venerdì 26 dicembre 2014

Diario del 4° giorno in Tunisia

Buon S.Stefano, questa mattina c'é una giornata stupenda, ventosa e con il cielo terso, nel far west (padana occidentale). 
La cinta di montagne in cui troneggia il Monte Rosa avvolge il panorama e sembra così vicina da poterla toccare.
Anche la temperatura è fuori media, troppo tiepida.
Dopo colazione, ed aver sfornato un pane di farine miste manitoba, grano duro integrale, farro e riso, con calma parto per un lungo lento. 
Mi sembra di avere la cintura di piombi da sub nello stomaco!
La magnata di Natale si fa sentire, ma dopo un po' carburo e solo il ritorno contro vento mi infastidisce un tantino, son soddisfatto, 22km senza fatica (ovviamente è un eufemismo).



Tra i regali di Natale ho ricevuto una action cam, appena la metto in opera posto anche qualche video, peccato aver perso l'occasione oggi perché il panorama era splendido come accade raramente nella pianura Padana.



Diario di 4 giorni di corsa in Tunisia



4° giorno – 23 marzo 2012 Immancabile alle 5,20 la sveglia si fa sentire (per non perdere l’allenamento del lavoro) sono circondato da dormienti, districarsi e recuperare tutto il materiale è un’impresa; mi porto tutto nel lato bar-sala da pranzo, mentre Majid prepara il pane appoggiando delle pagnotte a cuocere su un piatto di terracotta scaldato dalle braci e Amor armeggia portando legna e acqua. Colazione alla solita maniera ma allietata da un the caldo, preparo tutto e verso le 6,30, dopo aver salutato gli amici, parto, duro come Pinocchio, a scendere il piccolo tratto asfaltato che porta all’imbocco del parco.
Tutto il mondo del Rally è profondamente addormentato, non viene un rumore dalle tende e dai camion, gli equipaggi riposano dallo sballottamento della gara, i meccanici dalle fatiche serali di manutenzione e riparazione, la logistica dalla faticaccia di montare il circo e farlo funzionare…insomma, solo io che mi godo il panorama in 1^ classe senza fatica e sballottamenti mi alzo presto!
Il cielo è velato ma continuo a tenermi la giacchetta contro il sole, poco dopo la partenza schiarisce e sento scendere delle gocce, nuvoloni bigi all’orizzonte non promettono nulla di buono, è l’ansia di oggi quella di trovarsi sotto scrosci torrenziali, come mi è già capitato, che allagano tutto (in moto non è stato simpatico, ma sono certo che a piedi senza riparo sarebbe peggio). 





Con calma arrivo al grande curvone e poi al caffè “la tente”, ma questa volta non mi fermo, l’ho appena superato quando il gestore esce a salutarmi, un gesto di risposta con il braccio e proseguo, la mia meta è “La porta del deserto”, devo fare almeno 18-20 km, anche se è l’ultima tappa non mi devo sbragare.





 Con pazienza e sotto la pioggerella appena appena percepibile arrivo in vista della caserma che è poco lontana dal bar; i piedi mi danno già fastidio, oggi ci hanno messo poco a diventare molesti. 







Al bar c’è solo Haji, parla con un militare della caserma, unico cliente, il figlio non c’è; mi tocca salvare gli incassi della giornata, eccomi quindi alla coca e poi al the. Smonto lo zaino in cerca della farmacia, tolgo scarpe e calze come sempre noi facciamo quando andiamo al bar in Europa, gli faccio prendere un po’ d’aria e poi medico le dita e i talloni col cerotto sfigato di carta, non avendo quello di seta.












Facciamo quattro chiacchiere in francese e dopo 45’ di sosta riparto. La giornata è cambiata, adesso c’è il sole e fa caldo, il mio consumo d’acqua aumenta decisamente ed anche la mia sofferenza ai piedi, quando incontro dune e discese i dolori sono veramente fastidiosi. Percorsi circa 35 km siamo intorno a mezzogiorno e, avvistato un cespuglio di simil-erica tutto fiorito, mi ci butto sotto, è l’unico che ho incontrato grande abbastanza da fare un po’ d’ombra.




