lunedì 29 dicembre 2014

Viaggio in Senegal 1^ parte

Dopo il post poco entusiasmante di un cineasta in erba e probabilmente ...poco dotato vi faccio sognare con un mio vecchio sogno, estratto dal cassetto lo scorso anno:


Viaggio in Senegal

Dopo anni di sogni e di Dakar viste in televisione, reportages di altri motociclisti e voli sulle carte geografiche finalmente ci siamo. 
Pensavo di essere solo all’inizio, poi si è aggiunto JF, poi Patou e infine Bernard. Come al solito sono il solo italiano, è il primo viaggio africano con motomucca. Come consigliato l’uniformità dei mezzi è totale…non ci sono due moto uguali.


Giorno01 DO 07/04/13
Il momento è giunto, contrariamente al buon senso il traghetto si prende a Sete che fa molto Dakar classica, ma soprattutto è comodo per gli altri che vengono da Parigi e Epinal.
Il tempo uggioso e freddo mi fa rinunciare alla val di Susa, Monginevro e Alpi francesi per una più secca rotta autostradale che comunque mi tiene nella nebbia quasi fino al passo del Turchino e mi riscalda sulla costiera Ligure e poi Francese, attraversando una Provenza profumata di primavera. Arrivo in fretta in Camargue e, visto che sono in anticipo, non resisto, lascio l’autostrada e mi butto nei villaggi della zona umida, Aigues Mortes, Grau du Roi tra il blu del cielo punteggiato dai colori di una gara di aquiloni e il verde dei canneti.
Questo antipasto di turismo mi inebria dopo 600 km di autostrada, ci voleva proprio, tra l’altro il didietro urlava vendetta dopo il primo giorno di endurance.
Tempo di entrare in Sete e mi squilla il telefono, dopo un po’ di combattimento riesco a fare tutto: trovare dove fermarmi, togliere casco guanti trovare il telefono e scoprire che gli altri stanno uscendo dall’autostrada, siamo a 10 minuti di distanza. Li aspetto dove mi trovo che è facilissimo da trovare e dopo poco eccoli arrivare, Prima Bernard che non avevo sentito e poi JF e Patou a un minuto…a organizzarla non ci saremmo riusciti! 
Dobbiamo incontrare anche Jannot e Lionel, i meridionali del gruppo che abitano vicino Narbonne e vengono a salutarci e bere una bottiglia con noi prima della partenza.
Ritrovarsi una volta all’anno è sempre una gioia, grandi abbracci, ricordi dei viaggi passati, un po’ di malinconia per chi resta non può esserci questa volta ma sarà con noi nelle chiacchere da bivacco.
Dopo la cena ci si saluta e gli eletti si imbarcano per un purgatorio di due notti e un giorno di nave dove solo il sogno dello sbarco ti salva dalla noia.
Questa volta pochi vacanzieri africani e zero motociclisti ad imbarcarsi.
Alla biglietteria doccia fredda, scopriamo che il traghetto farà una sosta, che non avevamo nel foglio di prenotazione, a Nador, facendoci perdere una giornata completa di viaggio, arriveremo la sera alle 18 invece che la mattina alle 6. 
Oggi670K tot 670



Giorno03 MA 09/04/13

Vi risparmio il tedio non è riservato al forum .

Saltiamo direttamente al secondo giorno di nave che ci vede all’alba a Nador, suggestiva ma lenta questa sosta e ci costringerà ad una faticaccia di recupero del tempo e terreno perduto sullo stimato.




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Arrivo al porto Tanger Med come annunciato la sera e termine delle formalità di dogana e polizia piuttosto rapidamente, cambio di moneta (1€=10,88D e benzina 13,2D/l così ho subito soddisfatto i curiosi) e alle 20 siamo pronti a partire.

Imbocchiamo verso Tangeri (il porto non è in città) e poi verso Rabat con l’idea di sostare a Larache (campeggio subito all’uscita dell’autostrada).
Il campeggio non è cambiato, ci sono parecchi camper, praticamente tutti francesi tranne uno, ma nessun motociclista o fuoristrada.
Con il consueto casino del primo campo ci installiamo non trovando nulla nei bagagli ed il buio aiuta poco. Pazienza il bello comincia domani, con la luce almeno possiamo riempirci gli occhi del panorama.
oggi 127K tot 797


Giorno04 ME 10/04/13


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La sveglia alle sei ci porta in un mondo difficile fatto di una notte passata sulla mousse non abbastanza spessa, circondati da cani e asini che non conoscono tregua, avvolti in una nebbia padana e con le tende zuppe di umidità.

…questo è scritto solo ad uso dei lettori, che non soffrano troppo, perché a noi non ce ne fregava nulla. E’ l’inizio della vacanza!!!
Il sole con calma arriva, scioglie la nebbia, asciuga tutto e intanto ci facciamo una colazione robusta con il pane arabo e le confetture di casa.


