mercoledì 30 dicembre 2015

MAROCCO giorno 33 BARCELLONA– GENOVA – CASA

23/11 GIORNO 33        BARCELLONA – GENOVA – CASA
L’ansia da ritorno cresce, aspetto con ansia l’apertura del bar per farmi un caffè, al telegiornale si respira la paura di Bruxelles blindata dalle autorità per essere la base dei terroristi di Parigi.
Piano piano arriva l’ora di pranzo, dagli oblò si vede la costa coperta da densi strati di nubi nere che non promettono niente di buono. 



Ormai in Italia un manto di bambagia si adagia sulle cime dei monti ed alcuni pendii sono imbiancati dalla neve, sono un po’ preoccupato, il passo dei Giovi con la neve non mi entusiasmerebbe.


Lo stimato d’arrivo slitta alle 17,30 e un collega scrive che è atterrato a Genova con 36 nodi di vento, ormai è suspence su come sarà il ritorno a casa.
Finalmente è ora di sgomberare la stanza e mi appresto ad una colossale vestizione, superpippo termica, pantaloni da cross e pantaloni 2, maglia termica e pile, giacca windstopper, interno goretex della giacca BMW e giacca enduro sopra tutto, praticamente 3 di ogni cosa. Sposto tutti i bagagli sul ponte in attesa di sbarcare e mi svesto un minimo prima di fondere.
Attirano la mia attenzione un gruppetto di persone con zaino e bastoncini, che scopro essere pellegrini al ritorno dal cammino di Santiago per una via inconsueta.
Finalmente ormeggiati ci fanno scendere in garage, la moto si sfila dal loculo in cui è incastrata e si avvia senza problemi, scendo la rampa e i poliziotti pietosi non mi fanno nemmeno estrarre i documenti, vado a fermarmi all’uscita del porto per sistemarmi e partire. Il tempo è buono, sereno e ventoso, non pare nemmeno troppo freddo, installo con le fascette le muffole provvisorie, finisco di vestirmi, sottocasco tipo mefisto subacqueo, marsupio, zaino, casco e si parte. Il viaggio è tranquillo, almeno non c’è la pioggia dello scorso anno, arrivo a casa con le mani e i piedi surgelati ma contento come una Pasqua, anche quest’anno è stato magnifico.

Oggi 145 km moto                         tot. 3681 km

martedì 29 dicembre 2015

MAROCCO giorno 32 CAP SPARTEL/TANGERI - BARCELLONA

22/11 GIORNO 32        CAP SPARTEL/TANGERI – BARCELLONA
La mia condanna è che dormo troppo poco e mi resta troppo tempo a disposizione. 


Leggere, scrivere, bighellonare tra i ponti e i bar della nave, imparare a memoria tutti gli oggetti in vendita al free shop e ogni tanto mangiare qualcosa.
Il gruppo di ragazzi italiano non è particolarmente espansivo, parlano solo Ladino tra loro e si sforzano un po’ per scambiare qualche parola nella lingua comune.
Nel tardo pomeriggio scalo a Barcellona e incontro i camperisti Francesi che erano in campeggio con me, mezz’ora di pausa dalla noia.


Il condizionatore rende alcuni locali impraticabili, mi ritiro a cenare in cabina e parlare coi miei vicini di branda, ognuno con la sua storia e i suoi problemi, non troppo diversi dai nostri, trovare un lavoro o riuscire a tenerselo.
Chiudo la giornata in sala cinema, la proiezione appassionante mi narcotizza negli ultimi 20 minuti.

