venerdì 23 marzo 2018

Se...se...se...magari ci riesco in ISLANDA

ISLANDA 2018 PROGRAMMA DI MASSIMA


Tanti se condizionano pesantemente la realizzazione del programma di viaggio che ho steso.
Più approfondisco la documentazione e più emergono difficoltà, soprattutto di ordine meteorologico e climatologico.
Se la bici arriverà insieme a me a Rejkyavik ed integra (primo viaggio con bici spedita in aereo) già sarò a buon punto;
se non ci sarà troppo vento contrario riuscirò a percorrere i 120km/giorno che mi sono proposto di coprire;
se non pioverà/nevicherà esageratamente anche le strade sterrate all'interno saranno aperte e percorribili, anche se il dubbio è al quadrato perché l'anno scorso sono state aperte dopo la metà di giugno e...io arrivo ad affrontarle almeno una settimana prima, nonostante abbia ritardato al massimo;
se, e qui siamo nel campo di un qualunque viaggio, non romperò gravemente la bici non subirò consistenti ritardi...
...ma ho impiantato tutto e quindi in generale sono ottimista, inguaribilmente ottimista.

Ci sono anche certezze, ho già un logo per la nuova uscita, veramente sono tre, devo decidere quale adottare, ma per questo c'è ancora tempo e, siccome sarà un portafortuna, sarà la famiglia a deciderlo, visto che per l'ennesima volta mi permettono di giocare al vagabondo.
























Devo prendere il coraggio di fare letteralmente a pezzi la bici per realizzare una borsa che contenga tutti i pezzi più le borse da bikepacking ed il loro contenuto.

Volo con Scandinavian che fa uno scalo intermedio, compreso nel biglietto c'è un bagaglio da stiva di 23kg e uno da cabina di 8kg, spero di riuscire a fare rientrare tutto nei pesi e nei volumi. 
Ho scelto un volo che è lontano dai più economici come prezzo, ma offre qualche certezza in più di regolarità dei collegamenti (l'ultima volta con Berliner ho subito 4 variazioni e una cancellazione del volo intercontinentale 12 ore prima del decollo, insomma, ansia continua ), di tempistica allo scalo intermedio e in più è già compreso un bagaglio in stiva.

Il materiale è quasi tutto pronto, tranne qualche dettaglio di poco conto.

L'allenamento procede a singhiozzo a causa del meteo che alterna giorni primaverili a giorni...islandesi, onestamente non mi va di uscire con la pioggia, mi basta essere allenato al movimento, alla sofferenza mi alleno durante il viaggio. Ancora non sono riuscito a mettere in cantiere regolari uscite da oltre 100km e non ho ancora caricato la bici, vado quasi a secco.

La configurazione di carico sarà la solita: rotolo frontale e tasca sopra, anything cages sugli steli forcella, frame, fuel e seat pack, tre borracce, due sul manubrio e una sotto il telaio e un camel sulla schiena (speriamo mi stia tutto).


L'attesa logora, continui a documentarti, leggere, acquisire informazioni e ti pare che manchi sempre qualcosa, alla fine quando non ti resta tempo  se ne vanno anche i pensieri. Butti tutto insieme e al diavolo, se manca qualcosa ci pensi al momento.

giovedì 15 marzo 2018

Preparazione viaggio in ISLANDA

VIAGGIO DI PRIMAVERA



Da un po' non appare un nuovo post, è ora di porvi rimedio.
Pensavo di iniziare una traversata  americana ma per una serie di problemi non mi è stato possibile  programmare la tratta nord Alaska Canada e West Coast. 
Ormai in ritardo mi si è aperto uno spiraglio che ho pensato di riempire con uno dei sogni che affolla il mio cassetto. 
Mi sono detto: "Visto che vuoi andare al freddo per il lungo viaggio, perché non approfittare dell'Islanda come test propedeutico ai problemi dell'Alaska?".
Era un viaggio che mi sarebbe piaciuto fare  da tempo e quindi perché non ora.
Stavo da tempo acquisendo tutto il materiale per un viaggio al freddo, alcune delle mie dotazioni non erano adatte al vento forte e condizioni estreme, ho cercato tra i blog dei viaggiatori e tra Marmot, Hubba e Ferrino ho avuto la fortuna di trovare una tendina monoposto da spedizione d'occasione ma praticamente nuova, una Ferrino Emperor 1. 

 

E' una 4 stagioni dalle dimensioni un po' più confortevoli della Lightent 1 che utilizzo abitualmente, l'interno invece di essere zanzariera è di nylon e soprattutto è autoportante, cosa che permette di evitare i picchetti se non servono.
Le dimensioni consentono di stare seduto dentro e stivare un po' di materiale se piove.


Anche il fornello bio che brucia legnetti e produce corrente da una presa USB non è adatto ad un deserto del Nord dove non c'è vegetazione, così sono passato ad un MSR whisperlight international che può essere alimentato a gas, benzina e kerosene e permette di trovare il combustibile pressoché ovunque.


