martedì 30 dicembre 2014

Marocco e Sahara Occidentale ott-nov 2014 2^parte


MAROCCO E SAHARA OCC. 2014 2^parte

SAB 25 OTTOBRE
Questa mattina alle 7,30 tre auto partono verso l’eroporto, mentre io vado a fare una corsa risalendo la valle oltre Alma. La strada in certi punti è parecchio ripida e risale la valletta stretta e tortuosa ma  molto suggestiva. Dopo un’oretta ritorno, mi sistemo e faccio colazione al bar del campeggio. A metà mattina arriva un messaggio, ci informano che l’aereo è in ritardo per nebbia ad Agadir.










Finalmente a mezzogiorno arrivano i nostri eroi, comincia la frenetica attività di preparazione e distribuzione dei bagagli, estrazione dell’equipaggiamento da moto, e, quando tutto è pronto andiamo a fare onore al pesce alla griglia con insalata marocchina preparato al ristorante.
Dopo mangiato partiamo, la mia moto con la benzina si avvia, la battria è morta ma almeno col pedale si risolve; risaliamo la valle sino ad Alma, svoltiamo a destra su una strada che risale il fianco della valle, dopo poco la lasciamo per una serrata che in breve si rivela chiusa. Torniamo all’asfalto e risaliamo ancora un pezzo per provare un’altra sterrata, questa è parecchio accidentata e più lunga ma arriviamo in un punto franato non abbastanza largo per le auto, si ritorna ancora, ma solo in parte sino a un bivio, tentiamo l’altra. Anche questa volta si avanza abbastanza fino a trovarci bloccati da una frana che impedisce il passaggio anche  alle moto.  Siamo piuttosto scazzati, io anche preoccupato perché la mia moto diventa sempre più difficile da accendere.




Torniamo un pezzo e ci fermiamo per bivaccare, siamo tutti un po’ scassati dalla mulattiera a tratti impegnativa tra le pietre, il primo giorno senza allenamento è un colpo basso; io sono sfondato dalla fatica degli avviamenti, Nick ha preso un colpo sulle costole in un capitombolo, quindi è male in arnese e impasticcato come un cavallo.
Oggi il bilancio è piuttosto negativo.


JF dopo aver montato la tenda si avventa sull’interruttore off/on della mia moto, è convinto che l’impianto ha una perdita di corrente da qualche parte, lavora di tester, sembra che ci sia un falso contatto, arrivano Otmar con le sue ipotesi in lingua incomprensibile, Patou e Bernie non molto convinti sull’origine del problema finchè  Bernard candido se ne esce:” Ma io ho una batteria nuova in macchina, la mia era un po’ scarsa così ne ho portata un’altra...”
Accidenti a te, ma dillo subito che non mi esaurivo tutto il giorno a pedalare come un pazzo!!!
“Prendila poi vediamo...” con la batteria nuova la bestia funziona...evviva!
Festeggio con aperitivo selvaggio (il mio Pastis è da atleta, ha solo l’odore di anice per quanto è leggero).
Questa sera pasta al ragù fatta dall’italiano, grande leccornia per questi cisalpini! Insalata di pomodori e...meraviglia estraggono dal cilindro una tavoletta di cioccolato che ci dividiamo a quadrettoni.
Questa sera grande lusso, Bernard mette il bricco sul fuoco e fa un the berbero che ci beviamo volentieri. La sera non è mai freddo come nel deserto continentale, la tempertatura è gradevole e non si pela di freddo, molta meno escursione termica.

OGGI  circa 40 KM moto      TOT 260 KM


DOM 26 OTTOBRE
Otmar è il primo ad alzarsi e quando esco dalla tenda ha già acceso il fuoco, dorme sulla branda pur avendo anche la tenda, nessuno lo capisce, ogni mattina il sacco a pelo è fradicio d’umidità ed è una battaglia fare asciugare tutto.
Io ho male ad una chiappa, ieri sulla mulattiera, facendo inversione mi sono messo in testa la moto da fermo e devo aver picchiato bene.
Dopo colazione si parte, riscendiamo verso l’asfalto e risaliamo la Valle delle Meraviglie, è uno stretto canyon solcato da un piccolo ruscello che forma scivoli sulle tavole di roccia e pozze qua e la, ci sono delle palme e del verde ed è veramente pittoresca. La strada è piena di ragazzi in bicicletta che fanno escursioni.
Anticipiamo la sosta pranzo alle 11 e da un ennesimo controllo si nota che il differenziale posteriore continua a prendere gioco, pur con una perdita d’olio esigua. Bernard decide che non è sicuro proseguire il viaggio con l’auto in queste condizioni, quindi si ferma con Michel sulla costa e ci diamo appuntamento per incontrarci al ritorno.











