lunedì 29 dicembre 2014

Viaggio in Senegal 4^ parte


Viaggio in Senegal 4^ parte

Giorno16 LU 22/04/13
Mattina umida e nebbiosa.
Lasciamo il campeggio tardi perché il padrone non compare e alla fine lasciamo i soldi al suo lavorante. La prima parte dello spostamento è piuttosto fredda, abituati a delle temperature estreme, ma in un’oretta la bruma lascia il posto ad una splendida giornata che ci fa rimpiangere il fresco. Abbiamo appuntamento col guardiano del campo al Banc d’Arguin, dobbiamo trovarci tra le 12 e le 13 a Chamy, la stazione di servizio nota come Gare du Nord.
Arrivati lo richiamiamo e dice che sta arrivando, di aspettarlo al K105 della strada, eseguiamo e per fortuna ci sono delle capanne tra cui uno spaccio di alimentari che ci fa stare un po’ all’ombra, altrimenti alle 16,30 al suo arrivo ci avrebbe trovati secchi come le pelli conciate.
Siamo tutti un po’ contrariati ma abbozziamo e lo seguiamo nei 40Km di pista che ci separano dal campo. A tratti il fondo è veramente soffice e Bernard ha difficoltà col suo incrociatore. Anche noi quando ci fermiamo abbiamo difficoltà a ripartire, ma alla fine riusciamo ad arrivare e fare l’agognato bagno. Al campo c’è anche un francese che lavora alle strade per conto della CEE, porta i figli, che sono in vacanza, a pescare.






Si scambiano un po’ di chiacchere e passiamo alla cucina, gran piatto di pasta pomodori e tonno, che hanno apprezzato anche i francesi che prima dicono:"C'est vraiment al dente nous faisont plus fondent"...e poi sbafano a 4 palmenti. Ogni tanto ci sfottiamo con un po' di sano campanilismo.
Oggi 299K off40 tot5254


Giorno17 MA 23/04/13
Sveglia un po’ meno rotti del solito grazie al materasso, colazione e ripartenza.
Non salutiamo monsieur Vetan (per la sua puntualità noto come lo svizzero del cantone Mauritano), che è già a pesca, e ci avviamo verso l’asfalto. I 40 k di pista scorrono bene alla mattina, la sabbia con la rugiada è un poco più compatta, arrivati allo spaccio ci facciamo una coca, chiaccheriamo con due canadesi della sicurezza alla miniera d’oro qui vicino e ci avviamoverso la frontiera.
Il passaggio è rapido, il lato Mauro, la terra di nessuno di cui ora conosciamo il lato solido senza pozze di fechfech, il lato marocchino e sostiamo di nuovo a “Versailles”, dove mi faccio abbondantemente prendere per il culo con la storia di uozzap, ma intanto ho notizie fresche del Luca che non sento da 2 settimane.
Pranziamo, riempiamo la cambusa e ci spostiamo a bivaccare sulla costa dove c’è un po’ di spiaggia. Da una capanna appare un marinaio che vive qui facendo servizio di vigilanza costiera, tutto solo, si è fatto un paio di Km per scambiare qualche parola.
Questa sera ci inventiamo un’omelette al pomodoro che non è neanche male e concludiamo la serata al fuoco di bivacco berbero, con i magri stecchi che offre il circondario.
Oggi360 off40 tot5594


Giorno18 ME 24/04/13
Oggi RECORD, è vero che abbiamo tutti le ruote un po’ sgonfie perché siamo sulla via del ritorno, ma abbiamo superato noi stessi…10K e siamo già fermi. La scusa di qualche foto sulla spiaggia dove ci sono i pescatori ed eccolo materializzarsi sulle onde.





Arriva sul bagnasciuga pinneggiando in muta e cappello alla Crocodile Dundee, traina una camera d’aria di camion a cui ha cucito un fondo di plastica con una fune, dentro c’è un grosso sacco. Lo porta a riva lo apre e ci mostra i suoi pescioni come se ci conoscessimo da sempre…è il pescatore più cool del Sahara Occidentale. Continua a parlare, soprattutto in arabo, ma qualche parola è francese e dai gesti si capisce che dobbiamo seguirlo (ieri ho tenuto una lezione sulla comunicazione, gli esperti sostengono che è veicolata 55% dalla gestualità, 38% dal tono della voce e solo il 7% dalle parole …e mi sa che è proprio vero!!).



Accanto alla sua capanna c’è un amico che lo aspetta e, mentre uno squama ed eviscera pulisce (e che c…. sono motociclista , non poeta) i 4 pescioni giganti e poi li appende all’entrata della capanna, l’altro riempie una padella d’olio e la mette a scaldare sul fornello a gas.







Ci fanno accomodare e ci offrono un the mentre la conversazione non langue, per fortuna l’amico ha un vocabolario francese leggermente più ampio. Ci spiegano che hanno una rete poco fuori e alla mattina vanno a svuotarla, mentre il fratello che deve ancora arrivare, si occupa delle aragoste che vendono ai commercianti di Dakhla (quelli col ghiaccio che scaricano acque mefitiche lungo la strada) a 50 Dhiram al Kg.
Nel frattempo i pescioni sono fatti a tranci che finiscono nell’olio e da qui su un letto di cipolle, pomodori e cetrioli affettati su una cassetta che funge da tavolo.









