Mercoledì 25 ottobre 2017 giorno 05 AL HOCEIMA - CHEFCHAOUEN
Non si sa come ci sia riuscito ma sono rimasto in tenda fino alle 7:30, stupefacente 11 ore. Ci ho messo un po’ ad addormentarmi e restando guardare le stelle e ad ascoltare le onde durante la notte, ma comunque stabilito un record.
Prima notte di bivacco fatta, colazione con pane cioccolato che si parte. Faccio subito benzina e sbaglio strada immediatamente, quando me ne rendo conto ormai ho fatto un po’ di chilometri e non ho voglia di ritornare, percorro quindi primo tratto per la strada dalla quale sono venuto. Ripasso di fronte al bar del mio amico tedesco e saluto il padrone che ricambia mentre serve ai tavoli. Prima sosta relax e nel villaggio di Jahba, davanti al mare. Sono seduto all’esterno di fronte al porto, il bar serve anche pasti e all’esterno ci sono cassette piene di pesce fresco. Un gruppo di garzette e gabbiani fanno a gara a rubare le sarde da una cassetta sotto gli occhi indifferenti del cameriere. Continua seguendo la costa, al primo bivio scendo verso sud per cambiare itinerario.
Un campo sportivo costruito in posizione improbabile, non si sa per chi, attira l'attenzione.
Le poche costruzioni sono circondate da covoni di foraggio circolari, di una foggia particolare.
La strada si arrampica sui monti e fino a 1000 m sono completamente brulli oltre invece si coprono di pinete e successivamente di boschi.
Arrivo alla massima quota di 1400 m, è un delirio di curve in alcuni tratti sono costretto a scalare la velocità fino a 40 km all’ora.
Un campo sportivo costruito in posizione improbabile, non si sa per chi, attira l'attenzione.
Le poche costruzioni sono circondate da covoni di foraggio circolari, di una foggia particolare.
La strada si arrampica sui monti e fino a 1000 m sono completamente brulli oltre invece si coprono di pinete e successivamente di boschi.
Arrivo alla massima quota di 1400 m, è un delirio di curve in alcuni tratti sono costretto a scalare la velocità fino a 40 km all’ora.
Faccio la seconda sosta in un paesino in cima alle montagne di nome Bab qualcosa, è molto scassato ed estremamente congestionata dal traffico, solo il bar dove mi siedo sembra essersi accorto del progresso.
Mancano solo 50 km a Chefchaouen, ma su questa strada sono un’eternità. Raggiungo la città da una direzione differente da quella dell’altra volta, il tragitto è molto panoramico e tutto il centro abitato si stende davanti a me sul pendio di fronte.
Chiedo informazioni per il campeggio che, nonostante sia parecchio fuori, trovo facilmente. Scelgo un’area tra i pini e scarico i bagagli, nel montare la tenda mi si spacca in due punti il paletto flessibile dal lato dell’ingresso. Devo provvedere a una riparazione volante, rubo due pezzi di fil di ferro della recinzione e li inserisco nei tratti spezzati, faccio veramente un lavoro di merda ma è il massimo che posso permettermi col materiale disposizione.
Mancano solo 50 km a Chefchaouen, ma su questa strada sono un’eternità. Raggiungo la città da una direzione differente da quella dell’altra volta, il tragitto è molto panoramico e tutto il centro abitato si stende davanti a me sul pendio di fronte.
Chiedo informazioni per il campeggio che, nonostante sia parecchio fuori, trovo facilmente. Scelgo un’area tra i pini e scarico i bagagli, nel montare la tenda mi si spacca in due punti il paletto flessibile dal lato dell’ingresso. Devo provvedere a una riparazione volante, rubo due pezzi di fil di ferro della recinzione e li inserisco nei tratti spezzati, faccio veramente un lavoro di merda ma è il massimo che posso permettermi col materiale disposizione.
Dopo una doccia, ammucchio tutto il mio materiale nella tenda, chiamata WhatsApp tramite Wi-Fi del campeggio e quindi scendo in paese. Ormai è pomeriggio inoltrato seguendo le indicazioni del ragazzo campeggio prendo il sentiero ripido che scende dal monte e arriva diretto sulle mura della città concedendo una magnifica vista panoramica.
Arrivo in una piazzetta e quindi mi infilo nei vicoli dipinti di blu, le case che affacciano su scalette, fontanelle, griglia alle finestre tutto in fantastiche tonalità di azzurro.
Qua e là bancarelle che vendono tappeti, cappelli di paglia e souvenir; seguo in diagonale tutto il pendio lungo i vicoli fino ad arrivare al ruscello dove ci sono le sorgenti termali.
Arrivo in una piazzetta e quindi mi infilo nei vicoli dipinti di blu, le case che affacciano su scalette, fontanelle, griglia alle finestre tutto in fantastiche tonalità di azzurro.
Qua e là bancarelle che vendono tappeti, cappelli di paglia e souvenir; seguo in diagonale tutto il pendio lungo i vicoli fino ad arrivare al ruscello dove ci sono le sorgenti termali.
C’è un grande di movimento di turisti e di commercianti locali, nei giardini sugli specchi d’acqua uno struzzo e dei pavoni fanno da attrattiva.
Tornato in centro mi siedo al tavolino di un caffè nella piazza dove c’è il museo della medina, l’immancabile the alla menta mi aiuta ad arrivare all’ora di cena.
La lunga inattività mi fiacca, finalmente ad un’ora decente mangio una tajina di pollo circondato da gatti speranzosi, il ristorante è da turista e purtroppo il piatto non è gran che.
Prima che faccia buio risalgo verso il campeggio e scopro una strada più agevole che avrei potuto percorrere anche al buio, buona per domani, ho deciso di rimanere un altro giorno.
Anche questa giornata è stata positiva, temperatura gradevole e città meravigliosa.
Oggi 262km
Totale 747km
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