Buon Anno a tutti runners e non, questo é l'allenamento fatto nel mese di dicembre...
oggi ho bigiato, dovevo correre 20 km ma...brrr che freddo!
mercoledì 31 dicembre 2014
martedì 30 dicembre 2014
Marocco e Sahara Occidentale ott-nov 2014 3^parte
MAROCCO E SAHARA OCC. 3^ parte
Difficoltoso
l’attraversamento del fiume per la quantità di fango, ma poi si rivela una
bella pista scorrevole e divertente con un po’ di dune sul percorso.
Alle
17 sosta al campo 13, siamo in una zona dunare molto bella, la sabbia è rossa e
dura per la pioggia, Patou, J.F. e anche Otmar, che di solito sta tranquillo,
partono a fare ricognizioni e raccontano di un pozzo e una spianata piena di
animali dall’altro lato delle dune, io stranamente non ne ho voglia.
Noi
pensiamo a riempirci la pancia, per ora, molliamo le moto, ci svestiamo, mentre
il pescatore ci mostra una cassetta di pesce e dopo averlo pulito lo stende
sopra i carboni a grigliare, mentre uno stuolo di gatti festeggiano con le
interiora e un pescatore rammenda una rete.
Ci
lanciamo sulla spiaggia per chilometri, ci ferma la foce di un fiume. Risaliamo
la valle e con un paio di piccoli guadi attraversiamo e risaliamo la falesia,
ma non ci sono posti adatti al bivacco. Più avanti riscendiamo verso la
spiaggia e dopo un po’ tra zone umide e zone coltivate decidiamo di fermarci,
convinti che un posto buono non lo troveremo. Siamo sotto le colline pietrose
in un piccolo appezzamento sassoso ma piatto con una zona paludosa davanti al
mare, questo è il campo14.
Si
arriva ad una costruzione di pietra dove troviamo la Toyota di Bernard e
Michelle, ci spiegano che è la casa di un pescatote, e sono stati a mangiare
qui. Veniamo tutti invitati per un the nel cortile sui cuscini, è una
situazione veramente caratteristica, c’è anche un capretto di tre giorni che
gira belando tra di noi.
Veniamo invitati anche a pranzo e arriva un bel cous cous con le verdure.
Bernard guida come se avesse il diavolo alle calcagna e sbaglia pista un paio di volte, ma alla fine giungiamo a Fort Bou Jerif. Subito ci si trova davanti l’oasi con un acquedotto e grandi alberi d’eucalipto, tronchi morti e qualche palma, un po’ discosto in posizione dominante il forte, enorme e malconcio, ancora una volta una struttura veramente imponente, parte in pietra e parte in mattoni di fango. Dà l’impressione di avere un’origine romana e di avere subito vari rimaneggiamenti in epoche diverse.
Ci
sistemiamo con le tende, faccio il bucato completo e mi faccio una corsa con
Bernie, ci allontaniamo nel saliscendi collinare del deserto e poi ritorniamo,
mi faccio anche una puntata al forte e oasi e poi ritorno, per finire una
doccia tripla.
Ci
fermiamo a bivaccare accanto ad una duna alla luce del tramonto, aperitivo con
tartine tonnate.
MAR 04 NOVEMBRE
Sveglia
non troppo umida sul fondo della sebka, colazione e via, sempre con la falesia
sulla destra. In una cinquantina di km lasciamo la depressione e troviamo una
pista che ci porta all’asfalto. Dopo 45 km siamo a Sidi Akfnir dove sostiamo
per il pranzo, una succulenta tajina.
Mi
sono accorto che la carica della batteria è di nuovo bassa, il motorino non
gira dando starter, qualcosa non funziona, ho sempre avviato a pedale.
Faccciamo
rifornimento e ripartiamo verso Sud, al ponte su uno oued lasciamo l’asfalto su
una pista che costeggia il letto, ma c’è troppa acqua e fango, non si riesce a
trovare un guado. Dopo una perlustrazione individuiamo un punto adatto e J.F.
ci si avventa, scoprendo che il fondo è
coperto di grandi pietre viscide e melmose, e mettendosi a mollo con la
moto in pochi,metri.
Bernie
e Patou accorrono ad aiutarlo infradiciandosi fino al ginocchio. Sollevano la
moto, la riavviano e lo aiutano a portarla a mano dall’altro lato.
Subito
dietro vado io con la moto a mano, attraverso deciso e senza intoppi arrivo in
un attimo dall’altro lato, a seguire Patou e Nick che stenta un po’, poi arriva
anche Otmar che era in giro a cercare un guado.
