domenica 24 maggio 2015

giorno 42 SANTIAGO

L'uscita fino all'una e mezza mi ha tagliato le gambe. Oggi ho poltrito fino alle otto. A colazione ho incontrato Lien, che ha fatto colazione a scrocco, ma tanto ho un sacco di cibo.
Me la prendo proprio comoda, ho deciso di correre per una ventina di km sul cammino.
Parto alle dieci e mezza e scopro che è ancora più farcita di saliscendi di quanto non ricordavo.
All'inizio è faticoso ma poi prendo il ritmo.
È un po' palloso dover salutare tutti i pellegrini che arrivano a Santiago, sopratutto in salita, ma la gentilezza è un obbligo. Sono ormai all'aeroporto e di fronte all'ennesima discesa infinita decido di tornare. Arrivo fradicio col sole che fa capolino dietro le rare nubi e un vento che mi frenava all'andata ma ora mi spinge.
Prendo fiato un momento e, siccome Ara sta lavando i bagni, decido di pranzare nell'attesa. L'Acuario è molto najve come ambiente ma anche molto pulito,  che non stona.


















Ho anche un goccetto di vino tinto per attenuare la fatica.
Oggi pochi clienti e il wifi va come una palla di fucile, telefono "a gratis" con wassap, solo i ragazzi perché la Lella è di "rappresentanza".
Di nuovo turismo in centro, ormai sono diventato esperto, conosco ogni via e ogni negozio ed ho scattato decine di foto ai turisti davanti alla Cattedrale...forse ho la faccia da fotografo.
Perdo un'oretta davanti ad una birra sui tavolini di un bar e mi avvio per la cena, camminando ritrovo il croato conosciuto un paio di settimane fa e, quando arrivo davanti al ristorante trovo, nel bar accanto, René e Rachel. Mi viene incontro dicendo: tu mi devi una birra e mi abbraccia. Ci salutiamo calorosamente e ci sediamo...devo saldare il mio debito.
Mi raccontano di essere arrivati alle due di pomeriggio dopo aver camminato giorno e notte e fatto 80 km.      Finiamo la birra e loro vanno al ristorante per l'ultima memorabile cena mentre io, trovando chiuso il posto che volevo provare, decido di tornare all'albergue e farmi la busta di pasta alla carbonara.
Comincio a cucinare ed insieme a me c'è Pierre, un sudafricano, è qui con moglie Tara-Lee e tre figli, Bradley, Sharon e Anine, , hanno venduto tutto e vogliono passare del tempo in Europa.
Il pasto cuoce contemporaneamente così ci troviamo a mangiare tutti insieme, io, gli Hollander e Roberto un ragazzo i Venezia conosciuto ieri. È stata una bella cena, di chiacchiere e condivisione, le storie di ognuno che scorrevano piacevoli nella curiosità e nello stupore degli altri.

Al telefono quando dico alla Lella che loro vogliono lasciare il Sudafrica per l'Europa, come immaginavo, non ci vuole credere.
Potremmo fare a cambio, ma loro hanno venduto tutto, hanno solo ciò che sta nello zaino...che coraggio con tre figli la minore di una decina d'anni.
Finita la cena ci spostiamo alla parte notturna e buona notte.
Oggi 20 km di corsa e giri in città.

Nessun commento:

Posta un commento