Bevendo the e friggendo pesce il tempo passa, si sente un urlo e il pescatore parte di corsa verso il bagnasciuga, è arrivato il fratello, stesso natante ma con due casse di plastica enormi e il sacco. La cassa enorme è il loro magazzino di aragoste fresche, il sacco e la cassetta piccola sono il pescato di oggi. 







Assistiamo alla cernita dei pesci ti taglia e forme diverse e a quella delle aragoste: quelle grosse vanno in magazzino, quelle sotto la taglia commerciale standard finiscono insieme ai pesci. Uno riporta il “magazzino” alla boa mentre l’altro porta pesce e aragoste alla capanna. 




Con cura meticolosa, come prima col pesce, lava le aragoste che saranno una ventina, spacca le antenne e le divide in 2 per la lunghezza. Finiscono anche loro nell’olio bollente.





Tempo di cuocere tutto ed arrivano alcuni amici, la cassetta è letteralmente ricoperta di tranci di pesce e di mezze aragoste putto profumato e croccante (stimo non meno di 8 Kg di pesce e 20 aragoste). Siamo 4 noi e 5 loro, chiaccherando amabilmente spazzoliamo quello che al mercato corrente italiano probabilmente supera i 500€ e non è pescato 10 minuti prima.
A me il pesce piace molto e questo era super, aromatizzato dalla cipolla cruda che faceva da piatto, semplice ma fantastico. Loro hanno piluccato, mangiato le teste e un po’ di aragosta, evidentemente l’abitudine rovina il gusto, mangiano pesce da quando sono nati, forse sono un po’ stufi.
E’ stata un’esperienza notevole, di contatto umano e di scambio di culture, e, quando abbiamo, prima di andarcene, tentato di lasciare dei soldi per ripagarli, una lezione di generosità e di amicizia che si vede raramente nel mondo “civilizzato”.
Accettano in dono un paio di t shirt e un coltello. Passo i km seguenti in moto a ripensare commosso alla scena.




Superiamo la baia di Dakha, peccato non potersi fermare anche qui, ma non si può fare tutto, il tempo non basta.






Ci accampiamo in una piana battuta dal vento, con le tende riparate dietro le moto.
Oggi è stata una giornata fantastica, dedicata alle relazioni umane e alla gola, ogni tanto ci vuole, a tavola ci si capisce meglio.
Oggi 274K off40 tot5865


Giorno19 GI 25/04/13
Ormai c’è aria di ritorno e pur svegliandoci sempre alle 6,30 le operazioni procedono con calma, fuocherello, pane grigliato, caffè (the per Patou che da giorni combatte la malattia del turista) marmellata, latte condensato, nutella, miele (torniamo tondi come le boe) dimenticavo la “vache” i formaggini.








Volevo assolutamente fotografare un relitto di nave sulla spiaggia e appena ne individuo uno ci buttiamo in picchiata su una strada che ci fa discendere dalla falesia. I relitti sono addirittura due e la location (azz come sono trendy) è veramente suggestiva, con spiaggia e dune costiere, ci tocca anche un irrinunciabile bagnetto al volo.


















Risaliamo fino a Boujdour, a pranzo incontriamo una coppia di irlandesi che lavorano in Ghana, lei con suzuky DRZ400 irriconoscibile e lui KTM adv, molto carichi (anche l’ombrello che dicono è stato utile per il sole) hanno due mesi per arrivare in Irlanda, passati da Costa d’Avorio, Guinea, Senegal, Mauritania. Ci tocca invidiare anche loro che sono a metà del viaggio, c’è sempre qualcuno più agiato.

Devo dire che l’inglese viene a fatica, dopo tre settimane a parlare solo francese, ma riusciamo comunque a prendere l’onda e raccontarci le reciproche esperienze.
Prima di ripartire fotocopiamo altre fiches, manco i cantanti rock hanno il successone che abbiamo noi a dar via i nostri foglietti! Vanno a ruba.
Sulla strada verso il nord incrociamo un ciclista con una roba che sembra il C1, ha un pannello solare montato in testa, non si capisce come faccia col vento che c’è, sicuro è il ciclista più paraculo del WestAfrica, con vento a favore ed energia solare.
Questa sera il campo non è di quelli da ricordare.
Oggi 360K tot6225


Giorno20 VE 26/04/13
Oggi si prevede parecchia strada, contiamo di arrivare al Camping Internazionale a sud di Agadir, ma il vento contro ci affatica molto e ci fermiamo poco dopo Gouelmin. Il vento è sempre molto teso, abbiamo finito la bomboletta del campingaz e ci facciamo la pasta su un fuoco tipo far-west con l’acqua quasi giusta per non metterci troppo. Non ci ferma nulla.
Oggi 511K tot6736

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