La
pista si spinge sotto una parete e poi ritorna verso il corso d’acqua, è
morbida e scorrevole e la zona è piena di animali: capre, dromedari, pecore,
aironi nell’acqua del fiume.
Finalmente
troviamo il luogo adatto a bivaccare e installiamo il campo 12. Ancora una
volta siamo nel letto di un fiume asciutto, stiamo veramente sfidando la sorte!
Speriamo di non finire a mollo! Come al solito monto la tenda in un posto un
po’ rialzato, credo poco nella fortuna e più nella prudenza.
Oggi
temo per l’integrità del mio intestino, sono andato in “bagno” tre volte,
l’ultima mollando la moto al volo e correndo con le braghe in mano ad
infrattarmi.
Prima
di cena diamo un’occhiata alla mia moto e il tester dice che arriva una
tensione troppo alta, 15,6 v, Otmar sostiene che al massimo deve essere 13,8
v, il regolatore di tensione è
sicuramente il responsabile, infatti ha cotto anche la batteria nuova.
A
cena mi consolo con insalata di pomodori, riso condito con jesier (fegatini di
pollo) e macedonia in scatola. Come al solito a letto presto, il gruppo
“Baggina” risente della non più tenera età.
OGGI 150 KM moto TOT
1963 KM
MER 05 NOVEMBRE
Notte
movimentata nello oued, scrosci di pioggia e alle 2 di notte lo scroscio
inquietante dell’acqua. Esco dalla tenda e vado a controllare, un fiumiciattolo
cola dentro il letto del fiume cadendo da una parete e formando una cascata a
cinquanta metri da noi, fortunatamente siamo a a monte!
La
notte prosegue tranquilla anche se ogni ora piove. Anche a colazione è una noia
perché continua a fare piccoli scrosci.
Riusciamo
ad asciugare tutto e ripartiamo seguendo il fiume, risaliamo sulla sponda
sinistra e prendiamo l’asfalto verso Tantan.
Scollegate
tutte le utenze elettriche della mia moto, sembra avviarsi più facilmente.
Prendiamo
acqua anche andando in moto, anche se non piove a dirotto, per fortuna.
A 20
km dal paese lasciamo ancora l’asfalto scendendo a destra in un bacino, seguendo
una pista infangata e viscida che porta diretta a Tantan, le moto sono molto
impaltate.
A
qualche km appare un piccolo passo dominato da un cimitero e da un marabutto
bianco e verde creando un’immagine molto pittoresca. Al di là del passo si
scende in paese, le piogge hanno gonfiato un ruscello che scorre placido
attraversando il paese e costringendoci ad un guado urbano.
Mentre
gli altri fanno la spesa vado a caccia di una batteria nuova, ma non riesco a
trovarla, così mi accontento di telefonare a casa, la Vale è in gita. Raggiungo
gli altri al bar e dopo un the andiamo a fare il pieno ai mezzi.
Si
riparte verso Nord, lasciamo la strada nella valle del Draa e ci fermiamo a
pranzare al riparo di una boscaglia, oggi il vento è veramente fastidioso.
La
pista ci porta verso uno Ksar in rovina arroccato su un colle, dopo aver fatto
qualche foto proseguiamo incontrando un hotel nuovissimo dall’architettura che
richiama le vecchie fortezze berbere, sembra veramente lussuoso!
Oggi
registro la tensione della catena che si è parecchio allentata, anche la corona
è parecchio usurata. Siamo ai piedi di una duna che ci ripara dal vento.
La
cena offre zuppa di volatili in busta e pasta condita con tonno e macreaux
all’olio d’oliva.
Per
la prima volta quest’anno ho freddo la sera, mi sono messo l’interno goretex
della giacca e l’interno imbottito dei pantaloni.
OGGI 130 KM moto TOT
2093 KM
GIO 06 NOVEMBRE
Questa
mattina mi sono svegliato piuttosto scassato. Dopo colazione, una volta
ritirato tutto, inforco la moto e vado a fare la mia parte di ricognizione dell’area,
questa sabbia è troppo bella e troppo rara in questa parte d’Africa per non
godersela. Vado a vedermi il pozzo, arrampico su crinali ripidi e scendo da
pendii a strapiombo, la sabbia è ancora abbastanza umida e si galleggia bene.
Finalmente
tutti sono pronti e si parte, questa parte della pista è favolosa, un parco dei
divertimenti, non mi lascio scappare una duna, su e giù, curve sulle pareti,
serpentine lungo le creste, come se avessi 15 anni.
