lunedì 4 dicembre 2017

Marocco e Sahara Occidentale 04 KSAR SGHIR - AL HOCEIMA

Martedì 24 ottobre 2017                                                         giorno 04        KSAR SGHIR - AL HOCEIMA

Sveglia alle 6:30, peccato perché ho deciso di partire alle nove. Perdo del tempo con il Wi-Fi dell’hotel e leggo un po’. 



Alle otto vado a fare colazione che è ottima ed abbondante, nella sala da pranzo ci sono una coppia vista in nave e due motociclisti entrambi tedeschi. Mentre mangio posso ammirare il mare dalle vetrate. 


Salgo in camera prepararmi e parto come previsto. Nonostante alla reception mi consigliano la strada per la costa che passa da Ceuta, decido di prendere la strada delle montagne verso Tetouan.
Effettivamente la strada è in stato pietoso, piena di buche profonde e in alcuni tratti strettissima, ma, dopo il primo terzo, migliora. Sui monti del Rif si sente un profumo di pini e di fiori molto rilassante, ma soprattutto non c’è traffico, uniche presenze i venditori di droghe, quasi uno ad ogni albero.
Nella prima parte supero il cicloturista inglese impegnato in una salita impegnativa e lo saluto con un cenno.
Salgo fino al valico in una miriade di curve che affronto con prudenza essendo inchiodato nel poco spazio sulla sella che mi lasciano i bagagli, quindi la discesa fino a Tetouan.
Ho già visto la città lo scorso anno e so che non vale la pena di visitarla, mi fermo sulla tangenziale, molto trafficata, a fare benzina e comprare una ricarica telefonica.
Proseguo verso est fino ad arrivare sulla costa, qui la strada è ben tenuta, è un susseguirsi continuo di salita e discesa, curve e controcurve, ogni tanto un grande oued scende al mare e il tracciato la strada risale per un tratto verso monte, attraversa la valle in una zona un po’ più sopraelevata quindi ridiscende verso il mare.




Queste piccole pianure sono totalmente coltivate da una miriade di contadine con il cappello di paglia a tesa lunga circondata da fiocchetti di lana variopinti. Asini con le bisacce di paglia intrecciata attendono pazienti nei campi o trottano lemmi e stracarichi lungo le sterrate. Una scacchiera di verdi differenti dei vari ortaggi digrada verso il mare.
Ho notato un copricapo che non avevo mai visto, sempre di paglia forma di cono ma invece di avere i fiocchetti colorati sill’orlo della tesa ha quattro enormi Pompon di lana blu fissati da fasce dello stesso colore, credo che sia qualcosa di tipico della zona(da lontano sembta una scimmia aggrappataper le mani e per i piedi).
Faccio sosta in un villaggio per riposare il mio sedere dolorante e mi rendo conto di aver dimenticato il libro in albergo, mi spiace soprattutto per il segnalibro che era un vecchio biglietto d’auguri scritto dalla Vale (ripasserò per recuperarlo al ritorno).


Pranzo con un delizioso te alla menta, riempiendomi gli occhi con il paesaggio di mare.



Proseguo sulla costa che è sempre composta da falesie di roccia o da Colline di terra arida, sono stati fatti lavori di sbancamento enormi, per far passare questa strada  nel paesaggio tormentato. Salgo e scendo senza interruzione, solo a tratti la costa scoscesa è interrotta da spiaggie quasi inaccessibili .
Attraversando i villaggi vedo mercati affollati da bancarelle di 1000 colori dove spezie, ortaggi, cibi, pane, vestiti e cianfrusaglie sono stesi al bordo della strada mentre ammucchiati da un lato carretti e somari attendono indolenti. Le narici sono assalite da un turbinio di profumi gradevoli e odori insopportabili, minareti bianchi a base quadrata con gli spigoli dipinti di verde tenue dominano la vita brulicante.
L'ultima parte del percorso lascia la costa, inerpicandosi a superare una linea di montagne, arrivo ad immergermi nella nebbia delle nubi che accarezzano i pendii salendo dal mare.





Alla sosta successiva mi capita di parlare in tedesco con un marocchino che ha lavorato in Germania, incredibile riesco ad utilizzare le parole di ogni idioma che conosco. E’ emozionante la voglia di comunicare, il mio amico mi suggerisce un campeggio appena prima di Al Hoceima, si chiama Isli. Dice che il panorama è fantastico, è d’accordo con lui anche il padrone del bar, sostengono che non c’è niente di meglio in zona.
Percorro l’ultimo tratto su un terreno piuttosto monotono all’interno,  in una vallata agricola.


Finalmente arrivo presso un’insenatura profonda dove una sterrata raggiunge la spiaggia, si chiama Isli. Seguo l’indicazione e trovo un bar piuttosto male in arnese al limitare della battigia. Non c’è nemmeno l’ombra di un campeggio, parcheggio la moto e vado a chiedere al padrone, mi guarda perplesso e dice che d’estate i camper si fermano qui.
Chiedo se posso campeggiare e mi consente di stare sotto un albero accanto al bar, 50 dhiram per la tenda e 20 per il bagno, intorno non c’è altro quindi accetto.


Monto la tenda scarico bagagli e decido di andare subito in paese che dista qualche chilometro per cenare prima che faccia buio in modo da evitare la necessità dei fanali. Un gendarme mi suggerisce di andare a mangiare al porto dove c’è un ristorante di buona qualità con ottimo pesce. Raggiungere il porto è piuttosto complicato, qui non sembrano esistere le strade scacchiera, ma alla fine l’appetito vince la battaglia. 


Ordino un’insalata mista e una grigliata di pesce. È un po’ presto e mi pare di non avere molta fame, ma non avendo pranzato appena mi portano il cibo l’appetito si risveglia. L’insalata è buonissima con molti legomi diversi e anche la grigliata mi entusiasma. Calamari gamberi acciughe sogliola triglie e grosso trancio di pesce finiscono in un attimo. Ho mangiato benissimo e speso meno di 8€, sono soddisfatto.
Risalgo in moto e lasciato il paese ripercorre la superstrada è scavata nella roccia fino alla mia spiaggetta solitaria, non ci sono turisti al bar, faccio passare il tempo scrivendo il diario davanti ad un caffè. Serata lunga, non ho nemmeno il libro da leggere!

Oggi 331 km

Totale475 km



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