lunedì 18 dicembre 2017

Marocco e Sahara Occidentale 17 Campo 8 - Campo 9

Lunedì 6 novembre 2017                        Giorno 17 
Campo 8 -  campo 9



Questa sera prima di addormentarmi ho letto tantissimo.
Una mattina come le altre, a parte che dopo 600m dalla partenza mi trovo con la ruota posteriore sgonfia. Per non perdere tempo con la pezza e il mastice metto una camera nuova di JF, nel copertone ci sono tre spine che sembrano chiodi. Sempre controllare altrimenti si rischia di smontare di nuovo.


Un mantello di spessi cumuli bassi generati dall’aria umida dell’oceano copre il cielo.


Ancora una volta stiamo viaggiando fuori pista, sparpagliati su un terreno quasi piatto alla ricerca di una traccia da seguire. Ad una sosta per aspettare le auto ci rendiamo conto che Patou non è con noi, era il più allargato sull’ala destra di buoni 500 m l’ultima volta che lo ricordo. Parto a cercarlo e dietro di me JF, in due copriamo una buona fascia di territorio. Dopo qualche km a ritroso sulle nostre tracce vedo un puntino in movimento molto a sinistra che lentamente prende i contorni di un motociclista. Subito avevo cominciato a puntarlo, viaggia in direzione opposta a velocità sostenuta, imposto una rotta per intercettarlo. Sta evidentemente andando verso il successivo punto della navigazione che abbiamo memorizzato nel GPS. Ci ricongiungiamo e subito dopo arriva JF che era più lontano. Lo guidiamo al punto dove sono gli altri e ci spiega che d’un tratto gli si è spenta la moto e non voleva riavviarsi, quando si è rimessa in moto noi eravamo tutti spariti.


Anche questa volta tutto ok, procediamo fino all’ora di pranzo sotto un bel caldo, il cielo si è rasserenato e il sole imperversa.


Assaltiamo un grosso prosciutto alsaziano che tra le fette di pane con i cetriolini è uno spettacolo.
Nel pomeriggio ci dirigiamo verso una sorgente calda, risultato di una trivellazione petrolifera infruttuosa. 


Arriviamo in una sterminata piana bianchissima, lontano una piccola scia di polvere proviene da un lato, un grande branco di cammelli dall’altro lato sembra convergere nella nostra direzione. 


Davanti compare una macchia verde sovrastata da un traliccio, che avvicinandosi diventa un’oasi attraversata da un ruscello fumante. 


Niente coltivazioni, solo abbeveratoi, un grande tubo che spara acqua bollente in una pozza e un ruscello che parte serpeggiando tra rive coperte d’erba, pascolo di un gruppo di asinelli.






La guida piste Sud del Marocco in questa posizione riporta una vasca dove poter fare il bagno, non la troviamo, cosi non ci resta che approfittare del rigagnolo.
L’acqua è così calda che dobbiamo scendere di un bel pezzo a valle per poterci bagnare. In un attimo tutte le moto sono cariche dei nostri vestiti, mentre noi ci laviamo nell’acqua bollente, non si riesce a restare con i piedi a mollo.


Ripuliti e soddisfatti siamo pronti per impolverarci di nuovo. 


Ci spostiamo verso una torre di estrazione a qualche km, nel bianco accecante un Derrick, tubi di perforazione sparpagliati, una trivella, qualche container ufficio, un paio di grandi camion ma nessuno intorno. 




Sembra completamente abbandonato, curiosiamo un po’ e poi proseguiamo.
Ci dirigiamo verso il punto successivo, davanti a noi una falesia che deve essere il limite del grande bacino asciutto in cui ci troviamo. Prima dei dirupi il terreno comincia a salire e il fondo diventa molto irregolare e scomodo da percorrere. 


Siamo costretti a seguire il fondo sabbioso e soffice di uno oued che ci porta su un colle, dove una pista trova un passaggio per risalire la parete di arenaria scavata, dalle rare piogge, in mille dirupi e pinnacoli.



Una volta sulla sommità il panorama è aspro e affascinante, tutto forre e burroni intorno e la bianchissima distesa macchiata dal verde dell’oasi e dalle rossastre strutture petrolifere rugginose. 



Dopo aver fotografato riparto per fermarmi quasi subito e accorgermi di aver perso il telefono, fortunatamente ritrovato poco dietro impolverato ma funzionante (il guscio lo ha salvato per l’ennesima volta).


La sosta al bivacco di questa sera comprende qualche lavoretto alla moto, filtro aria, livello olio e una tanica di benzina.
Il vento è freddo e per la prima volta ceno con la giacca, tanto di cappello al gore-tex, che mi cambia la vita. Non sono il solo ad avere freddo, mangio la pasta col cappuccio in testa e poi ce ne andiamo a dormire.

Oggi 140 km
Totale 1741 km


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