Prendiamo
una pista a sinistra che ci porta verso la costa e in lontananza si vede una
torre bianca che sarà ad almeno 20 km, arrivandoci scopriamo che non è nulla di
romantico ma un rudere di installazione mineraria, probabilmente ci lavoravano
i fosfati.
Da
qui in un attimo siamo sulla costa, sulla falesia a picco sul mare, lo
spettacolo è sempre grandioso, una successione di onde spumeggianti che si
rovesciano sul basso fondale e si infrangono sulle rocce o rotolano morbide
sulla spiaggia, qua e là il relitto incagliato di una vecchia nave rugginosa portato
chssà quando da una tempesta.
Risaliamo
la costa alla ricerca di un villaggio di pescatori scoperto l’anno precedente,
qui cucinano anche il pesce e noi non stiamo nella pelle dalla voglia di
assaggiarlo.
Il
villaggio è un gruppo di baracche accanto ad un forte in abbandono, Aoreora,
prende il nome dallo oued che scorre al di sotto della falesia e sbocca sul
mare in un letto di sabbia dorata.
In questo momento ci ha montato il campo un
organizzazione di quelle che fanno gasare i clienti con finti rallies, hanno
anche il traguardo gonfiabile accanto al bivacco e i fuoristrada vanno su e giù
per il fiume, si vedono tracce anche su un enorme campo di alte dune costiere
poco discosto.
In attesa ci guardiamo attorno, il
paesaggio è mozzafiato, siamo un centinaio di metri a strapiombo sul mare con
il campo dei rallisti e il letto del fiume sotto di noi, oltre un mare di alte
dune che a cordoni si allontanano dal bagnasciuga, sempre più alte a perdita
d’occhio.
Finalmente
la grigliata è cotta, nel frattempo ci siamo preparati il nostro tavolo e le
nostre sedie, perché qui oltre al pesce non c’è nulla, e un enorme vassoio
viene posato in tavola.
Immediatamente piomba il silenzio, tutti sono impegnati
a gustare le corbine ed altri pesci sconosciuti, a succhiare le spine e
leccarsi le dita. La griglia non è abbastanza capiente per un gruppo da 11 come
il nostro e sta cuocendo una seconda tornata, mentre arriva un gruppo di
spagnoli, con auto, quad, un Razor e una sola moto, anche loro sono di mezza
età, anche se fisicamente molto peggio ...hanno delle panze! ...e sono pure un
po’ sostenuti.
Mangiamo
il nostro pesce delizioso, sbaracchiamo e ripartiamo dopo aver speso 5€.
Scendiamo
nel canalone e mi fermo a salutare i rallisti a uno dei gazebo montati accanto
al traguardo, sono spagnoli e mi dicono che c’è anche un italiano.
Prima
di cena mi faccio una corsetta di un quarto d’ora su per una collina
ripidissima e, aiutato dal vento, arrivo vicino a due animaletti con una codona
che mi sembrano marmotte, scoprirò poi che sono scoiattoli di terrra. Questa sera facciamo la festa ad un salame,
lenticchie con prosciutto e finale con Montblanc al cioccolato.
Questa
sera chiacchere con Otmar davanti al fuoco, ormai riesco quasi a capirlo (soprattutto
se ha filtrato parecchio rosso), ha viaggiato parecchio, soprattutto in
moto...é stato ovunque, compresa
l’Italia, da ragazzo ha partecipato alle valli bergamasche e alla sei giorni,
proprio cazzuto.
OGGI 110 KM moto TOT
2203 KM
VEN 07 NOVEMBRE
La
notte è passata piuttosto bene, ma ho un raffreddore pazzesco che mi fa sternutire
un sacco e colare il naso come una fontana. Qui in riva al mare c’è un umido
notevole, tutto è umido!
Dopo
colazione partenza lungo la spiaggia, facciamo 5 km e risaliamo sulla pista tra
le colline, dove incontriamo un gruppo di Mitsubishi con targa marocchina, probabilmente
noleggiate, hanno il fotografo cineasta che li immortala e una guida che li
porta in giro. E’ un dedalo di piste e ogni tanto li incrociamo, è una noia
perché la pista é stretta e non si riesce a passare, si mangia un sacco di
polvere.
Veniamo invitati anche a pranzo e arriva un bel cous cous con le verdure.