 Sono ricomparsi in gran numero i fiori profumati ad alleviarmi la sofferenza e a distrarmi un minimo. Bevo abbondantemente, il sole si fa sentire, la fregatura è la logistica di questa tappa che ha 2 bar all’inizio e poi, quando serve…più nulla. Ci rifletto e decido di piegare il destino a mio favore fermando un fuoristrada di turisti e chiedo una bottiglia d’acqua, mi guardano un po’ strano, chiedono se va tutto bene e mi danno l’acqua senza problemi. Adesso ho anche la riserva, non ci sono problemi.



Pranzo a barrette e frutta che ormai sono alla fine, alleggerendomi lo zaino, peccato per il cibo, la gavetta, il fornello, la meta, cose che mi sono sgroppato inutilmente; anche la tenda volendo si poteva evitare, ma così ho tenuto fede al mio proposito di autosufficienza. 
Ristorato dal cibo, dai liquidi e dal riposo riparto per gli ultimi interminabili 20 km, adesso alterno tratti di cammino alla corsa, a -18 incontro Giampi e Bimbo gli amici dei “Maiali nel fango” il gruppo di enduristi del forum "QUELLIDELLELICA" conosciuti sulla nave, ci fermiamo un attimo a scambiare due parole e poi ripartiamo in direzioni opposte. Quando sono a – 12 km non riesco proprio più a correre, adesso i piedi mi fanno male solo a pensare di averli, non serve nemmeno usarli. Dopo quello che sembra un’eternità e una quantità di dolorosissimi tratti sabbiosi arriva l’asfalto, adesso sono a meno 5 i mantra che mi hanno accompagnato durante tutta la corsa si fanno più fitti, assillano anche la marcia, e, come in una tragedia greca, appare il Deus ex machina per salvare la situazione, a 4 km dall’albergo incontro altre due conoscenze della nave: Davide e Carlo, estremamente espansivi, si scherza e il secondo vuole assolutamente darmi un passaggio fino all’albergo: “Tanto ormai sei arrivato, e non lo sa nessuno!” – ma lo so io ed è abbastanza!






Niente soluzione alla tragedia, rifiuto dicendo che "me la sono cercata" e ha detto il dottore che devo morire fino alla fine; così sarà. Sono ormai Tra le case di Douz, mi fermo in un negozio a comperare una bottigliona di coca che sorseggio arrivando all’hotel 20 Mars. 














Sono le 17,15, il Luca non c’è, mi faccio una doccia e un pediluvio con il sale, documentato dal Luca al suo ritorno.
E’ fatta, oggi sono 55 km, i piedi sono sfatti, tra bolle e unghie che saltano è un vero casino, ma passerà. La soddisfazione è ai massimi livelli, l’autostima mi gonfia e l’orgoglio straborda. :smoked: 
Sono contento come un bambino. :beer: 
TOTALE 231 KM IN 4 GIORNI

Osservazioni:  

EQUIPAGGIAMENTO: - Vestiario ok
- Ghette, elastico sulla caviglia e migliorare l’incollaggio del velcro sulle  
scarpe
- Zaino, migliorare appoggio spalle e vita con gomma piuma
- Gavetta, fornello, meta e buste Coop evitabili, come la tenda
- Enervit GT, Enervitene Gel, miele pack e reintegratore indispensabili
- Frutta secca e fruttini validi
- MANCA IL CEROTTO DI SETA!!!

Adesso andiamo a festeggiare dall'amico Tawfik Ben Kalifa al Restaurant Les Palmiers ristoratore preferito del Luca in questi giorni, mentre io sputavo...sabbia!

Ci mangeremo un couscos royale











Questo diario é stato inserito in runningforum e se vi interessa di leggere qualcosa in più lo trovate qui:

http://www.runningforum.it/viewtopic.php?f=16&t=16055#p563404

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