sabato 6 gennaio 2018

Marocco e Sahara Occidentale 26 cap Spartel- PortMed Tangeri

Mercoledì 15 novembre 2017                     giorno26
Cap SPARTEL - PORT MED

Notte di paura, ringhi cani attaccati alla tenda, cuore che mi esce dalla gola. L’incubo di svegliarsi di soprassalto una seconda volta alle 5,30 con i cani che abbaiano , ringhiano, si azzuffano saltando contro il telo della tenda. Urlo e sembrano smettere, a parte uno che sento ringhiare a lungo a venti centimetri dalla mia testa, il cuore mi balla la tarantella nel torace, coltello a serramanico aperto poggiato sulla pancia e aspetto leggendo.
Non mi è mai successa una cosa simile nelle mille notti di campeggio libero, guarda un po’ in un campeggio cosa ti capita.
Ormai sono le 8, continuo a sentire una presenza sul lato dei piedi, che fare? con una tenda che ti costringe ad uscire a faccia avanti strisciando? Infilo la giacca da moto e il casco per proteggermi da eventuali morsi e mi azzardo ad uscire.
Un cane simile ad un pastore tedesco, penso del campeggio, dorme placidamente a trenta centimetri dai miei piedi, alza un orecchio, mi guarda e mi trotterella dietro scodinzolando mentre vado in bagno.


Beh, anche questa volta abbiamo portato a casa la pelle illesa. Riflettendo penso che sia lui che combatteva per difendermi da un gruppo di randagioni visti in zona ieri.
Festeggio lo scampato pericolo con una bella colazione al bar.
La mattina scorre con il mio amico peloso accanto che osserva mentre piego, allineo, imbusto, organizzo i miei averi per caricare la moto e tenere da parte le cose calde per il rientro in Italia. Lascio la tenda per contenere tutto fino all’ora di partire.
Ultima incursione al ristorante, un panino monumentale, un insalata e un the alla menta con i pensieri che corrono leggeri sull’orizzonte cullati dal velo di malinconia della nostalgia per la famiglia. La terrazza sul mare, il vociare dei turisti e le strida dei gabbiani sono l’ultimo atto del viaggio.
Torno a caricare i bagagli e verso le tre, roso dall’impazienza di partire, saluto il personale del campeggio e mi avvio con uno zaino di piombo che causa qualche difficoltà a salire in sella.
Piano piano riconquisto un minimo di scioltezza e procedo lungo costa verso il faro. Mi godo per l’ultima volta la vista dei cammelli, le spiagge e le scogliere illuminati fa un sole caldo che lascerò qui e risalgo verso il colle tra le pinete per planare su Tangeri.
Attivo il gps per non dover cercare e mi ritrovo a percorrere la stessa strada dell’andata, in un traffico preoccupante che si dissolve arrivato sul lungomare. Uma distesa di marmo bianco copre i parcheggi sotterranei e parallelepipedi di cristallo, che contengono gli ascensori, dominano il mare a distanza regolare come avveniristiche torri d’avvistamento saracene.
Lasciata la città serpeggio sulla costa col profilo della Spagna oltre il mare alla sinistra, la rocca di Gibilterra di fronte, col suo picco acuto, mi osserva.
Ultima sosta a Ksar Sghir per spendere un chilo di moneta tra frutta e benzina poi mi avvio mesto e in anticipo colossale al porto.
Lascio la moto e vado a fare la carta d’imbarco alla GNV con i soliti avvoltoi che mi planano attorno per spillarmi qualche soldo facendo le pratiche per me.
Cambio le banconote avanzate e procedo verso i controlli di polizia e dogana.
Sono accanto a due ragazzi cechi uno su KTM e uno su Suzuki con frizione rotta.
In dogana mi mettono sulla piattaforma dello scanner accanto aLLa grossa KTM di uno spagnolo, lo scorso viaggio non mi avevano controllato col camion a raggi X.
Finita la sequenza di controlli vado a piazzarmi in testa alla colonna di mezzi pronti per l’imbarco, ancora molto pochi, lascio la moto e mi siedo a leggere al riparo del vento.


Piano piano il molo si riempie, arrivano altre moto di tutti i generi, dalle custom, alle stradali, dalle enduro leggere alle maxi fuoristrada dal peso esagerato, alcuni con un carico smisurato sul povero mulo d’acciaio.
Torno alla moto per bere e comincia la socializzazione con i miei simili italiani, tedeschi, svizzeri, polacchi ecc ecc, si osservano le moto, ci si informa sui percorsi, ci si scambiano impressioni ed esperienze.
Le motociclette sono tutte differenti ed altrettanto lo sono i piloti per fisionomia e gusti, si comincia a conoscersi e la conversazione vira al personale mentre in grande ritardo, con calma olimpica, arriva la nostra nave.
Ci fanno cambiare corsia e finalmente ci imbarchiamo.




Come sempre arrivo per primo nella cabina, mi doccio e mi vesto per andare a fare un giro quando arriva Jimmi un marocchino che vive a Busto Arsizio, chiacchieriamo un po’ e si fa mezzanotte.
Lasciamo perdere il giro, si dorme.

Oggi 60 km
Totale 2856 + 1078 km



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