lunedì 27 agosto 2018

ISLANDA GIORNO 17 - 28 maggio '18

ISLANDA GIORNO 17 - 28 maggio '18


Dopo una notte di pioggia mi preparo e ho la fortuna di una mattina col sole e poco vento. Dalla tenda vedo il lago e i monti innevati.



Lascio la mia postazione soprelevata e mi avvio in salita.


Vallate glaciali intorno a me, col fondo piatto e morene o monti limati dallo scorrere dei ghiacciai ai lati, la temperatura è calda, più del solito.




Vorrei prendere la strada per Akureyri che taglia sui monti, ma la supero senza accorgermi e mi addentro nella valle per qualche chilometro, arrivo in una zona di villeggiatura piena di chalet e paesaggi bucolici.



Quando mi rendo conto dell'errore non sono molto entusiasta, ma non ci posso fare nulla, ritorno sui miei passi e scopro che la strada che avrei voluto percorrere è un tratturo ripidissimo, decido di proseguire sull'asfalto.
Una scatoletta di maccarello pomodoro e basilico e una mela sono il pranzo, e poi subito ad arrancare in salita sul crinale, superato il quale si precipita a velocità vertiginosa verso la sponda del fiordo, in fondo si vede già Akureyri, la capitale del Nord, dista ancora una quindicina di km.



Mi pare che qui la vegetazione sia più rigogliosa, al bordo strada violette, denti di leone e lupini fioriscono abbondanti.



Un lungo ponte vola sull'estremità acquitrinosa del fiordo  e poco dopo si entra in città.ù



Il mio primo incontro, sul lungo mare, è Antoine, un francese in mountain-bike con bagaglio leggero e zaino, sta spingendo la bici.


Ha il forcellino del cambio rotto e spera di trovare un ricambio in città. Dice che in caso contrario noleggerà un'auto per proseguire il viaggio, gli faccio gli auguri e proseguo alla scoperta del centro.
Una serie di foto fissa le case originali, due bimbi con un hot-dog, monumenti e panorama.






Ormai è un rito visitare il centro commerciale nelle città più grandi e uscirne sovraccarico, combattendo mezz'ora per stipare il frutto della mia lussuria tra gli scaffali nelle borse della bici.
Dopo aver vagabondato un po' tra le vette alla scoperta dei dintorni riprendo la Ring road che per un poco costeggia il fiordo per poi dirigersi verso ovest. Segue una bella valle in cui il fiume, diviso in tanti bracci, risplende al sole.



Si sono fatte le sei di sera, sono finiti i tempi in cui pedalavo fino a tardi, comincio a ispezionare i dintorni in cerca di un possibile bivacco e l'occhio allenato individua in poco tempo una stradina secondaria che s'inerpica sul fianco della valle tra alberelli di betulla.


Ho l'impressione che ci si possa trovare un posticino per la tenda, provo a guardarmi intorno e mi sistemo.
In breve tenda, cena e the caldo sono pronti, non mi rimane che telefonare a casa per sentire come va e far sapere che sono ancora vivo.


Le salviette umide fanno immeritatamente le veci della doccia e buona notte.

Oggi 90 km in 6h 10' ai pedali.

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