Bernard guida come se avesse il diavolo alle calcagna e sbaglia pista un paio di volte, ma alla fine giungiamo a Fort Bou Jerif. Subito ci si trova davanti l’oasi con un acquedotto e grandi alberi d’eucalipto, tronchi morti e qualche palma, un po’ discosto in posizione dominante il forte, enorme e malconcio, ancora una volta una struttura veramente imponente, parte in pietra e parte in mattoni di fango. Dà l’impressione di avere un’origine romana e di avere subito vari rimaneggiamenti in epoche diverse.
La
base di pietrra è ancora in buono stato mentre la parte di fango è dilavata e
semidistrutta, sui parapetti e sulle mensole dei balconi si vede ancora una
canalizzazione a gronda che sicuramente raccoglieva l’acqua nelle cisterne,
nonostante il pozzo dell’oasi,
probabilmente di epoca successiva.
Ci
spostiamo al camping che si trova ad un paio di km, è una struttuta molto carina
e curata, con torri stile ksar, verande con poltrone e cuscini e locali con
vetrate, il gusto e la cura sono sicuramente di un europeo. Nel cortile giace
disteso uno scheletro di balena quasi completo, mancano solo delle vertebre, fa un po’ impressione, essendo in pieno
deserto.
Ritrovo
sotto una tenda berbera per bere comodamente una birra. Come di consueto si
festeggia il compleanno di Michelle, così ci spostiamo al nostro tavolo e
compare lo spumante per il brindisi.
Ultima
tappa il ristorante, una sala molto carina con quadretti, oggetti della
tradizione, pelli di animali ed arredata con gusto, c’è anche la tavolata di un
altro gruppo di motociclisti KTM, poi ne arriverà un altro ancora.
La
tavolata è veramente carina, fuori dalle nostre aspettative, oltre alla solita
tajina di pollo ci servono un’insalata marocchina, una zuppa e una tajina di
frutta mai vista.
Questa
sera si va a letto tardi.
OGGI 40 KM moto TOT
2243 KM
SAB 08 NOVEMBRE
Questa
notte ho sentito lo sciacallo e la civetta, meglio il cattivo presagio della
processione di quelli che andavano in bagno facendo casino!
Dopo
la doccia, sontuosa colazione al campeggio, con marmellata, frittelle, brioche
e succo d’arancia.
Ci
sono due gruppi di motociclisti in campeggio, uno di loro deve essere caduto
perché zoppica e ha un ginocchio gonfio come un pallone.
Partiamo
ritornando all’oasi e poi seguiamo una pista che ci porta all’asfalto, Michelle
è a caccia di una cooperativa che produce essenze al fico d’india, così
cerchiamo tra le piantagioni fino a trovare e più o meno tutti compriamo
qualcosa.
In
cinquanta km d’asfalto siamo a Sidi Ifni, con i suoi portici bianchi e azzurri
e l’architettura coloniale, ci fermiamo a pranzare vicino al mercato un buon
fritto misto di pesce. Proseguiamo fino ad Aglou Plage, la zona è sfruttata
turisticamente e tra le onde si vedono dei surfisti con la pagaia, mentre dai
locali sulla spiaggia la musica pompa come a Rimini.
Proseguiamo
lungo la pista costiera, disseminata di baracche di pescatori, alcune sono
scavate nell’arenaria della scogliera, il percorso è molto divertente, alterna
sabbia a fondo compatto.
A
cena insalata di pomodori e zuppa cinese,
dolce in quantità, Montblanc, plum cake e mon cherie. Dopo tutto il vino
rosso Bernard ha estratto una bottiglia di distillato di pere e la situazione
minaccia di degenerare. (E’ stato un anno etilico, cartoni e cartoni di vino
rosso, bottiglie di pinot aperitivo, Ricard, whisky, cassis e genepy ...non si
sa quanto è stato bevuto!)
OGGI 182 KM moto TOT
2425 KM
DOM 09 NOVEMBRE
La
pista costiera prosegue con lo stesso fondo, alternando sabbia e terra, qua e
la case di pescatori, si sale e si scende un po’ sulla falesia e un po’ sulla
spiaggia.
Attraversiamo
un paio di centri abitati ed in una quarantina di km siamo sull’asfalto verso
Agadir che superiamo e alle 12,30 siamo ad Aourir, il paese del campeggio da
cui è iniziato il tour. Sosta al ristorante dove gustiamo un ottimo pesce alla
brace e rientro in campeggio per me, incursione dal barbiere per tutti gli
altri che tornano rasati lasciandomi il solo barbuto.