Tutti gli altri, 2 auto e 5 moto proseguono il giro, subito un lungo collegamento su asfalto poi si imbocca una pista che risale uno oued, lo lascia e s’inerpica sul fianco della valle. 




C’è un tratto franato che non consente il passaggio alle auto, ritorniamo e ad un bivio prendiamo dall’altro lato. Tre moto si separano sulla pista errata e perdiamo quasi un’ora per riunirci. Ormai è l’imbrunire e viaggio senza luci , ho lasciato tutto scollegato per risparmiare la batteria, fortunatamente arriviamo all’asfalto prima del buio completo. Ci facciamo comunque una bella porzione d’asfalto con curve e tornanti che vivo come una formazione acrobatica, incollato a Nick per vedere dove vado, alla fine è fin divertente, ma anche molto stressante.
Sono le 19.45 quando ritroviamo Bernard e Michel che si sono accampati su un tratto sterrato parallelo alla strada. Mi accorgo tardi che devo girare così vado lungo di qualche metro e rimanendo solo mi rendo conto che al buio non riesco nemmeno a girare la moto, un incubo!
OGGI 240 KM moto  TOT 500 KM


LUN 27 OTTOBRE
Oggi alla sveglia abbiamo spettatori, c’è un piccolo centro abitato accanto, i ragazzi che vanno a scuola e le persone che vanno al lavoro arrivano alla strada per imbarcarsi sui taxi collettivi e mentre aspettano si godono le nostre attività mattutine. Questa è la mattina della separazione e dopo colazione dividiamo materiale bagagli e vettovaglie per proseguire su due differenti itinerari. Alle 8,30 salutiamo Bernard e Michel e ci avviamo a fare il giro previsto. La mia moto gira irregolare, ho toccato un pomello pensando di regolare il minimo invece ho scombinato la miscela. Il primo tratto è asfaltato e risaliamo una valle dai fianchi stratificati con affioramenti di rocce tondeggianti e nere, il valico passa i 1800m.
 In cima si vede la vallata con un villaggio e sul centro di una valletta una sorta di scoglio cubico, non ho capito se fosse una roccia o una torre. Qui in alto c’è una sorta di altopiano con dell’erba rada e qualche coltivazione stentata.
Scendendo dall’altro lato si incontra un villaggio arroccato su uno sperone con un castello al centro, ancora un po’ e l’asfalto finisce. Imbocchiamo un pistone liscio che probabilmente presto vedrà l’asfalto e poi a destra verso le montagne dove la mulattiera si fa pittoresca tra cime aspre e strade scavate con sostegni di pietra. 








Sprofondiamo con qualche tornante strettissimo in un canyon altrettanto angusto dove in uno slargo si annida un paesino, per le case c’è posto solo da un lato.
La pista è generalmente a sassi di fiume con tratti sabbiosi. Arriviamo in un punto dove c’è una sorgente e magicamente compare la vegetazione: palme, melograni e alberi vari. Questo è quel che ci vuole per la sosta di pranzo!


Proseguendo arriviamo alla fine del tortuoso percorso che si allarga e sulle pendici sopra di noi ci sono alcune case tra cui una enorme, ben tenuta con un’imponente recinzione e un traboccare di alberi e fiori. Sul fondovalle c’è una cisterna per l’acqua grande come una piscina.




Un po’ di collegamento su asfalto con un castello diroccato e poi di nuovo pista, questa volta scorrevole e divertente, mi lascio prendere la mano e sbaglio strada, andando verso la miniera d’oro.
La pista segue il letto di uno oued che spesso faocita la traccia e bisogna  andare a caccia tra i sassoni grandi come palloni, è piuttosto usurante per pilota e moto, l’unica soddisfazione è quella del trapper che trova la strada.






