rubinetti spesso non buttano molto liquido. Ho perso un po’ di chiodi della punta di
ferro di uno stivale, così ho il fempo di trovare delle vitine in una
ferramenta per ripararla.
Lasciamo
Assa e dopo pochi km sostiamo per il bivacco 5.
Preparato
il campo, in un attimo di pausa riparo il puntale degli stivali e li guardo
tutto orgoglioso, da una vita pendeva mezzo schiodato...va che bello adesso!
La
cena ci propone insalata di pomodori con sgombri, spatzle (che sono delle
tagliatelle all’uovo alsaziane) con sugo al pomodoro e infine dolce natalizio
tedesco che non è male ma pea un casino per le sue dimensioni.
Solite
chiacchere e la stanchezza prende il sopravvento. Tutti a nanna.
OGGI 140 KM moto TOT 797 KM
MER 29 OTTOBRE
Oggi
partenza con calma, siamo sempre sulla pista Paris-Dakar, e dopo un tratto
entriamo nel corso di un fiume alluvionale che ci fa morire. Il fondo a tratti
di sabbia molto molle, a tratti di fango rosso essiccato e pietraie risalendo i
fianchi della valle. Una mattina intera
per fare 50 km. Una delle viti che tengono fianco e sella ha la testa troppo piccola e passa attraverso il
foro del fianchetto: riparazione volante passando una cinghia nei fori maniglia
e sopra la sella ( inconveniente N°3).
Pranziamo
sotto un tamaris, accanto abbiamo una palma, ed infine ci facciamo un the con
la magnifica teiera da 1€ comprata ad Assa. Nel pomeriggio la pista infame
finisce e ci riprendiamo con un pezzo d’asfalto che poi diventa un pistone
comodo e veloce da 65/70 km/h. Facciamo una sosta dopo 100 km. Nick si è
piantato nella sabbia sbattendo le costole già provate, è ridotto ad un
fantasma.
Mi
accorgo che quello che avevo toccato è la vite miscela del carburatore, è stata
sostituita con un comando a cavo bauden e ruotando si è sfilato, ecco perché la
moto gira male, fortunatamente trovo anche la piccola molla che va sullo
spillo. Otmar mi spiega che la regolazione normale è tutta avvitata e indietro
2-2,5 giri. A fatica la rimonto regolo e blocco risolvendo il problema N°4.
Più avanti
ci fermiamo in un villaggio disteso lungo la pista con l’80% delle case in
abbandono, compriamo delle bibite e le donne regalano caramelle e biro ai
bambini.
Proseguiamo
fino al bivacco, campo 6, oggi il vento ci ha tormentato tutto il giorno.
Ci
rifacciamo con l’aperitivo, Otmar, che ha scoperto il COMUNARD, vino rosso e sciroppo di cassis, ne
fa uso idustriale e poi a cena va di rosso.
Questa
sera ci sono le crepes con confetture di mirtilli e more fatte in casa e con
nutella, il genepy è la giusta conclusione.
OGGI 154 KM moto TOT 951 KM
GIO 30 OTTOBRE
Ormai
è sempre partenza con comodo dopo colazione luculliana, oggi alle 8,45
riprendiamo il nuovo pistone scorrevole sulla vecchia traccia Paris-Dakar. Dopo
una cinquantina di km ci stacchiamo a sinistra per una deviazione tra le
montagne, il posto è carino e conduce su una sorta di altopiano che affaccia
sulla piana a toni di beige con montagne solitarie formate dall’erosione, una a
cono, una tronca e altre forme pittoresche.
Riscendiamo
nella piana ed incappiamo in un marabutto bianco con decorazioni verdi accanto
ad un pozzo, la struttura è aperta, ci sono abiti, stuoie, un Corano e
bottiglie di profumo.
Mentre
curiosiamo mi sccorgo di non avere il portafoglio e ripercorrendo le azioni
della giornata ricordo di averlo lasciato sulla sella della moto questa
mattina, ma non ricordo di averlo ritirato prima di partire.
Troviamo
un posto dove passare il mezzogiorno e decidiamo di andare una moto e un auto
al bivacco di ieri sera, Bernie e Patou
(prudentemente vestito da moto) mi seguono sulla vecchia pista PD che percorro
a rotta di collo fino ad intercettare la nuova e più scorrevole e ancora più
veloce. Il vento è forte e fastidioso ma in meno di un’ora ritroviamo il posto
e vicino al foro del cavalletto della mia moto nel terreno eccolo lì che mi
guarda il mio portafoglio storico Africano, Invicta blu, intonso e ancora mio con
soldi, documenti e carte di credito. Non dubitavo, perché il posto era solitario
e desolato. Tutti e tre ci mangiamo una mela e un mandarino e faccciamo a
ritroso la pista, un po’ più veloce, avendo il vento a favore e conoscendo la
pista che ,tra l’altro, è molto bella. In meno di due ore siamo andati e tornati
ritrovando il resto del gruppo. Abbiamo fatto una mezza speciale Dakar, 80 e
più sulla pista vecchia e 100 all’ora su quella nuova.