Non
ci resta che sistemare le cose, rimontare il gancio al Toy di Bernard e
caricare le moto, cade quella a noleggio di Dominique che si fa qualche piccolo
danno, dopo essere uscita indenne sino ad ora.
Patou
e Christine festeggiano oggi il loro 35° anno di matrimonio e offrono una
bottiglia di spumante, prima della cena nel ristorante del campeggio.
Salutiamo
chi parte domattina presto (6,30) in aereo e buona notte.
OGGI 90 KM moto TOT
2515 KM
QUESTO E' L'ITINERARIO SEGUITO (senso orario)
LUN 10 NOVEMBRE
Notte
difficile tra le raffiche di vento e i cani che abbaiano alle 23.30 svegliando
tutti. Seconda sveglia alle 6 per salutare ancora Huguette, Christine, Viviane,
Michelle e Jean Francois Prima che partano, poi si torna in tenda. Alle 8
sveglia per la colazione e partenza con le auto ed i carrelli, imbocchiamo
l’autostrada e la lasciamo verso El Jadida.
Pranzo
con tajina di montone e via di nuovo verso Nord, gli equipaggi sono gli stessi
dell’andata, io e Patou, Bernard con Otmar e Bernie con Nick.
Bernard
ci fa fare una stradaccia lentissima e piena di buche, ci mettiamo una vita ad
arrivare a El Jadida e poi decide di andare fino a Casablanca.
Troviamo
un campeggio desolato dove mangiamo le nostre cose al sacco e infine ci infiliamo in
tenda.
OGGI 0 KM moto TOT
2515 KM
MAR 11 NOVEMBRE
Questa
notte gran comfort, ho aggiunto il materassino di J.F. al mio e ho avuto una
parvenza di morbidezza del giaciglio, infatti ho dormito molto bene.
Colazione,
riimpacchettiamo tutto, ben inumidito dal piovoso clima locale e ripartiamo
prendendo l’autostrada con grande calma. A 50 km da Tangeri sosta per pranzare,
non abbiamo fatto nemmeno una sosta caffè, Patou è nero di rabbia, almeno
avessimo fretta...ma abbiamo un sacco di tempo da perdere.
Abbiamo
preso acqua a tratti lungo tutta la strada e in particolare quando ci fermiamo
all’autogrill, piove che Dio la manda, ci sono pozzanghere enormi nei piazzali
e i campi intorno sono tutti allagati...un tempo da lupi!
Almeno
qui ci consoliamo con il cibo, mai visto un’area di sosta con il barbecue ed il
forno per fare il pane! La kefta di manzo con patatine è accompagnata da pane
caldo e fragrante appena sfornato. Caffè e siamo pronti a ripartire sotto il
diluvio che continua.
Alle
15 siamo al caro, vecchio camping Achakar di cap Spartel, fortunatamente non ce
n’erano altri ragionevolmente vicini al porto, e poi una ventina di km in più
non spostavano il problema, se fatti oggi o domani!
Appena
arrivati scarichiamo la mia moto dal carrello, aprire la tenda è un problema,
perché, anche se non sta piovendo, il campeggio è completamente allagato.
Nell’attesa faccio onore al wifi e sento le notizie da casa.
Ordiniamo
fritto di calamari per cena e andiamo a vedere cosa si riesce a fare con le
tende.
Fortunatamente
dietro la piazzola trovo un grande basamento di cemento un po’ soprelevato e
già praticamente asciutto, ecco fatto, tre tende piazzate in fila al riparo dal
fango e dalle eventuali prossime piogge. Il fondo non é certo morbido ma con
due materassini chi se ne frega.
Solito
“aperò” in piazzola e poi al ristorante. I calamari sono una vera schifezza, la
sola cosa indegna che ho mangiato qui, ma per gli altri erano buoni, a me
parevano molli, unti e indigesti!
Ancora
un po’ di whatsapp e una telefonata a casa, poi a nanna.
OGGI 0 KM moto TOT
2515 KM
MER 12 NOVEMBRE
Dormito
bene, un rovescio di pioggia alle 7 mi
fa restare in tenda a poltrire fino alle 8, facciamo colazione col poco che
rimane della nostra cambusa. Si bighellona un po’ per il campeggio mandando
messaggi ed osservando un Toy tedesco a tetto alto, come quello di Bernard, ma
camperizzato, molto ben fatto.