Oggi 0 km moto                             tot. 3536 km

lunedì 28 dicembre 2015

MAROCCO giorno 31 CAP SPARTEL/TANGERI - NAVE

21/11 GIORNO 31        CAP SPARTEL/TANGERI - NAVE
E’ arrivato il giorno della partenza, dopo colazione comincio a prepararmi per la partenza, si tratta di un operazione che richiede un’attenta pianificazione, dividere le cose che rimarranno sulla moto nel garage della nave da ciò che mi seguirà in cabina.
Come un venditore senegalese stendo tutti i miei averi sul telo del sacco bivacco, arrotolo con cura sacco a pelo e materassino per ridurli ai minimi termini, metto nello zaino pantaloni, scarpe, beauty, muffole usa e getta per le manopole della moto e quasi tutti i capi d’abbigliamento insieme alle provviste alimentari per il viaggio, lo zaino sta per scoppiare. Libri, parti di ricambio, il resto dell’abbigliamento, sacco a pelo, batterie di scorta e diavolerie elettriche, piccoli regali comprati durante il viaggio finiscono nel borsone, rotolo tenda, materasso e cerata sono fissati all’esterno sulle fettucce.
La piccola piramide va fissata sul posteriore della moto con cinghie di nylon, coperta dalla pettorina protettiva che non ho voglia di indossare su asfalto.
Con una lentezza estenuante si fa l’ora di partire, saluto i ragazzi del bar e del campeggio, mi metto giacca casco e guanti e con andatura rilassata vado verso Port Med. Lungo il viale sinuoso, pieno di aiuole fiorite e lampioni che serpeggia salendo e scendendo dalle colline mi scorrono accanto il palazzo reale, con la recinzione disseminata di guardie annoiate ogni cento metri, ville faraoniche dai sontuosi giardini, donne con carretti che vendono dolciumi, casette sgangherate che contrastano col lusso accanto, costruzioni popolari, aree commerciali sino ad arrivare all’imbocco dell’autostrada che da un lato conduce verso Rabat mentre dall’altro alla costa mediterranea. Mentre sto in sella pigiato dal bagaglio mi crogiolo nella dolce malinconia della fine vacanza che si fonde con l’euforia e la gioia del ritorno a casa, sensazioni contrastanti che ben si accoppiano ai contrasti di questa terra.
Mi fermo a Ksar Sghir, il paesino prima del porto, a riempire il serbatoio, comprare un po’ di pane fresco e un po’ di datteri da portare a casa. E’ l’ultima occasione per aggirarmi nei mercatini eterogenei caratteristici della zona dove si mischiano odori, colori, sapori, ressa di passanti e venditori che non sembrano in competizione tra loro, semplicemente vivono rilassati e se cerchi qualcosa che non hanno te lo trovano da un vicino.
Al porto ancora non c’è ressa, vidimo il biglietto e mentre vado in banca a cambiare i miseri avanzi incrocio un gruppo di ragazzi con moto e auto 4x4 di Merano.
Mi avvio alle procedure di polizia e poi dogana che, essendo solo e in moto, durano un attimo, proseguo verso la nave e arrivato alla postazione dove controllano ai raggi x i mezzi mi fanno sfilare accanto sicuri che non ho clandestini a bordo.
Alla barriera per l’imbarco ho davanti tre moto ceche e polacche, BMW adventure che coi loro bauli sovrastati a plateau di birre e borse mi fanno sembrare a cavallo di un moscerino col bagaglio di uno dei sette nani. Imbarcati i camion tocca al resto del mondo, sistemata la moto le metto un pezzo di legno tra copertone e parafango in modo che l’ammortizzatore non si schiacci e non cada dalla stampella in caso di mare grosso. Come sempre primo in cabina e doccia immediata, per andare subito sul ponte di poppa a mangiare al sole e godermi l’ultimo caldo panorama africano, i monti del Rif, i passeggeri che formicolano sul molo, il traffico di vetture e furgoncini che si imbarcano, come veder scorrere i titoli di coda di un film già visto.


Partenza in orario, i miei compagni di cabina sono tre marocchini che vivono in Italia, uno a Brescia, uno a Palermo e uno a meno di 10 km da casa mia.
Quest’anno i motociclisti sono veramente pochi e la noia del viaggio è mitigata solo dalla lettura e letto tutto dalla tv.

Oggi 85 km moto                           tot. 3536 km

domenica 27 dicembre 2015

MAROCCO giorno 30 CAP SPARTEL/TANGERI

20/11 GIORNO 30        CAP SPARTEL/TANGERI
Colazione solitaria e due chiacchiere con i camperisti francesi che sono nella piazzola accanto.
Ho deciso di visitare le grotte d’Ercole, conosciute sin dal tempo dell’antica Roma, i locali estraevano mole di pietra per macinare i cereali dalla roccia delle pareti interne che ne portano ancora i segni dei tagli a ciambella. 





L’imbocco, da una fenditura sulla terra ferma porta, attraverso una serie di camere,  ad un’apertura sul mare dai vaghi contorni del continente africano.          



Lascio le grotte mentre arrivano i primi turisti.          



                                                                                                                                                                                                               
E’ ora di togliere le ragnatele alla moto, vado a farmi un giro turistico verso Tangeri passando per il faro e il promontorio, la giornata è stupenda e viaggio lento godendomi il panorama. 



Scendo tra le rughe e le vallette su cui si stende la città, viali larghi e moderni con costruzioni coloniali fanno posto al colle su cui si distende la città vecchia. 


Le giro attorno cercando una via d’accesso e, quando riesco ad infilarmici mi godo i profumi e i colori guidando a passo d’uomo tra i vicoli pieni di botteghe, ambulanti e mercanzie.




Non riesco a resistere alla frutta, mi fermo e per tre euro mi porto via una borsata di frutti meravigliosi che saranno parte dei viveri sulla nave, banane , cachi, uva, pompelmo, melograno, mandarini.
Ormai conosco abbastanza bene i dintorni e in un attimo ritrovo la strada per il campeggio senza nemmeno utilizzare i cartelli.
Il tempo sereno e la temperatura gradevole mi attirano ancora una volta a mangiare e leggere un spiaggia. La giornata finisce di fronte ad un piatto di patatine e un insalatona.

Oggi 50 km moto                           tot. 3451 km