Un
panino, un caffè e siamo pronti a partire, salgo sulla moto e mi accorgo che il
serbatoio balla ancora. Provo a stringere le viti e mi accorgo che una è
troncata, accidenti non posso fermarlo! Smonta tutto e Otmar si inventa di
tagliare un tappetino dell’auto per farne degli spessori da infilare tra telaio
e serbatoio, fissati con le immancabili fascette di nylon. Serbatoio posato e
schiacciato al suo posto e fissato con una bella cinghia arancione di Patou.
Adesso
il rubinetto destro è bello distaccato dalla marmitta, sicuramente è risolta
anche la perdita, questa era la rogna N°5.
Sono
le 16 quando riusciamo a partire, ma dopo una trentina di km finisco la
benzina, così rifornimento. Proseguiamo fino alle 17,15 e allestiamo il bivacco
6 sotto un albero.
Giornata
difficile per me, si festeggia con aperitivo copioso e pasta con monchon de
canard (parte delle zampe) e Montblanc come dessert.
OGGI io 201 KM moto(gli
altri solo 110) TOT 1152 KM
VEN 31 OTTOBRE
Partenza
alle 8,40 e il sebatoio tiene bene sulla pista molto pietrosa e dopo poco
arriviamo sull’asfalto. Più avanti riprendiamo la vecchia pista PD non
asfaltata e costeggiata da un vecchio strettissimo nastro di catrame con dentro
pietre a grana enorme. Mille piste sassose e bucate dalla tole intersecano
questo tratto.
Arriviamo
ad una grande installazione militare e incrociamo un camion pieno di soldati
che si fermano ad osservarci. Poco
distante ci accorgiamo di essere sulla pista sbagliata e ritorniamo verso una
costruzione dove c’è il bivio e ripartiamo. Patou ha la gomma davanti a terra,
sosta per provare a gonfiarla, sembra che tenga così si procede fino all’ora di
pranzo dove sostiamo sotto il solito albero. Un pozzo con il secchio rotto
fatto di pneumatici richiede il nostro intervento, così perdiamo una mezz’ora a
ripararlo per scoprire che non si riempie perché entra in acqua di piatto.
Proseguendo
incontriamo una zona di colline nere di roccia lavica, solcate dai tagli degli
oued. Ancora un tratto di pietraia e giungiamo all’asfalto che ci porta a
Smara. A 10 km dal paese troviamo un
campegio pretensioso con animali di gesso nel cortile e strutture
carattristiche, peccato che è chiuso e nemmeno custodito.
Proseguiamo
verso il paese dove al posto di polizia ci cazziano perché non abbiamo la fiche
e “gli tocca fare il proprio lavoro”. La
prima sosta è al distributore, pieno di carburante e d’acqua ai serbatoi,
attingendo da un rubinetto in un cesso fetido e trasportando in catena bottiglie
e catinelle fino a riempire.
Tappa
successiva il negozio d’alimentari e poi il bar con WIFI dove riprendere
contatto con la famiglia e scolarsi una coca fresca.
Lasciamo
il paese ripassando davanti agli amici poliziotti, imbocchiamo la strada per Tantan
per lasciarla dopo pochi km e sostare per il campo 8, siamo nel letto di un
fiume di terra indurita tutto collinette piene di alberelli.
Dimenticavo
che oggi abbiamo attraversato due laghi asciutti col fondo duro.
Questa
sera carbonara e crepes.
OGGI 201 KM moto TOT
1353 KM
SAB 01 NOVEMBRE
Questa
mattina sento attività molto presto nel campo, ma la ignoro e resto a leggere
in tenda.
Partiamo
alle 8,30 seguendo l’asfalto, poi pista, non è un granche ma piuttosto filante;
rimontiamo un paio di falesie divertenti e poi sul pianoro facciamo foto con un
cranio di cammello.
Nel
pomeriggio navighiamo un po’ spostati rispetto ai punti gps, scendiamo in una
depressione ed incontriamo l’asfalto che dura poco. In prossimità di una specie
di forte (dove raccolgo la sabbia per il Luca e la Vale) sbagliamo pista e
dobbiamo tornare, procediamo per un pezzo navigando diretti verso un punto, poi
di colpo la pista ricompare.
Compaiono
anche le dune, sono tutte a mezzaluna di una bella sabbia dorata, a colte sono
organizzate a cordoni, mentre a volte i uniscono a formare lunghi crinali
ondulati, il fondo tra loro è liscio e duro. E’ un panorama bello e rilassante,
si viaggia contornandole e procedendo a zig zag per mantenere la rotta. Sento
delle strane vibrazioni provenire da dietro quando freno e a volte una sorta di
ululato straziante, mi fermo a controllare e Otmar si accorge che sto perdendo
il dado dell’asse ruota...minchia! problema N°6.