Compro
l’ennesimo caricabatteria per il telefono (sono piuttosto sfigato con questo
articolo, non mi dura più di due settimane) nella bottega vicino al campeggio,
qui costano una sciocchezza. Lampo di genio, anche se piuttosto ritardato visto
che sono le 11, mi viene in mente di provare a caricare la batteria della moto,
chissà che mi porti a casa senza problemi!
Bernard
ha ancora in auto la mia vecchia, così le porto entrambe. Con Patou andiamo a
cercare un elettrauto per ricaricare, dopo una battuta di caccia e innumerevoli
tentativi infruttuosi troviamo un antro piccolo e nero che contiene un
apparecchio mostruoso grosso come un frigorifero, tutto pieno di fori per jack
e interruttori (ricorda molto uno di quei vecchi centralini manuali di legno di
una volta). Il ragazzo dice che non c’è problema, può caricare e subito si
avventa su una delle mie batterie STAGNE!! cercando a cacciavitate di aprirla,
gli spiego che non va aperta, ma caricata com’é. Sembra capire e collega la
benedetta batteria pescando in una foresta di fili, nessuno con pinzette o
becchi di coccodrillo, tutti avvolti e bloccati sui poli in maniera raffinata.
Dice di ripassare verso le due a riprenderle, ce ne andiamo tutt’altro che
tranquilli, ma se non hai alternative... ti accontenti.
Torniamo
al campeggio e pranziamo con gli altri, mi prendo l’insalata Achakar che mi era
piaciuta molto e rimaniamo sul terrazzo a goderci il sole che ce l’ha fatta a
comparire tra le nubi, si sta benissimo anche se il raffreddore mi perseguita,
faccio decine di sternuti e il naso mi cola come un rubinetto rotto.
Alle
3 andiamo a riprenderci le batterie, per scoprire che la mia vecchia funziona
ancora (meno male che l’ho portata!), mentre quella più nuova è morta, non
tiene la carica.
La
batteria funzionante riporta i segni di violenza sui tappi e il vecchio
professionista del laboratorio ci spiega tutto orgoglioso do averci messo
l’acqua, peccato che c’é scritto grosso una casa DO NOT OPEN e la batteria è AL
GEL, NON CI VA L’ACQUA!!! Speriamo!
Paghiamo
le 4 petecchie che ci chiede e ce ne andiamo.
Al
campeggio asciugo il coperchio dall’acqua residua e spero non perda, non la
collego nemmeno per paura che perda il poco di carica e ... insciallah!
Visto
che il tempo non è male mi faccio una corsa fino in cima al colle dei
ripetitori, in barba al raffreddore, al ritorno doccia fredda e cena al
ristorante dopo l’immancabile aperò.
Solite
chiacchere, watsapp e a dormire
OGGI 0 KM moto TOT
2515 KM
.
GIO 13 NOVEMBRE
Questa
è l’ultima mattina insieme, facciamo una sontuosa colazione al bar con tutte le
leccornie occidentali e quelle arabe.
Torniamo
in piazzola a finire di ritirare tutto ed agganciare i carrelli alle auto.
Nel
frattempo compare una signora francese sulla sessantina che ci chiede se
abbiamo da cambiare un po’ di € in Diram, e parlando ci racconta che ha passato
tre anni a girare il mondo con il marito in barca a vela, un quindici metri
equipaggiato di tutto punto. Sono stati in Venezuela per dei mesi e si sono
anche comprati una pistola P38 su consiglio di altri stranieri che vivevano in
zona, per sicurezza, hanno detto, soli hanno attraversato il Pacifico in tre
settimane e si sono fermati alle Fiji dove il marito ha avuto problemi di
salute. Hanno deciso di vendere la barca e sono tornati in Francia, adesso sono
venuti in Marocco con il camper, ma erano indecisi perché non gli sembrava
sicuro un viaggio del genere ... dopo quello che hanno fatto! Al mondo c’è
gente veramente strana!
Finiti
i preparativi andiamo tutti al bar a berci un the e ci salutiamo, è arrivato il
momento, oggi alle 4 hanno il traghetto, mentre io me ne resto solo due giorni.
Baci
e abbracci commossi e li guardo avviarsi verso il porto.
Passeggiata
sulla spiaggia dietro il palazzo Reale, giro in negozio a comprare cibo e vado a mangiarmelo alla solita spiaggia delle
grotte di Ercole, leggo un po’ e, visto che il sole se n’è andato, abbandono
anch’io.
Resto
al bar a leggere e tiro l’ora di cena finendo il libro, adesso non ho più nulla
da leggere.