Con le vibrazioni mi si allentano le viti del manubrio che in in attimo sono riavvitate, ma siamo all’inconveniente n°2.
Ci fermiamo per il campo4 in un posto un po’ sfigato, troppo in basso, speriamo che non piova altrimenti andiamo a valle con l’acqua (prudentemente metto la tenda su una piccola duna, almeno ho un metro di quota in più).
A cena insalata di cetrioli, riso al tonno  e composta di frutta, noto con piacere che anno dopo anno ci sono più dolci.
OGGI 157 KM moto  TOT 657 KM


MAR 28 OTTOBRE
Notte allegra, a mezzanotte una raffica di vento molto forte quanto improvvisa sveglia e preoccupa tutti, qualche goccia di pioggia e poi...nulla.  Anche Otmar che faceva il galletto si alza e monta la tenda, io, che non intendo perdere tutto se scende l’acqua dallo oued, ritiro tutto nelle borse, pronto ad un’evacuazione lampo.
Fortunatamente sono tutte preoccupazioni inutili. Alla mattina tutto è dimenticato e si fa colazione tranquillamente.
Riprendiamo la cacccia alla pista, che, inghiottita ogni 500 m dal letto del fiume, scompare e magicamente riappare dall’altro lato della valle oppure in mezzo dopo un tratto invisibile.





Dopo 25 km ritroviamo l’asfalto ed un villaggio dove facciamo riparare pa ruota bucata del pickup e riempiamo i serbatoi al distributore.
Poco asfalto e di nuovo una pista lungo una valle, a tratti scorrevole e a tratti pietrosa, fino a raggiungere un ampio pianoro. Sostiamo per il pranzo accanto ad un pozzo, che ci offre la possibilità di una doccia senza risparmio d’acqua. Mi accorgo che dondola il serbatoio, accidenti la pietratia mi ha allentato anche queste viti...problema n°3, stringiamole!




Siamo nei pressi di Assa, uno di quei centri segnati sulla carta perché è l’unico con più di 4 case in zona.  Nick, che, oltre alle costole ammaccate ha dolore ad un ginocchio, saccheggia la farmacia del paese in crca di un po’ di sollievo.
Riforniamo di nuovo i serbatoi e, dopo aver seguito sul GPS la PISTA7 e poi la PISTA X ASSA, ci apprestiamo a percorrere la pista VECCHIA PARIS-DAKAR, 450 km senza benzina.
La sosta prende un po’ di tempo, dobbiamo rifornirci d’acqua che è sempre un’avventura, visto che non troviamo mai un tubo, quindi siamo costretti ad una catena di bottiglie e ciotole. Va da sé che l’operazione è piuttosto lenta, anche perché i rubinetti spesso non buttano molto liquido.  Ho perso un po’ di chiodi della punta di ferro di uno stivale, così ho il fempo di trovare delle vitine in una ferramenta per ripararla.




Lasciamo Assa e dopo pochi km sostiamo per il bivacco 5.
Preparato il campo, in un attimo di pausa riparo il puntale degli stivali e li guardo tutto orgoglioso, da una vita pendeva mezzo schiodato...va che bello adesso!






La cena ci propone insalata di pomodori con sgombri, spatzle (che sono delle tagliatelle all’uovo alsaziane) con sugo al pomodoro e infine dolce natalizio tedesco che non è male ma pea un casino per le sue dimensioni.
Solite chiacchere e la stanchezza prende il sopravvento.  Tutti a nanna.
OGGI 140 KM moto  TOT 797 KM


MER 29 OTTOBRE
Oggi partenza con calma, siamo sempre sulla pista Paris-Dakar, e dopo un tratto entriamo nel corso di un fiume alluvionale che ci fa morire. Il fondo a tratti di sabbia molto molle, a tratti di fango rosso essiccato e pietraie risalendo i fianchi della valle.  Una mattina intera per fare 50 km. Una delle viti che tengono fianco e sella ha  la testa troppo piccola e passa attraverso il foro del fianchetto: riparazione volante passando una cinghia nei fori maniglia e sopra la sella ( inconveniente N°3).
Pranziamo sotto un tamaris, accanto abbiamo una palma, ed infine ci facciamo un the con la magnifica teiera da 1€ comprata ad Assa. Nel pomeriggio la pista infame finisce e ci riprendiamo con un pezzo d’asfalto che poi diventa un pistone comodo e veloce da 65/70 km/h. Facciamo una sosta dopo 100 km. Nick si è piantato nella sabbia sbattendo le costole già provate, è ridotto ad un fantasma.