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Ripieghiamo tutto (evviva la 2seconds di Decathlon) con discreta rapidità e ci lanciamo in autostrada a recuperare il tempo perduto.
La giornata non è delle più esaltanti, Rabat, Casablanca il panorama è di un verde brillante che non finisce mai di meravigliarmi in questa stagione, con un’infinità di serre che costeggiano il percorso.
Si lascia la costa verso Marrakech che si intravede circondata da una chiostra di montagne innevate, l’Atlante con le sue belle piste che questa volta non vedremo e poi verso Agadir tra verdi valli costeggiate dalle colline di terra rossa e rocce a panettone, di nuovo lungo la costa, la temperatura è salita fino a 35°, adesso è AFRICA.
Ormai è quasi sera e un po’ di km a sud di Agadir ci concediamo il meritato riposo al campeggio Internazionale, sulla costa. Il custode non ha nulla da cucinare, così prende vita il settore ristorativo della nostra organizzazione, fuori fornello pentole liofilizzati vari patè che coi francesi non mancano mai e ci riempiamo la pancia anche oggi.
L’organizzazione del campo va migliorando e si comincia a sapere dove mettere le mani quando cerchi qualcosa. Il primo giorno anche solo la giacca con tutte le tasche ognuna dedicata a qualcosa è un casino, ma piano piano tutto diviene automatico. A sinistra telefono e occhiali(siamo giovani) a destra portafoglio coltello e cucchiaio/forchetta(siamo sempre pronti) in mezzo i documenti …e via così.


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Oggi 744K tot1541


Giorno05 GI 11/04/13
Adesso si che ci siamo, sveglia con il coccolio dei cavalloni che si rovesciano sulla spiaggia, la seconda notte sul materassino va meglio e, dopo una doccia bollente colazione con la marmellata di Cassis della moglie di JF…spettacolo!
Le operazioni ormai sono spedite, non partiamo mai presto ma le 9 sono un orario onesto, rifacciamo i 20k che ci separano dalla strada costiera, ormai l’autostrada è dimenticata, e seguiamo per Tiznit e Guelmine.
Mi viene da pensare che il PIL in Marocco lo raggranellano con l’autovelox, non ho mai visto tante pattuglie col radar come qui, ogni 30k ce n’è una…è incredibile!
In questa zona inizia anche il balletto delle fiches, che, come insegnano i decani del settore tipo Indianlopa e Fagot, sono fondamentali per farti risparmiare tempo.
Per un errore d’impostazione della stampante ne avevo 24 alla partenza, indeciso se prendere tutto mi sono detto, ma si, per il peso…alla dogana Mauritana me ne restavano 2!
Siamo stati fermati dozzine di volte, sempre gentili i gendarmi, doganieri o guardia civile, ma consegnando il magico foglietto precompilato abbiamo sicuramente risparmiato una giornata in totale.


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Dopo Guelmine, alla pausa pranzo, “battezziamo” la Kelly Kettle, un bollitore geniale che con quattro stecchetti di legno ti permette di far bollire l’acqua economizzando il gas. Onestamente occupa parecchio spazio ma se si è in gruppo è un piccolo lusso che ci si può concedere dividendosi il materiale del campo, soprattutto nel nostro caso che amiamo particolarmente i bivacchi in spazi aperti. Scatolette di carne Montana convertite in tazzine da caffè ed il gioco è fatto, come fanno qui, niente si butta, tutto può servire, riciclaggio selvaggio.
Ci lasciamo dietro TanTan e Tarfaya e poco a sud facciamo il primo campeggio libero, un po’ riparati ad un paio di km dalla strada. Come sempre dopo poco compare qualcuno, è la magia del deserto, nel nulla, desolato per chilometri, nulla in vista, ti fermi e dopo dieci minuti ecco comparire qualcuno…ma stanno nascosti sotto i sassi ti chiedi? Due chiacchere e come sono apparsi scompaiono senza lasciare traccia.
Il panorama è dominato dalla falesia a picco sull’oceano a destra e dal deserto sinistra, la strada è generalmente diritta ma periodicamente si attraversa una vallata sulle cui pendici si discende e poi risale tra curve veloci (100 è il limite, i radar sono sempre dietro l’angolo) stimolando la libidine del motociclista, le Heidenau Scout sull’asfalto si dimostrano oneste, probabilmente pagheremo sulla sabbia.


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Il vento è stata la costante sino ad ora, le gomme si stanno consumando da un lato, probabilmente le pareggeremo al ritorno, purtroppo la componente che abbiamo alle spalle e ci aiuta, poi sarà scomoda.
Questa sera la cena di bivacco è allietata dalla prima bottiglia di vino della nostra cantina francoitaliana (si sa, se non ti porti il lavoro da casa devi fronteggiare momenti grami), il Primitivo di Manduria robusto di provenienza casareccia ci dà una bella carica, deve bastare per qualche giorno.
Oggi 517K tot 2058 qui la benzina costa meno 9,3 D/l siamo nell’ex Sahara Spagnolo

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