martedì 12 maggio 2015

giorno 30 MANJARIN - CAMPONARAJA

Questa mattina, col vino di ieri sera, è stata un po' più dormigliona, ma alle sette sono pronto. Saluto Tristan, Sam e Wauters e forse ci si vedrà più avanti. La discesa è letteralmente un'agonia, dopo la prima parte su asfalto con tutte le montagne attorno ammantate di rosa per i fiori che le ricoprono.
 



Poi non riesco a guardare altro che i sassi sul sentiero, per fortuna ho chiacchierato un po' con un signore danese, perché ora è solitudine e lentezza, oltre alla paura di rompere qualcosa. Ad El Acebo non mi fermo, ci sono tante case di pietra e molti locali chiusi.











Con grande fatica arrivo ad Arriego de Ambros dove c'è poco e l'ultima parte terribile mi porta a Molinaseca un centro più grande degli altri con un paio di chiese all'imbocco e un ponte sul ruscello.





C'è gente che prende il sole e un sacco di pellegrini nei bar. Spesa e mi mangio una fetta di empanada carne e verdure. Proseguo nel centro del paese molto pittoresco e si continua sulla strada asfaltata. Mi accorgo di avere una delle due barre di traino crinata, fortunatamente non è lontano Ponferrada, spero di trovare un briko.






Questo tratto è veramente barboso e ad un certo punto mi attacca un bottone incredibile una signora spagnola che cammina verso la città. Parla in spagnolo e mi racconta tutte le sue visite di santuari in Italia e tutte le reliquie, mandibola , testa , pomo d'Adamo ecc ecc.
Finalmente, per chiedere indicazioni, mi sgancio. Prendo una birra vicino al castello e il padrone mi spiega come andare al centro commerciale dove c'è un fai da te. ci arrivo facilmente ma perdo tempo per trovare l'entrata, è fatto in maniera strana. Chiedo se hanno un tubo come serve a me e il commesso, gentilissimo, mi trova il pezzo, me lo sega e mi presta un trapano. Hanno anche un banco con morsa e attrezzi a disposizione dei clienti. Mi metto all'opera e in mezz'ora smonto foro piego installo e sono pronto al combattimento. Ho fatto un lavoro di merda, devo ammettere, un po' per la fretta e un po' per i ferri bloccati da una catena troppo corta. Quando sei in difficoltà non puoi fare lo schizzinoso!
Lasciato El Rosal, così si chiama il centro commerciale, sono già sul cammino. È un viale brutto e assolato senza indicazioni. Finalmente trovo una freccia che mi manda a Columbrianos, un paese anonimo. Poi Fuente Nuevas con case dai tetti di ardesia. Finalmente Camponaraja dove pensavo di fermarmi. Trovo un cartello che indica una provvidenziale area di descanso con wifi. Non credo ai miei occhi, è pure fuori dal paese, Trovo acqua, tavoli, un posto nascosto per fare il campo ma del wifi nemmeno l'ombra. Mi accontento.  Questa sera cena fredda non voglio rischiare di incendiare la pineta. Mentre mangio arriva un ragazzo polacco che vive a Londra, ci siamo già incontrati qualche giorno fa. Si beve un paio di birre mentre chiacchieriamo, poi monta la tenda e sparisce.
Oggi 35 km con l'inconveniente, mica male. Ho deciso che non correró più per limitare le sollecitazioni alle barre.



5 commenti:

  1. Bravo Paolo, cela fait bien plaisir de suivre ton voyage. Je voulais te proposer d'ajouter une roue à l'avant de ta cariole pour rendre les descente plus ludique. Mais ça va pas te faire rire, alors j'espere que le bricolage est fini. Bonne route.
    JF

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  2. Ottimo Paolo, sembra che il piede oramai sia a posto...
    Buon cammino.
    Ciao
    Paolo Galimi

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  3. Sei un fabbro, meccanico e anche pellegrino...il top!!
    Vai segui il cammino.
    Bravo! Coraggio!

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  4. Un pellegrino tuttofare! Sei forte, vai così

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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