sabato 5 maggio 2018

VIAGGIARE IN BICI: domande che ti pongono frequentemente

QUALI LE DOMANDE PIU' FREQUENTI???


Sono un lettore accanito e tra le tante cose che mi passano sotto gli occhi ci sono blog, racconti e indicazioni di grandi viaggiatori, ultimamente mi ha colpito una serie di post di Nicolàs Marino, un fotografo e cicloviaggiatore che vaga tra paesi in cui la globalizzazione non ha ancora inferto colpi letali all'identità dei gruppi etnici indigeni. I suoi scatti sono quelli di un professionista ed i paesi che visita celano difficoltà di ogni ordine, a partire dalla difficoltà ad ottenere i visti, passando per le criticità di sicurezza personale e alle complicazioni logistiche dovute alla mancanza di rifornimenti per giorni e ai terreni a volte impossibili.
Leggendo gli scritti di altri spesso ti immedesimi e ti ritrovi a confrontare le analogie di situazioni per le quali ci si ritrova a passare.

Qui è importante fare un distinguo, io sto a lui come un turista che fa una scampagnata sta ad un alpinista che scala gli 8000 senza bombole, questo per durata dei viaggi, tipologia dei paesi visitati ed esperienza cumulata.

Detto questo ecco le domande che più di sovente vengono poste a lui:
- Non hai paura a girare solo e dormire facendo bivacchi in zone sperdute?
- Quanto spendi per permetterti questi interminabili viaggi senza lavorare?

Devo dire che queste stesse domande sono state poste spesso anche a me, soprattutto la prima, e connessa alle paure che l'uomo civilizzato ha nei confronti della vita in solitudine e del fare campeggio libero ovunque (in effetti i miei viaggi in bici non mi hanno mai portato in posti ove preoccuparsi molto degli animali selvatici o di banditi e terroristi). Sono più paure generate dall'ansia che dall'esposizione ad un reale pericolo, certo si leggono storie di ogni tipo e la mia risposta alla sicurezza campeggiando dove capita è questa: "Sei certamente al sicuro se stai in zone non visibili e nessuno sa che esisti!"

La seconda domanda mi è stata posta più sotto l'aspetto del tempo libero che quello dei costi, in quanto non ho mai viaggiato oltre i due mesi e, pur essendo un pensionato precoce, evidentemente ho un aspetto che mostra un uomo in età da lavoro. Quindi, risolto l'enigma del tempo, si passa nel mio caso di maschio attempato, a differenza di Nico che è parecchio più giovane, ad una domanda che è la più comune di delle che mi vengono poste:

 - hai famiglia?  alla risposta affermativa è la norma veder sporgere gli occhi dalle orbite, formarsi una serie di profonde rughe orizzontali sulla fronte e l'abbassarsi della mandibola lasciando la bocca semiaperta.

La meraviglia sui loro volti è dipinta chiaramente e leggibile a caratteri cubitali.

L'immediata conseguenza è una successiva domanda:
- Ma tua moglie ti lascia andare in giro tutto questo tempo?

Queta è la domanda che mi viene rivolta più frequentemente, seguita dalle altre due. Certo chi mi conosce, appena saputo dei miei giri, salta immediatamente ed invariabilmente all'ultima domanda.

Sono sempre un po' imbarazzato nel rispondere perché nella gran parte dei casi mi trovo di fronte persone che faticano ad avere l'autorizzazione a fare un fine settimana intero o nei casi più disperati anche a fare una giornata praticando il proprio passatempo preferito.

Ovviamente a me pareva strano all'inizio, ma nel tempo la statistica mi ha convinto di essere un eletto, probabilmente la gente pensa che viva una situazione famigliare degradata o da separato in casa, ma la cosa straordinaria è che ciò non si avvicina neanche lontanamente alla realtà dei fatti.

La famiglia per me è importantissima, ciò che metto davanti a tutto, la seconda cosa che ritengo molto importante, non dovendo più lavorare, è sognare e cercare di realizzare qualcuna delle mie fantasie, e fino qui, direte voi, non c'è molto di differente dalla vita di tanti altri.
E' vero, ma la mia grande moglie capisce e tollera l'esigenza di una botta di realizzazione del sogno ogni tanto e me la concede, perché, dice, è meglio avere un marito soddisfatto che un musone frustrato a casa.

Certo mi rendo conto che non è facile far coesistere una vita famigliare regolare (anche se ormai i figli sono cresciuti) con uno spirito di avventura che urla forte per essere liberato ogni tanto, ma meritandosi la fiducia può capitare di essere affiancati da una persona intelligente e disposta a sacrificarsi un po' per renderti felice, va da sé che equità vuole che intelligente e disposto a sacrificarti lo sia anche tu.

Questo post, generato dalla lettura delle esperienze di altri che generalmente ampliano la tua cultura e  ti permettono fare qualcosa in più, non vuole generare invidia, ma forse, mostrato alla propria moglie di "manica stretta",  può farla riflettere e rivedere un atteggiamento troppo coercitivo, a volte deleterio per un ménage famigliare disteso e duraturo. 
Buona fortuna a tutti.