Alle
16,30 si fermiamo nel cavo di una duna che ci protegge dal vento e prepariamo
il campo 9, siccome è ancora presto con Bernie vado a fare una corsetta, al
ritorno doccia e poi cena.
Oggi
ci tocca carne in scatola di maiale e insalata di cetrioli e cipolle, mica
tanto raffinato, ma la fame é fame e va bene così.
OGGI 179 KM moto TOT
1534 KM
DOM 02 NOVEMBRE
Questa
mattina è tutto fradicio di umidità, si sente la vicinanza del mare, la moto,
il casco, le protezioni, la tenda, il tavolo grondano d’acqua e anche le cose
nella tenda che erano appoggiate alla parete di tela sono umide. Facciamo
colazione ed aspettiamo che il sole sciughi tutto, ma, sorpresa, il calore
sollevando il vapore, crea una bella nebbia che piano piano si dissolve.
Finalmente
alle 9,30 riusciamo a partire, quando la nebbia se ne va per la seconda volta.
Si
viaggia sempre in direzione Ovest e fa parecchio caldo, niente nuvole a
rinfrescarci e nemmeno alberi, pranziamo appoggiati alla parete di una cisterna
dell’acqua, unica magra fonte d’ombra
della zona.
Nel
pomeriggio ritroviamo le dune, sono come le precedenti stessa tinta e stessa
forma e talvolta con le moto ci arrampichiamo per gioco, arriviamo in vista di
un elettrodotto e poi sulla strada asfaltata, la prendiamo in direzione di
Daoura, l’unico villaggio della zona per andare a pranzo in un locale.
Scopriamo che c’è solo una piccola bottega ma nessun posto dove mangiare,
compriamo il pane e le donne del gruppo si mettono a distribuire giochi ai bimbi fino ad
essere letteralmente assalite e depredate.
La
scena ci lascia un poco scossi ed infastiditi, così lasciamo il paese e dopo un
po’ d’asfalto abbandoniamo la strada e puntiamo ad Ovest verso il mare.
Attraversiamo la strada litoranea e ci dirigiamo verso le baracche sulla
spiaggia, scopriamo che ci vivono i poliziotti
che controllano la pesca e l’immigrazione.
Chiediamo se c’è un posto dove mangiare del pesce e ci undicano un gruppo di baracche, ci andiamo dopo un bagno e una sgommata in spiaggia, ma non cucinano, così, con le pive nel sacco, riattraversiamo la strada litoranea e puntiamo verso l’interno dove ci accampiamo ai piedi di una duna, il campo 10. Questa sera siamo tutti un poco stanchi. Siamo tra Laayun (20 km a Nord) e Tarfaya.
La
cena ci offre il taboulé e delle aringhe in scatola, yogurt e poi Montblanc.
Tiriamo
le 21 tra una chiacchera e l’altra e ci rifugiamo nelle tende
OGGI 113 KM moto TOT
1647 KM
LUN 03 NOVEMBRE
Oggi
lasciamo il campo seguendo l’asfalto costiero verso Nord, dopo un breve tratto
scendiamo sulla spiaggia e corriamo sulla sabbia che purtroppo è completamente
ricoperta di rifiuti, la gran parte portati dalla risacca ed il resto prodotti dalle baracche dei
pescatori.
Pochi
chilometri prima di Tarfaya c’è una sorta di bidonville di pescatori sulla
spiaggia, dove facciamo una sosta per lasciare vestiti per i bambini.
Riprendiamo
l’asfalto e andiamo a Tarfaya al distributore a rifornire e poi a mangiare, un
fritto di pesce misto con calamari gamberi e filetti di pesce e wifi compreso
in un ristorante piuttosto moderno con la cameriera che sembra irlandese.
Dopo
pranzo giriamo alla ricerca del monumento a Saint Exuperì, arriviamo in fondo
al porto e nonostante le richieste di informazioni non riusciamo a trovarlo,
così abbandoniamo e proseguiamo il viaggio. Riscendiamo verso Sud fino a Tah
dove c’è il monumeto di marmo marrone che segna il confine del Sahara
Occidentale e prendiamo una pista tra le case che ci porta ad Est su una
falesia a strapiombo su una depressione, la sebka di Tah.
Alle
18 ci fermiamo per il bivacco 11, c’è parecchio vento e non un riparo, l’aria è
molto umida.
Per
cena insalata di cetrioli e barbabietole, pasta al pomodoro e yogurt alla
banana.
Alle
21 in tenda a dormire
OGGI 166 KM moto TOT
1813 KM
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