Mi accorgo che quello che avevo toccato è la vite miscela del carburatore, è stata sostituita con un comando a cavo bauden e ruotando si è sfilato, ecco perché la moto gira male, fortunatamente trovo anche la piccola molla che va sullo spillo. Otmar mi spiega che la regolazione normale è tutta avvitata e indietro 2-2,5 giri. A fatica la rimonto regolo e blocco risolvendo il problema N°4.
Più avanti ci fermiamo in un villaggio disteso lungo la pista con l’80% delle case in abbandono, compriamo delle bibite e le donne regalano caramelle e biro ai bambini.
Proseguiamo fino al bivacco, campo 6, oggi il vento ci ha tormentato tutto il giorno.
Ci rifacciamo con l’aperitivo, Otmar, che ha scoperto il  COMUNARD, vino rosso e sciroppo di cassis, ne fa uso idustriale e poi a cena va di rosso.
Questa sera ci sono le crepes con confetture di mirtilli e more fatte in casa e con nutella, il genepy è la giusta conclusione.
OGGI 154 KM moto  TOT 951 KM


GIO 30 OTTOBRE
Ormai è sempre partenza con comodo dopo colazione luculliana, oggi alle 8,45 riprendiamo il nuovo pistone scorrevole sulla vecchia traccia Paris-Dakar. Dopo una cinquantina di km ci stacchiamo a sinistra per una deviazione tra le montagne, il posto è carino e conduce su una sorta di altopiano che affaccia sulla piana a toni di beige con montagne solitarie formate dall’erosione, una a cono, una tronca e altre forme pittoresche.




Riscendiamo nella piana ed incappiamo in un marabutto bianco con decorazioni verdi accanto ad un pozzo, la struttura è aperta, ci sono abiti, stuoie, un Corano e bottiglie di profumo.










Mentre curiosiamo mi sccorgo di non avere il portafoglio e ripercorrendo le azioni della giornata ricordo di averlo lasciato sulla sella della moto questa mattina, ma non ricordo di averlo ritirato prima di partire.
Troviamo un posto dove passare il mezzogiorno e decidiamo di andare una moto e un auto al bivacco di ieri sera, Bernie  e Patou (prudentemente vestito da moto) mi seguono sulla vecchia pista PD che percorro a rotta di collo fino ad intercettare la nuova e più scorrevole e ancora più veloce. Il vento è forte e fastidioso ma in meno di un’ora ritroviamo il posto e vicino al foro del cavalletto della mia moto nel terreno eccolo lì che mi guarda il mio portafoglio storico Africano, Invicta blu, intonso e ancora mio con soldi, documenti e carte di credito. Non dubitavo, perché il posto era solitario e desolato. Tutti e tre ci mangiamo una mela e un mandarino e faccciamo a ritroso la pista, un po’ più veloce, avendo il vento a favore e conoscendo la pista che ,tra l’altro, è molto bella. In meno di due ore siamo andati e tornati ritrovando il resto del gruppo. Abbiamo fatto una mezza speciale Dakar, 80 e più sulla pista vecchia e 100 all’ora su quella nuova.
Un panino, un caffè e siamo pronti a partire, salgo sulla moto e mi accorgo che il serbatoio balla ancora. Provo a stringere le viti e mi accorgo che una è troncata, accidenti non posso fermarlo! Smonta tutto e Otmar si inventa di tagliare un tappetino dell’auto per farne degli spessori da infilare tra telaio e serbatoio, fissati con le immancabili fascette di nylon. Serbatoio posato e schiacciato al suo posto e fissato con una bella cinghia arancione di Patou.


Adesso il rubinetto destro è bello distaccato dalla marmitta, sicuramente è risolta anche la perdita, questa era la rogna N°5.
Sono le 16 quando riusciamo a partire, ma dopo una trentina di km finisco la benzina, così rifornimento. Proseguiamo fino alle 17,15 e allestiamo il bivacco 6 sotto un albero.




Giornata difficile per me, si festeggia con aperitivo copioso e pasta con monchon de canard (parte delle zampe) e Montblanc come dessert.
OGGI io 201 KM moto(gli altri solo 110)  TOT 1152 KM


VEN 31 OTTOBRE


Partenza alle 8,40 e il sebatoio tiene bene sulla pista molto pietrosa e dopo poco arriviamo sull’asfalto. Più avanti riprendiamo la vecchia pista PD non asfaltata e costeggiata da un vecchio strettissimo nastro di catrame con dentro pietre a grana enorme. Mille piste sassose e bucate dalla tole intersecano questo tratto.
Arriviamo ad una grande installazione militare e incrociamo un camion pieno di soldati che si fermano ad osservarci.  Poco distante ci accorgiamo di essere sulla pista sbagliata e ritorniamo verso una costruzione dove c’è il bivio e ripartiamo. Patou ha la gomma davanti a terra, sosta per provare a gonfiarla, sembra che tenga così si procede fino all’ora di pranzo dove sostiamo sotto il solito albero. Un pozzo con il secchio rotto fatto di pneumatici richiede il nostro intervento, così perdiamo una mezz’ora a ripararlo per scoprire che non si riempie perché entra in acqua di piatto.