Cena,
messaggi con la Lella ed ho una pessima notizia, il nostro vicino Donato ha un
tumore al pancreas, accidenti, soli 48 anni e purtroppo sappiamo per esperienza
che problema é!
Poco
prima di partire lo avevo incrociato e vistolo molto magro gli ho chiesto se
avesse fatto la dieta, mi ha risposto che non riusciva a dormire da un mese per
il dolore ad un ginocchio e stava facendo degli esami...chi l’avrebbe mai detto
...il dolore ad un ginocchio!
Doo
questa notizia mi ritiro in tenda, oggi niente corsa, per restare in tema mi fa
male un ginocchio, almeno io so perché!!!
OGGI 0 KM moto TOT
2515 KM
VEN 14 NOVEMBRE
Evviva,
questa mattina alle 6,30 ha cominciato a piovere e poi a diluviare, la
neccessità di andare ai servizi mi è costata un bagno, sono fradicio fino al
midollo ...ecco i momenti meno divertenti e più eroici del viaggio!
La
pioggia continua fino alle dieci, poi esce il sole tra grossi cumuli, corro a
stendere le cose per farle asciugare, mi distraggo un attimo al bar e uno
scroscio improvviso inzuppa quello che era umido...merda! Ci riprovo, mentre
bivacco al bar fino all’ora di pranzo, poi vado in tenda a mangiare una
scatoletta di tonno e un delizioso Montblanc al cioccolato.
Il
pomeriggio piove a tratti, così rileggo il primo libro, guardo la tele (evviva
National Geographic) e wazzappo (che salvezza il wifi!), tra un the e un caffè
con una fatica enorme arriva anche l’ora di cena. Ordino un Durum, che è una
specie di Shawarma misto con patatine e insalata, mangio molto lentamente, solo
e senza nente da fare il tempo è il mio nemico.
Finalmente
arrivano le 21,30, oggi non ho fatto veramente nulla a parte annoiarmi e
bagnarmi.
Sono
stato bagnato tutto il giorno e gelato, il raffreddore non migliora di sicuro!,
l’idea dell’allergia mi ha fatto eliminare il cuscino e il sac a viande, ma non
cambia gran che, buona notte.
OGGI 0 KM moto TOT
2515 KM
SAB 15 NOVEMBRE
L’alba
dell’ultimo giorno in terra d’Africa! Metto un occhio fuori dalla tenda con la
paura di trovare un tempo pessimo e invece il cielo è azzurro, meno male che le
previsioni ci hanno azzeccato.
Passo
un paio d’ore a piegare, ordinare e stendere ad asciugare, faccio colazione con
una scatoletta di macedonia e due biscotti e poi caffè al bar.
Parlo
un po’ con un francese, è solo, ha una vecchia Toy KJZ 80 come quella che aveva
Bernie, con una maggiolina sul tetto e un po’ camperizzata. Sta tornando verso
Gibilterra, dice che su un passo a 2700m ha incontrato una tempesta di neve.
Merde!
Sta piovendo, di corsa a ritirare tutto! Un po’ di bar, spesa per il viaggio in
nave: yogurt, pane, scatolette.
Pranzo
accanto alla tenda e poi la ripiego e vado a caricare la moto che ho portato
all’ingresso del campeggio dove il fondo è asfaltato. Ammucchio tutti i
bagagli, collego la batteria e richiudo tutto, fissare disco tenda (la 2" decathlon) e rotolo
(vestito con la pettorina) richiede studio e perizia, oltre a 4 corde
elastiche. Per evitare che l’ammortizzatore si schiacci troppo sotto il peso,
ho infilato una canna di bamboo a sostenere un lato della moto (almeno il primo
avviamento non sarà complicato, poi con il minimo alto spero non si spenga
mai!).
Lascio
il mezzo per un ultimo the alla menta, mando le ultime wazzappate e infine
saluto lo staff del bar-ristorante, tutti simpatici e gentili.
Ai
piedi della moto la giacca, il casco, il camelback e lo zaino, mi carico tutto
chiedendomi se la moto si avvierà. Monto
sulle pedane e in un paio di pedalate il motore romba e strepita col minimo alto,
calcio al bamboo che ha fatto il suo lavoro, guanti e via verso l’autostrada,
faccio un po’ fatica perché così su di giri la moto non va piano e se tiro la frizione
ulula.
Andando,
sepolto dai bagagli cerco di sistemare il minimo ad un livello accettabile, al
casello non si spegne, al distributore prima del porto riempio e riavvio senza
problemi.
