giovedì 4 gennaio 2018

Marocco e Sahara Occidentale 25 Cap Spartel

Martedì 14 novembre 2017       giorno 25
Cap Spartel 

Meraviglia, oggi resto in tenda fino alle 8:30, mai successo. Bella giornata, cielo blu e zero vento. 
Sistemo un poco il casino che mi circonda e ammucchio tutto nella tenda/sarcofago, una colazione al bar e parto per una camminata, assalito dall’astinenza di movimento.
Seguo la costa scattando qualche foto, inizialmente diretto al faro, poi decido di proseguire sulla litoranea verso Tangeri.








Il primo tratto è cambiato parecchio, prima di arrivare al faro hanno costruito terrazze giardino panoramiche, vialetti e parchi giochi. 


Intorno al faro molti ambulanti vendono souvenirs e manufatti di cuoio, una bimba con un cucciolo di asinello vende fotografie ai turisti.




Da qui si sale per superare il colle, lungo il ciglio della strada i ragazzi vendono tazze di corbezzoli e noccioline.
Salendo la vista è bellissima sulle spiagge, peccato che tutto il fianco della montagna sia carbonizzato da un incendio, la macchia e i pini che regnavano sono scheletri e il profumo inebriante è trasformato in lieve sentore di carbonella.



Un grande gregge di capre pascola sul pendio brucando non si sa cosa tra rocce e cenere, più a monte un gruppo di taglialegna ripulisce il terreno dai tronchi morti.
Fortunatamente l’area bruciata termina prima della grande pineta in cima al valico, i vecchi pini marittimi che formano un tetto di morbide verdi nuvole a coprire il terreno sono salvi. 



Mi arrampico fino alla cima dove sono piazzati i ripetitori, ai lati della strada aree pic nic e cartelli con cinghiali e scritte in arabo, qui il profumo dei pini è una delizia.
È ora di ritornare, in discesa mi sorpassa un anziano runner con i capelli da rasta, mi verrebbe voglia di seguirlo, non fosse che le scarpette minimal sul bordo ghiaioso della strada mi stanno surriscaldando i piedi.


Ormai sono a zonzo da quasi tre ore e 15 km, ci vuole un po’ d’acqua, bottiglietta in un chiosco e via.


Faccio sosta in spiaggia a leggere il libro che mi sto trascinando da ore e colgo l’occasione per esplorare un’estremità che non ho mai visto. 


Abbarbicato sulle rocce appena sopra la sabbia ciò che rimane di un, credo, villaggio turistico costruito nello stile di una casbah con una terrazza a sbalzo protetta da una balaustra a colonnine bianche che ospita la piscina. Peccato sia tutto in stato di abbandono.
Ornai sono fuori da ore, torno in campeggio a mangiare un boccone e a fare una doccia.
Il sole sta tramontando e sono all’ultimo atto della giornata, la cena sul mare, a provare nuovi piatti del ristorante.


La telefonata a casa chiude le attività, sono già svenuto sul materassino.

Oggi 20 km a piedi
Totale... il solito 


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