Proseguendo incontriamo una zona di colline nere di roccia lavica, solcate dai tagli degli oued. Ancora un tratto di pietraia e giungiamo all’asfalto che ci porta a Smara.  A 10 km dal paese troviamo un campegio pretensioso con animali di gesso nel cortile e strutture carattristiche, peccato che è chiuso e nemmeno custodito.
Proseguiamo verso il paese dove al posto di polizia ci cazziano perché non abbiamo la fiche e “gli tocca fare il proprio lavoro”.  La prima sosta è al distributore, pieno di carburante e d’acqua ai serbatoi, attingendo da un rubinetto in un cesso fetido e trasportando in catena bottiglie e catinelle fino a riempire.
Tappa successiva il negozio d’alimentari e poi il bar con WIFI dove riprendere contatto con la famiglia e scolarsi una coca fresca.
Lasciamo il paese ripassando davanti agli amici poliziotti, imbocchiamo la strada per Tantan per lasciarla dopo pochi km e sostare per il campo 8, siamo nel letto di un fiume di terra indurita tutto collinette piene di alberelli.

Dimenticavo che oggi abbiamo attraversato due laghi asciutti col fondo duro.






Questa sera carbonara e crepes.
OGGI  201 KM moto                        TOT 1353 KM


SAB 01 NOVEMBRE
Questa mattina sento attività molto presto nel campo, ma la ignoro e resto a leggere in tenda.




Partiamo alle 8,30 seguendo l’asfalto, poi pista, non è un granche ma piuttosto filante; rimontiamo un paio di falesie divertenti e poi sul pianoro facciamo foto con un cranio di cammello.








Il territorio è completamente spoglio, facciamo sosta senza l’albero, fortunatamente il cielo è un po’ velato.
Nel pomeriggio navighiamo un po’ spostati rispetto ai punti gps, scendiamo in una depressione ed incontriamo l’asfalto che dura poco. In prossimità di una specie di forte (dove raccolgo la sabbia per il Luca e la Vale) sbagliamo pista e dobbiamo tornare, procediamo per un pezzo navigando diretti verso un punto, poi di colpo la pista ricompare.


Compaiono anche le dune, sono tutte a mezzaluna di una bella sabbia dorata, a colte sono organizzate a cordoni, mentre a volte i uniscono a formare lunghi crinali ondulati, il fondo tra loro è liscio e duro. E’ un panorama bello e rilassante, si viaggia contornandole e procedendo a zig zag per mantenere la rotta. Sento delle strane vibrazioni provenire da dietro quando freno e a volte una sorta di ululato straziante, mi fermo a controllare e Otmar si accorge che sto perdendo il dado dell’asse ruota...minchia! problema N°6.









Alle 16,30 si fermiamo nel cavo di una duna che ci protegge dal vento e prepariamo il campo 9, siccome è ancora presto con Bernie vado a fare una corsetta, al ritorno doccia e poi cena.
Oggi ci tocca carne in scatola di maiale e insalata di cetrioli e cipolle, mica tanto raffinato, ma la fame é fame e va bene così.
OGGI  179 KM moto                        TOT 1534 KM


DOM 02 NOVEMBRE
Questa mattina è tutto fradicio di umidità, si sente la vicinanza del mare, la moto, il casco, le protezioni, la tenda, il tavolo grondano d’acqua e anche le cose nella tenda che erano appoggiate alla parete di tela sono umide. Facciamo colazione ed aspettiamo che il sole sciughi tutto, ma, sorpresa, il calore sollevando il vapore, crea una bella nebbia che piano piano si dissolve.



Finalmente alle 9,30 riusciamo a partire, quando la nebbia se ne va per la seconda volta.
Si viaggia sempre in direzione Ovest e fa parecchio caldo, niente nuvole a rinfrescarci e nemmeno alberi, pranziamo appoggiati alla parete di una cisterna dell’acqua, unica magra fonte  d’ombra della zona.