L'ansia ti avvolge ogni volta che progetti qualcosa di nuovo, non paura, perché se hai già viaggiato sei piuttosto temprato e abituato alle problematiche che si presentano, piuttosto legata alla preparazione, il bagaglio, il vestiario, le informazioni, il trasporto del mezzo (che nel mio caso è una novità). In effetti impacchettare la bici e spedirla come bagaglio di stiva è probabilmente la cosa che mi assilla di più, riesco a stare nel peso con i bagagli?, arriva intera dopo la cura che hanno in aeroporto dei bagagli? ma soprattutto arriva???  non è raro che un viaggiatore si trovi nudo dall'altra parte del mondo e la sua valigia sia finita agli antipodi.

...e poi leggi, leggi, leggi, siti, blog, guide, consigli, cartografia, percorsi, campeggi, cose da vedere, cose da fare, come tenere i contatti, come ricaricare le batterie nei periodi lontano dal mondo, trovare acqua da bere a sufficienza, caricare provviste, insomma chi è avvezzo al problema sa di cosa parlo, chi non lo è si sta facendo un'idea.

In anni di vita completamente programmata per necessità di lavoro ho acquisito un atteggiamento che cerca di organizzare e prevedere tutto, ma, arrivato alla nausea, ho abbandonato questo approccio avvicinandomi al turismo in bicicletta. Ultimamente lascio al caso quasi tutto ciò che riguarda le percorrenze, la logistica e anche il percorso è di massima, soggetto a variazioni senza problema....Ahhh che libertà!!

Certo almeno la preparazione del mezzo e dei bagagli richiede tempo e programmazione, ma senz'ansia, parto e poi il tempo meteo, l'orografia del terreno, il richiamo di un percorso piuttosto che un altro e le mie condizioni fisiche decidono come, quanto e dove per ogni giornata del viaggio.

Questa volta sarà un pochino differente, anche se potrò più o meno decidere arbitrariamente la durata delle tappe (conto di percorrere un centinaio di km al giorno) non potrò permettermi di vagare dove mi pare. La programmazione nei confronti del carico idrico e alimentare dovrà essere più seria, sarò costretto a consultare le previsioni meteo ogni giorno, le strade percorribili in ISLANDA nel periodo che ho scelto non sono molte, la RING Road, che è più o meno il periplo dell'isola, e un paio di attraversate interne, che ho scoperto potrei avere difficoltà a percorrere in quanto sono in anticipo sul periodo d'apertura delle strade o molto al limite.

La terra estrema richiede più preparazione, quindi qualche paura è più che lecita, capita sempre di trovarti di fronte a qualche problema che non avevi considerato o che non conoscevi, ma trovo che la bellezza ed il fascino di un certo tipo di viaggi risieda anche in questo. Misurarsi con la risoluzione estemporanea di problematiche mai accarezzate, inventarsi sempre qualcosa di risolutivo o che permetta di rappezzare la situazione e continuare, ecco che la parte fisica diventa quasi secondaria, dico quasi perché in un paese temperato se sei allenato non hai grandi problemi.


Qui tutto è differente, ti avvisano che anche d'estate si possono verificare condizioni di vento impossibili, tempeste di neve o bufere di sabbia all'interno dove per chilometri non c'è uno straccio di riparo o di abitazione, torrenti da guadare e... sicuramente viene da chiedersi:"Ma chi te lo fa fare? la costa del Portogallo è più comoda". Vero, ma è la curiosità nei confronti di nuovi panorami e nuove terre, la sfida a cui ogni appassionato di viaggi non riesce a sottrarsi, lasciare la noia del quotidiano per soddisfare la brama dei sensi, accarezzare con gli occhi nuovi scenari, incontrare nuove persone e consuetudini, cibi differenti, profumi, colori, spettacoli della natura a cui non sei abituato, sfidare gli imprevisti, lottare con te stesso per raggiungere un obbiettivo... ancora una volta chi ha questo fuoco dentro di sé sa di cosa parlo ma soprattutto è in grado di comprendere. 

Suggerisco a chi non comprende, nel senso che non farebbe mai certe cose perché scomode, di provare almeno una volta qualcosa di fuori dagli schemi abituali, qualcosa di morbido per provare, potrebbe scoprire un nuovo sé stesso che non conosceva ed appassionarsi allo "stress del fai da te".


Insomma sono in piena frenesia di preparazione, ieri ho finito di cucire una borsa da telaio su misura per la gravel con cui viaggerò, sin ora ho utilizzato quella che avevo preparato per la MTB, ma risulta un po' piccola così ho approfittato per guadagnare un po' di volume, i viaggi al freddo richiedono più equipaggiamento.


Ho montato e ormai a lungo testato un cambio Rohloff, è interno al mozzo della ruota e ha 14 rapporti, è completamente stagno e come un cambio automobilistico prevede il cambio olio ogni 5000 km, la cosa che trovo molto pratica è la trasmissione che è come una single speed consentendo alla catena una vita più lunga, per contro pesa di più ed ha una leggera resistenza dovendo trascinare gli ingranaggi. Penso che il fatto di avere il movimento al riparo da polvere e fango ripaghi il peso che per un cacciatore di record non è interessante, ma se viaggi stracarico non cambia nulla.


Per ora chiudo il post, lasciandovi col dubbio del percorso, una cartina con l'itinerario che intendo percorrere sarà nella prossima uscita.