Al
porto c’è della coda per il check in, ma in dieci minuti faccio, polizia a razzo
sorpassando tutta la colonna, non ho la fiche pronta e la compilo al volo,
subito dogana dove trovo uno stronzo che mi costringe a spegnere la moto prché
non vuole prendersi da solo il foglietto verde dal passaporto. Fanculo glielo piazzo in mano e mi faccio
tutto il giro del porto sino al molo, è un viaggio, ma sono alla rampa, superando
di nuovo tutta la coda. Entro, parcheggio come al solito subito a destra e
salgo a prendere la chiave della cabina, arrivo alla porta e mi accomodo, trovo
un marocchino che mi chiede se faccio cambio per farlo stare con un amico,
perché no, mi sposto.
Doccia
al volo e sul ponte a godere un po’ di sole. Faccio conoscenza con uno spagnolo che ha
un’agenzia e porta in giro gente, insieme a lui c’è un veneziano attempato e
sborone che le sa tutte, ma parla bene spagnolo e francese.
Finalmente
con un’ora e mezza di ritardo si parte, resto al sole e ceno con una scatoletta
di tonno.
Ho
conosciuto un gruppo eterogeneo di Como, Brescia, Milano e con loro c’è un
camionista romano di 156Kg che trasporta merci per una casa di aste,
si chiacchera facendo mezzanotte, sono simpatici.
In
cabina siamo in tre, gli altri sono marocchini tranquilli e veramente gentili.
Buona notte.
OGGI 80 KM moto TOT
2595 KM
DOM 16 NOVEMBRE
Sveglia
presto come al solito, attesa di un orario ragionevole, doccia e via a zonzo
per la nave.
Colazione
al bar della piscina e giornata interminabile di chiacchere col gruppo di
Pinuccio e conosciuto anche quelli del gruppo Azzurrorosa, scuola di off road.
Scalo
a Barcellona tra le 19 e le 22, sento la Lella, il tempo è brutto, piove un
sacco ma dovrebbe migliorare domani sera, speriamo!
Pasti
sempre al sacco e tiriamo tardi fino a mezzanotte.
OGGI 0 KM moto TOT
2595 KM
LUN 17 NOVEMBRE
La
mattina si vedono squarci d’azzurro nella zona di Hyieres, ma andando verso
l’Italia ci sono nuvole bigie incollate alla costa.
Parole,
parole, parole e niente movimento, fortuna che i motociclisti sono simpatici!
Verso
le 17 siamo a Genova, sbarco veloce capottandomi prima di scendere dalla rampa
della nave (siccome non si avviava ho deciso di buttarla giù dalla rampa della nave e accenderla al volo, peccato che, con zaini davanti e dietro, non vedo niente e innesto la prima salendo), senza nessuna formalità per gli italiani, mi fermo all’uscita del porto,
finisco di mettere tutti i vestiti caldi di cui dispongo, collego il fanale,
che si accende e posso finalmente provarci.
Gocciola
ma non piove, salutati tutti mi avvio, prendo l’autostrada, ho deciso di fare
la Serravalle fino a Ovada e poi statale Sale Mortara Novara.
Non
ho freddo, che già è meraviglioso, neanche alle mani. Non piove, che è
fantastico, dopo un po’ mi passa Pasquale, il bresciano coi baffi a ricciolo, incontro
Pinuccio che resta con me per un po’. Ma subito comincia a piovere e vai col
tango! Intanto viene buio e ci vedo poco tra la luce sfigata e gli schizzi
d’acqua sugli occhialoni.
Verso
Ovada smette e Pinuccio dà gas e va, io rimango ai miei 85/90 all’ora, così
carico no ho voglia di rischiare. Comincio a sentire freddo mentre lentamente mi
asciugo, la statale non è male ma quando incrocio le auto i fari mi accecano.
Vado
bene fino a Mortara, poi inizia a piovere a dirotto, devo rallentare perché le gocce in faccia mi fanno male, viene a catinelle, non ne posso più e conto i
km.
Finalmente
sono al cartello Novara e mi si “rompono le acque”, probabilmente i pantaloni
hanno perso la tenuta e una colata gelata mi scende tra le cosce e nel pacco, è
terribile, già avevo freddo, adesso tremo come una foglia. La testa di cavallo,
via Gorizia, sono a casa!
Suono
il campanello e mi faccio buttare le chiavi, butto la moto in garage e anche
questa è fatta!
OGGI 140 KM moto TOT
2735 KM
Iscriviti a:
Post (Atom)