Nel pomeriggio ritroviamo le dune, sono come le precedenti stessa tinta e stessa forma e talvolta con le moto ci arrampichiamo per gioco, arriviamo in vista di un elettrodotto e poi sulla strada asfaltata, la prendiamo in direzione di Daoura, l’unico villaggio della zona per andare a pranzo in un locale. Scopriamo che c’è solo una piccola bottega ma nessun posto dove mangiare, compriamo il pane e le donne del gruppo si mettono a distribuire giochi ai bimbi fino ad essere letteralmente assalite e depredate.
La scena ci lascia un poco scossi ed infastiditi, così lasciamo il paese e dopo un po’ d’asfalto abbandoniamo la strada e puntiamo ad Ovest verso il mare. Attraversiamo la strada litoranea e ci dirigiamo verso le baracche sulla spiaggia, scopriamo che ci vivono i poliziotti  che controllano la pesca e l’immigrazione.  




Chiediamo se c’è un posto dove mangiare del pesce e ci undicano un gruppo di baracche, ci andiamo dopo un bagno e una sgommata in spiaggia, ma non cucinano, così, con le pive nel sacco, riattraversiamo la strada litoranea e puntiamo verso l’interno dove ci accampiamo ai piedi di una duna, il campo 10. Questa sera siamo tutti un poco stanchi. Siamo tra Laayun (20 km a Nord) e Tarfaya.

La cena ci offre il taboulé e delle aringhe in scatola, yogurt e poi Montblanc.
Tiriamo le 21 tra una chiacchera e l’altra e ci rifugiamo nelle tende
OGGI  113 KM moto                        TOT 1647 KM


LUN 03 NOVEMBRE
Oggi lasciamo il campo seguendo l’asfalto costiero verso Nord, dopo un breve tratto scendiamo sulla spiaggia e corriamo sulla sabbia che purtroppo è completamente ricoperta di rifiuti, la gran parte portati dalla risacca  ed il resto prodotti dalle baracche dei pescatori.






Centinaia di gabbiani ricoprono alcuni tratti della spiaggia e si sollevano come una nube in movimento al nostro arrivo, è bellissimo, dà il capogiro trovarsi in mezzo al turbinare di migliaia d’ali. Ci sono alghe e conghiglie anche enormi ovunque, portate dalle maree.
Pochi chilometri prima di Tarfaya c’è una sorta di bidonville di pescatori sulla spiaggia, dove facciamo una sosta per lasciare vestiti per i bambini.



Riprendiamo l’asfalto e andiamo a Tarfaya al distributore a rifornire e poi a mangiare, un fritto di pesce misto con calamari gamberi e filetti di pesce e wifi compreso in un ristorante piuttosto moderno con la cameriera che sembra irlandese.
Dopo pranzo giriamo alla ricerca del monumento a Saint Exuperì, arriviamo in fondo al porto e nonostante le richieste di informazioni non riusciamo a trovarlo, così abbandoniamo e proseguiamo il viaggio. Riscendiamo verso Sud fino a Tah dove c’è il monumeto di marmo marrone che segna il confine del Sahara Occidentale e prendiamo una pista tra le case che ci porta ad Est su una falesia a strapiombo su una depressione, la sebka di Tah.









Percorriamo il ciglio alla ricerca di un punto di discesa, ci sono punti panoramici da cui si vedono le pareti di arenaria con grandi pareti di gesso candido e il fondo del bacino che si perde nella foschia. Finalmente troviamo una pista che scende, passando tra i detriti enormi dello sbriciolamento della parete, facendo tornanti strettissimi e ampie volte intorno alle rocce cadute. Una volta in basso troviamo un fondo tra il fangoso e la sabbia bagnata, tanto che siamo preoccupati per le auto, ma dopo il primo tratto diventa più asciutto anche se molto molle. Proseguiamo verso Est soto la falesia al lato Sud del bacino, a tratti compare una traccia di pneumatici, ma bisogna procedere cercandosi le zone più dure. Ci sono tavole di roccia che formano delle larghe cengie sulla parte bassa della falesia, è una libidine arrampicarsi con la moto e correre sopra gli altri come nei films degli indiani a cavallo nei canyons.
Alle 18 ci fermiamo per il bivacco 11, c’è parecchio vento e non un riparo, l’aria è molto umida.
Per cena insalata di cetrioli e barbabietole, pasta al pomodoro e yogurt alla banana.
Alle 21 in tenda a dormire
OGGI  166 KM moto                        TOT 1813 KM

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